Ethan tirò un sospiro di sollievo quando sentì la campanella dell'ultima ora suonare. Quella giornata era stata lunghissima, ogni giornata in quel periodo sembrava lunghissima. Con gli esami dell'ultimo anno che si avvicinavano gli insegnati gli riempivano di compiti, e ad ogni lezione spiegavano un sacco di cose. Iniziò a sistemare i libri nello zaino quando percepì un'ombra davanti a sé. Alzò gli occhi e si ritrovò davanti Thomas Raggi, che lo guardava ansioso. I capelli biondi gli ricadevano sulla faccia coprendogli quasi completamente gli occhi. La divisa della scuola, a cui mancava la giacca, che stava tenendo in mano, gli cadeva un po' larga sulle spalle, e la cravatta bordeaux a righe nere era leggermente allentata sul collo. Ethan pensò che quel ragazzino, in quel momento, non sembrava uno dei classici ragazzetti ricchi che frequentavano quella scuola, cosa che in realtà era.
"Ehi!" lo salutò Thomas.
"Ciao" rispose il moro. Era leggermente stranito, lui e Raggi non avevano mai avuto un rapporto particolarmente stretto nel corso negli anni, si erano limitati a delle interazioni minime e a qualche chiacchiera di circostanza.
"Io...ehm...ti va di fare un pezzo di strada insieme? Vorrei chiederti una cosa" propose un ragazzo, dopo un iniziale tentennamento.
"...ok" accettò Ethan. Finì di raccogliere le sue cose e, dopo essersi messo lo zaino in spalla, si avviarono insieme verso l'uscita della scuola.
Uscirono dalla scuola e iniziarono a passeggiare per il vialetto acciottolato del giardino della scuola, prendendo la strada pedonale ed evitando il cortile delle macchine, visto che nessuno dei due doveva prendere l'auto.
Ormai stavano camminando in silenzio ormai da un po', quando Ethan iniziò a considerare la situazione imbarazzante. In genere non era uno che parlava più di tanto ma, considerando che Thomas gli aveva chiesto di parlare, gli sembrava un po' strano.
"Allora" iniziò "che volevi dirmi?" Raggi incassò le spalle e infilò le mani nelle tasche dei pantaloni.
"Volevo chiederti un favore. Ma è una cosa un po'... particolare" disse, agitato.
"Dimmi. Ti giuro che non ti giudico"
"Ok, allora: vorrei che tu facessi finta di essere il mio ragazzo" Ethan si bloccò di botto e smise di camminare.
Cosa? Si disse.
"Cosa?" disse. Di sicuro aveva capito male. Thomas raggi gli aveva appena chiesto di essere il suo ragazzo? Per finta?
"Vorrei che tu fossi il mio ragazzo. Per finta" ridisse, rendendo tutto reale "Posso pagarti, eh" aggiunse subito dopo, come se fosse una cosa super importante. Ethan non poté trattenersi dal ridere.
"Ok... è uno scherzo, vero? Adesso il tuo amico David uscirà fuori da qualche parte con una telecamera in mano" disse.
"Una telecamera, Torchio? Cosa siamo, negli anni '80?" lo prese in giro il biondo. Poi tirò fuori le mani dalle tasche e se ne passò una per spostarsi il ciuffo "E comunque non è uno scherzo, giuro! È che... uff è una situazione un po' strana, lo capisco. Ma ho fatto un casino e mi serve un finto fidanzato."
Ethan si chiese come facesse quel ragazzo a dire di volere un finto fidanzato suonando così naturale "Se mi spiegassi perché vuoi un 'finto fidanzato' forse ti aiuterei" disse, il biondo fece una risatina isterica.
"Ecco, allora: praticamente ai miei non piace tanto che io esca quasi tutte le sere, con Damiano e gli altri, e che torni sempre alle 5 di mattina mezzo ubriaco. Sai come vanno queste cose, no?" no, Ethan in verità non sapeva, ma lo lasciò continuare "e quindi in questo ultimo mese potrei aver detto ai miei, per convincerli a farmi uscire, che ...mi sono messo insieme a te. Loro ti conoscono, soprattutto mia madre conosce bene la tua" questo era vero, ogni tanto sua madre gli raccontava delle uscite di shopping con la signora Raggi "sanno che sei un ragazzo apposto. Che prendi sempre bei voti e sei responsabile. Così ho pensato che se avessi detto ai miei che stavo con te si sarebbero fidati e mi avrebbero lasciato uscire più spesso; ed è stato così, alla fine. Ma adesso è passato un mese e i miei vogliono conoscere il mio favoloso ragazzo!" spiegò Thomas.
Ethan era sconvolto. Non sapeva cosa dire, gli veniva solo una cosa da dire:
"E' la cosa più stupida che io abbia mai sentito"
"Lo so! Ma ti giuro che è tutto vero! Non è uno scherzo. Per favore devi aiutarmi" disse con sguardo implorante "Ti pago anche, per favore, lo sai che me lo posso permettere" quest'ultima affermazione fece un po' risentire Ethan; probabilmente il biondino non l'aveva fatto apposta, ma gli aveva implicitamente ricordato che lui era ricco, mentre Ethan era solo un ragazzo di periferia che si poteva permetter di frequentare quella scuola privata solo perché aveva una borsa di studio. E che quindi non sarebbe mai stato alla stessa altezza di Thomas Raggi e i suoi amici.
Però dentro di sé sapeva che dei soldi extra gli sarebbero stati utili. Non dover dipendere dai suoi ogni volta che voleva comprarsi qualcosa sarebbe stata bello, e avrebbe anche aiutato con le spese della casa. Avrebbe potuto spiegare quei soldi in più dicendo che dava ripetizione ai ragazzini, o cose del genere.
"Quanto mi daresti?" si odiò un po' per aver detto quella frase. Si stava praticamente prostituendo.
"Non so... facciamo 500 a volta" Ethan sgranò gli occhi sorpreso. 500€ a volta?
"A volta?" chiese, senza capire. ok, adesso sembrava davvero che stresserò contrattando per una scopata.
"Si, beh, sai tipo domani i miei ti vorrebbero invitare a cena, però sicuramente vorranno vederti altre volte. E anche le mie sorelle, ovviamente. Per ogni volta di darei 500 euro. È troppo poco?" chiese. Ethan avrebbe voluto scoppiargli a ridere in faccia. A lui cinquecento euro sembravano pochi? Erano praticamente mezzo stipendio.
"E io cosa dovrei..." non sapeva bene come continuare il discorso, ma Thomas capì per lui.
"Oh! Niente di che: vieni a cena a casa mia. Fai finta di stare insieme a me, reggi il gioco. Al massimo ci terremo la mano" Thomas ormai aveva capito che il ragazzo stava per cedere, stava sorridendo entusiasta.
Ethan prese un respiro profondo "Ok, va bene accetto" disse infine. Raggi esultò in maniera totalmente inappropriata, saltò in aria con il pungo al cielo facendo un urletto poco virile. Poi corse ad abbracciarlo, ringraziandolo un numero infinito di volte.
Quando Ethan riuscì a staccarselo di dosso i due si scambiarono i numeri di cellulari, per tenersi in contatto e mettersi d'accordo per l'indomani sera, giorno in cui avrebbero dovuto andare a cena a casa di Thomas.
Prima di separarsi Thomas si scusò perché non aveva con se abbastanza soldi in quel momento, ma gli promise che ce li avrebbe avuti la volta dopo; Ethan dovette trattenersi di nuovo da non ridergli in faccia e chiedergli "perché in genere hai 500 euro nel portafoglio?", visto che probabilmente il ragazzo gli avrebbe risposto anche di sì.
Mentre tornava a casa si diede più volte dello stupido per aver accettato quell'accordo.
Nota autrice:
Ciao a tutti!
Eccomi tornata dopo più di un mese d'assenza... scusate... 😓 ma dopo gli esami sono volata in vacanza e ho lasciato perdere tutto il resto.
Allora, che dire su questa storia? Spero vi abbia incuriosito questo primo capitolo e che abbiate voglia di leggere anche gli altri. Commenti e stelline sono benaccetti. ❤️
👉🏻Inoltre, cosa super importante: il titolo fa schifo (non provate a dire il contrario, perché lo so che è orrendo), quindi è provvisorio e probabilmente lo cambierò prima o poi. Se qualcuno avesse un titolo da consigliarmi sarebbe utilissimo e vi ringrazierei all'infinito!
Ci vediamo al prossimo capitolo!
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Only A Fake - Måneskin
Fanfic"Volevo chiederti un favore. Ma è una cosa un po'... particolare" disse, agitato. "Dimmi. Ti giuro che non ti giudico" "Ok, allora: vorrei che tu facessi finta di essere il mio ragazzo" quasi urlò Thomas. Ethan si bloccò di botto e smise di camminar...