Six

702 30 0
                                    

Ho già detto che odio le sveglie? No? Bene, allora lo dico adesso: ODIO LE SVEGLIE.
Sono la cosa che odio di più dopo i broccoli.
Voglio dire,  non è che non mi piacciano  i broccoli, ma li odiano tutti e mi sembra ovvio metterli in mezzo.
O forse erano i cavoletti? No, penso siano i broccoli.
Ma cagate a parte,  la sveglia delle sette mi fece alzare dal letto con il malumore pronto a sfociare in una crisi fatta di urla isteriche e strangolamenti del tutto casuali, influenzando tutto quel fantastico martedì che da lì a poco sarebbe davvero iniziato. 
Vi lascio da parte tutto quello che avvenne prima della mia stilosa entrata a scuola.
Come al solito parcheggiai la macchina ed entrai (quasi) nell'atrio.
Sì, quasi, perché inciampai come un idiota in uno scalino e caddi di testa sullo spigolo dello scalino successivo.
Ragazzi, ho rischiato il coma.
Mi risvegliai penso due ore dopo in infermeria con del ghiaccio sulla fronte e delle garze su un taglio vicino alla tempia sinistra. All'inizio non capii nemmeno cosa fosse successo. Poi una fitta di mal di testa mi fece capire cosa mi era capitato prima di entrare e sbuffai combattuto.
La bidella entrò tempestivamente nella stanza non appena tossii una volta e non perse tempo nello spiegarmi che non avevo nessun tipo di trauma cranico o cose simili e che un po' di ghiaccio avrebbe dovuto risolvere la questione nel giro di qualche giorno.
Andiamo, nemmeno il tempo di far guarire i lividi iniziali che già me ne ero fatti altri, non è possibile! Da lì a poco mi avrebbero iniziato a chiamare Louis Idiota William Tomlinson, per tutte le cazzate che ero riuscito a fare in nemmeno due settimane.
Ma passiamo oltre.
Mentre leggevo un giornale del 2009 seduto sul lettino dell'infermeria, con tanto di occhiali, sentii la porta chiudersi.  Pensai che fosse entrata la bidella e quindi non mi preoccupai più di tanto delle mie condizioni abbastanza ridicole, perciò non mi mossi dalla mia posizione e continuai a leggere un articolo sulla produzione biologica del mais.
《Ti sei di nuovo infortunato, Tomlinson?》
Quella voce mi fece sobbalzare. Con tutte le persone che potevano entrare proprio lui?
Alzai lo sguardo e lo osservai in silenzio. Era vestito con un completo grigio, una camicia bianca coperta in parte da un gilet grigio scuro e ai piedi portava quelle che avevano tutta l'aria di essere scarpe molto costose.
I suoi capelli ricci erano lasciati allo sbaraglio senza avere nemmeno un pizzico di gel, eppure erano in un certo senso molto ordinati.
Insomma, non sto nemmeno a dirvi quanta saliva iniziò a produrre la mia bocca quando compresi appieno la bellezza di quell'uomo. 
《Tomlinson, come hai fatto a fasciarti la testa in quel modo?》
《Sono inciampato e ho battuto la testa sullo scalino della gradinata. Lo so, fa ridere.》 Infatti una leggera risata cercò di uscire dalle sue labbra, ma lui riuscì a trattenerla per non sembrare indiscreto.
Ci furono due lunghissimi minuti di silenzio in cui il mio imbarazzo era alle stelle, l'aria era carica di tensione e il mio cervello mi stava urlando di chiedergli scusa.
Nel mentre che io decidevo cosa fare lui leggeva un libro e intanto beveva una tazzina di tè presa alle macchinette, appoggiato al davanzale della finestra.
Alla fine mi decisi e mi schiarii la gola.
《Ehm... Comunque mi scusi per ieri, signor Styles. Non era mia intenzione urlarle addosso in quel modo, è solo che ero a disagio e non controllavo a pieno le mie emozioni.》
Lui sollevò lo sguardo dalle pagine e rivolse tutta la sua attenzione verso di me.
Sentii le mie guance prendere fuoco e abbassai lo sguardo sul suo libro per evitare di guardarlo dritto negli occhi.
Le mie gambe si muovevano nervosamente  sospese in aria e le mie mani stavamo iniziando a sudare non poco a contatto con la finta pelle del lettino.
《Non ti preoccupare Tomlinson. L'avevo capito... Sai, sono stato adolescente anche io e capisco come ci si sente ad avere un professore che pensa di capirti e ti sprona a fare cose che tu non vuoi fare. Ho sbagliato anche io dopotutto, forse dopo un solo incontro non eri pronto per sentirti sbattere in faccia in quel modo la verità.》 Sorrise ampiamente e vidi crearsi due fantastiche fossette ai lati della sua bocca.
Chiuse il libro con calma e lo mise nella borsa a tracolla che aveva portato con sè.
Finì di bere il suo tè e buttò il bicchierino di plastica nel cestino vicino al lettino.
Quando si tirò indietro la sua mano si appoggiò sul mio ginocchio in modo per nulla casuale. Strinse leggermente e mi guardò diritto negli occhi, con le palpebre semi chiuse.
Sorrise di nuovo.
《Ti stanno bene quegli occhiali, Tomlinson.》 Poi tolse la mano, prese le sue cose e lasciò la stanza.
Mi lasciò da solo in quella stanza con molti più dubbi di prima e con molta più curiosità.
Dopo solo un incontro....
Voleva che ce ne fossero altri?
Voleva vedermi ancora?
Pensava di capirmi?
Cazzo, mi conosceva meglio lui di me e il nostro primo incontro era stato meno di due giorni prima, una cosa direi molto preoccupante, dato che io mi conosco da diciotto anni.
___

《Louis! Possibile che tu riesca sempre a farti male?! Santo cielo, la prossima volta ti faccio uscire con i cuscini attorno alla testa! 》
La grande apprensività ha sempre contraddistinto mia madre dalle altre madri. E okay, ci sta essere un po' in pensiero per tuo figlio, ma alcune volte esagerava davvero.
Fortunatamente non fu questo il caso, dato che si limitò a guardarmi male e non portarmi all'ospedale come avrebbe fatto in altre occasioni.
《Mamma lo sai da anni che il mio talento è farmi male nei modi più improponibili, non dovresti più stupirti in questo modo!》 Ridacchiai addentando il mio toast al prosciutto.
《Lascia stare, finisci il tuo toast e poi preparati, vieni con me al centro commerciale. Dobbiamo fare compere, io e te.》
A quelle parole il toast che stavo ingerendo mi andò di traverso e cominciai a tossire come un maledetto.
《Compere?!..?》 Esalai nel mio soffocare poco silenziosamente.
《Esatto fanciullo mio, non ti sarai mica dimenticato del matrimonio di Zia Molly?! Sai, guardacaso hanno invitato anche te!》
In quel momento avrei preferito morire soffocato dal toast piuttosto che andare al matrimonio di mia zia. 
Ma oltretutto, cosa avrei dovuto fare? Se non fossi andato mia madre mi avrebbe bastonato fino al centro commerciale e di lividi ne avevo già abbastanza.
Dunque, una volta aver finalmente ripreso a respirare normalmente, annuii poco convinto e camminai lentamente al piano superiore come un cane bastonato.
Quello sarebbe stato un lungo martedì.

[SOSPESA] Mon (gay) professeur de François | Larry Stylinson AU Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora