Twenty-four.

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E poi piangi, ma piangi disperatamente, con i singhiozzi, e non riesci a fermare quelle cazzo di lacrime che scendono. Pensi a quanto fai del male, a quanto te ne fai, e a quanto te ne fanno. Le parole che ti prendi 24h su 24h dei tuoi genitori. ‘Sei grossa’ 'sei inutile’ 'mi deludi’ 'testa di cazzo’ 'non c'è la faccio più con te’ 'non sei per niente responsabile’ 'perché non sei come gli altri ragazzi’ e altre che fanno un male assurdo. Genitori che non riescono a capirti, che ti continuano ad urlarti in faccia e mai a chiedere un fottuto 'COME STAI?’,un fottuto 'Com'è andata a scuola?’ 'C'è qualcuno che ti sfotte?’. Che ti abbracciano, e che ti dicano 'la mamma e papà sono sempre con te’ e che non pensano solo alla scuola, alla stanza da sistemare, e puttanate varie. Di tutte le parole che ti dicono a scuola quelle o quelli che ti circondano. E tu non riesci a reagire, non c'è la fai e ti butti giù! Ti sotterri e rimani lì con le cuffie nelle orecchie.  Tutte le litigate con i professori.  Le amiche che se ne vanno e quelle che non riescono a capirti.  Ti senti sola in questo mondo di merda e non puoi fare niente.  Tremi e piangi. Ti metti nel letto e piangi, stringendo un peluche del cazzo che forse ti dà più affetto degli altri. Non era questa la vita che sognavo da piccola.  Non è questa.

- Unknown.

Little Diary Of MemoriesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora