Quatre

814 34 0
                                    

《Pronto? Ciao Zayn. Senti, sei a casa? Devo parlarti. Sì, appena puoi. Sono a casa. Grazie. A tra poco. Ciao.》
Erano le tre del pomeriggio e io ero arrivato a casa sano e salvo alle undici e un quarto. In quel tempo non avevo fatto altro se non mangiare cereali e guardare repliche di film che avevo già visto minimo tre volte, piazzato in salotto nella più completa solitudine e tranquillità, munito di telecomando e gatto peloso sulle gambe messo in modo da scaldarmi tutto l'interno coscia e farmi bruciare dentro. Era solo metà settembre, faceva ancora abbastanza caldo infondo, e un gatto a pelo lungo sulle cosce non era proprio il massimo, ma era il mio gatto e mi dispiaceva toglierlo.
Almeno ero in boxer, quindi il caldo che arrivava dalle gambe veniva contrastato dal fresco che riceveva la mia pancia, a creare una specie di equilibrio strano tra caldo e freddo che vedeva come centro proprio il mio pacco. Che situazione ragazzi.
Ma a parte i conflitti tra caldo e freddo, stavo guardando per la terza volta in quell'anno un film di cui non ricordo il nome (ma molto interessante) quando il campanello suonò.
《Zayn ci hai messo poco!-dicevo mentre spostavo a malincuore il gatto e mi alzavo per raggiungere la porta- di solito ci metti sempre delle ore a prepararti per venire qui!- abbassai la maniglia-comunque, ti devo parl-》 Aprii la porta e strabuzzai gli occhi. No, non era assolutamente Zayn quello che stava davanti alla porta con le braccia conserte e un sorriso accattivante.
Le mie guance divennero rosso fuoco e rimasi lì impalato senza sapere cosa fare.
《Tomlinson, dobbiamo parlare.》 Disse ridacchiando per la mia espressione.
Mi grattai la nuca imbarazzato e abbassai lo sguardo. Appena vidi la mia erezione nascente diventai ancora più viola e corsi via alla ricerca di un paio di pantaloni.
Trovai i pantaloni della tuta che avevo lanciato la sera prima quando dovevo andare a farmi la doccia e me li misi di corsa. Sentivo la sua risata propagarsi in casa, segno che era entrato; poi sentii la porta chiudersi.
Calma Louis, mi sono detto, hai solo il professore più figo della scuola chiuso in casa con te, cosa potrebbe andare storto?
Sembravo una ragazzina in preda agli ormoni.
Tornai in salotto e pregai gli dei che non avesse notato la mia semi erezione, ma la sua risata mi fece intendere esattamente il contrario.
《Come fa a sapere dove abito?!》 Chiesi ricomponendomi e lisciandomi i pantaloni nervosamente.
《Louis, sono un insegnante e come tale ho accesso a tutte le informazioni disponibili sui miei alunni. Quindi non mi è stato difficile trovare il tuo indirizzo. Comunque, ti devo parlare di oggi.》Disse incrociando le braccia e spostando il peso sul piede sinistro.
《Non c'è nulla di cui parlare riguardo oggi. Quel tipo, Cooper, come ha detto lei è un deficiente. E pagherà per la sua mancanza di tatto. Fine. Queste non sono cose che la riguardano》 Sussurrai appoggiandomi al muro.
《Posso sedermi?》 Chiese cortesemente dopo un secondo di silenzio. Acconsentii e mi staccai dalla parete per togliere i vari telecomandi e i cereali. Mi chiesi dove fosse Zayn in quel momento, dato che avevo bisogno di lui.
Spensi la televisione e mi sedetti sul divano color crema, seguito dal nuovo arrivato.
《Io penso invece che tu abbia bisogno di parlare con qualcuno. Fidati, il tuo modo di comportarti dice molto più di quello che tu possa dire con le parole. 》
《Ah sì? E cosa dice il mio corpo?》 Chiesi aggiustandomi un ciuffo di capelli che mi era finito sugli occhi.
《Tu hai bisogno di qualcuno a fianco a te, che ti consigli e tiri fuori il migliore lato di te, non il peggiore come fanno molti. Non lo so, qualcuno che magari ami.
Calcò bene l'ultima parola, intrecciando le mani sulle cosce e voltandosi a guardarmi.
Dio, che occhi. E che mascella... Da vicino era ancora più bella. Mi veniva voglia di accarezzarla, di morderla...
Stavo divagando con i miei pensieri un po' troppo e non mi accorsi che il professor Styles mi stava parlando. O meglio, stava cercando un contatto con me, senza molti risultati.
Mi ripresi e cercai di sentire le sue parole.
《Louis? Mi stai ascoltando?》
《A dir la verità no, può ripetere?》Raddrizzai la schiena e la appoggiai sullo schienale.
《Dicevo, hai qualcuno a cui tieni particolarmente? Non so, una fidanzata, una sorella, un amico del cuore...》
Alzai un sopracciglio.
《Ha detto che ha accesso a tutte le informazioni riguardanti me, dovrebbe saperlo...》
Prese un sospiro e si guardò un po' in giro, poi si rivolse di nuovo a me e sorrise.
《Lo so, ma volevo sentirlo uscire dalla tua bocca...》 Accennai un sorriso anche io e risposi con calma.
《Ho una sorella, sì. Rompe sempre le palle e mi assilla, ma è comunque mia sorella e devo comportarmi come il fratello maggiore che mia madre vuole che io sia. Oltre a lei ho alcuni amici sì, ma preferisco non impicciarli nei miei affari, hanno già i loro problemi...》
《Quindi non ti viene in mente nessuno? Relazioni amorose in corso non ne hai?》 Lo fulminai con lo sguardo e dentro di me sentii sormontare la rabbia.
《Ha sentito cosa ha detto quel figlio di puttana oggi, no? Le sembra che io possa avere un fidanzato con quello che faccio? Certo che no, sono stato un idiota a pensarlo qualche anno fa. Sono destinato a scopare tutti, ma amare nessuno. Ora, se non le dispiace, ho altro da fare, quindi mi faccia il piacere di andarsene ed evitare di venire in casa mia senza il mio permesso, altrimenti nulla mi toglierà il diritto di denunciarla!》 Mi alzai di scatto e andai ad aprirgli la porta.
《Non puoi scappare per sempre da quello che ti sei procurato, Louis...》
《La prego Signor Styles, se ne vada》 Sbuffai pesantemente e strizzai gli occhi.
《Louis, ascoltami. A me non interessa se tu fai sesso con tutta la gente che incontri o altro. Io vedo in te una persona che ha bisogno di amore, e fidati, troverai una persona che ti saprà amar-》
《Se ne vada! Subito!》 Urlai con gli occhi lucidi. Lui si zittì all'istante e uscì dalla porta, e prima di chiuderla, si fermò ancora, per un istante.
《Arrivederci, Louis. A Giovedì.》
Chiuse la porta alle sue spalle.
Mi buttai addosso alla porta e presi la testa tra le mani, continuando a scuoterla a destra e sinistra per evitare le lacrime che prontamente avevano fatto velare i miei occhi.
Tirai la testa indietro e sentii al di fuori il rombo di una macchina in accensione.

___

Il campanello mi svegliò.
Mi ero addormentato nella stessa posizione, con la testa sulle ginocchia e le braccia strette sulle gambe senza volerlo davvero. La testa mi pulsava, il collo e la schiena si infiammavano appena li muovevo. Le gambe erano addormentate, il didietro lo sentivo come uno schermo in tilt.
Mi alzai con calma e aprii. Questa volta era davvero Zayn, per mia fortuna (O sfortuna?).
Non mi accorsi subito di lui, dato che vicino si ergeva una figura imponente e minacciosa.
《Oh, Liam, non ti aspettavo. Entrate pure》
Mi feci da parte ed entrambi si buttarono sul divano facendo a gara riguardo a chi spettava più spazio.
《Ragazzi, vi devo parlare. Zayn, tu dovresti già saperlo, ma Liam, dato che non eri previsto, saprai tutto con calma, poi dacci i tuoi consigli da uomo vissuto.》 Ridacchiando tutti ci sistemammo in modo da vederci tutti in faccia.
Presi un grande respiro e unii le mani, pronto a parlare.

[SOSPESA] Mon (gay) professeur de François | Larry Stylinson AU Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora