(Capitolo 2)

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Attenzione: in questa storia sono state usate frasi tratte dalla triloa di Veronica Roth. O dal film.

1 parte: la prima a saltare Tris

Subito dopo la cerimonia, fummo immediatamente messi alla prova. Tutti gli intrepidi e non, si misero a correre. E nello stesso modo come erano arrivati adesso dovevamo tornare a quella che era la nostra...la mia nuova casa.

Si avete capito bene, in mezzo a loro c'ero anch'io. Correvo per stare al passo. Clarke era più in forma di me e ogni tanto si girava per vedere se stessi bene.

"forza Beatrice..." disse sorridente

Ci arrampicammo sui binari dove passava il treno a tutta velocità. Il treno che faceva il giro di tutta la città, e non si fermava mai, almeno non per gli intrepidi.

Riuscì proprio all'ultimo istante ad afferrare una maniglia dell'ultima cabina e un braccio spuntò fuori per afferrami e tirarmi dentro. Era Clarke.

"grazie" disse cercando di riprendere fiato

Clarke rise "vedrai che ti ci abituerai"

Avevo dei dubbi. Ma non dissi nulla.

Ci mettemmo sedute vicino alla porta aperta del treno a vedere la città a quella velocità. Ti sembrava di essere il padrone del mondo. Di poter fare tutto quello che ti pare.

Tutto ciò... la corsa, la vista della città...tutto mi sembrò così diverso. Mi stava mettendo adrenalina. Infondo, forse, sono anche io un intrepida.

Quando stavo per farmi un'idea di quello che ci aspettava e a cercare di abituarmi, come diceva Clarke. Ecco che...

"ma sono pazzi? Ma stanno saltando, di nuovo..." dissi alzandomi.

Mi voltai verso Clarke "dobbiamo farlo anche noi" disse

"e se non saltiamo che succede?" chiesi anche se già immaginavo la risposta

"siamo fuori. Non abbiamo altra scelta."

"non so se ce la faccio" protestai

Clarke mi prese la mano e disse "insieme"

beh! Come sempre, pensai. Le sorrisi. Poi presa una bella rincorsa saltammo giù.

Noi riuscimmo a saltare... e ad atterrare facendo una piccola capriola sul terriccio e tornammo in piedi.

Ma c'era anche chi non era stato altrettanto fortunato. Una ragazza era rimasta appesa al cornicione del palazzo. Stavo per aiutarla quando uno degli intrepidi con un strano piercing al naso mi fermò...

"deve farcela da sola" disse avvicinandosi

ma la ragazza era in difficoltà, era agitata e le scivolavano le mani...

"puoi scegliere...puoi tirarti su o puoi lasciarti andare" disse il tizio grosso e brutto

...alla fine la ragazza ormai esausta perse la presa, scivolò nel vuoto, precipitando alla velocità della luce per poi schiantarsi rumorosamente a terra.

"gli intrepidi non è una fazione per i deboli. Il suo posto non era fra noi. Qui non sono ammessi sconti per nessuno." disse il tizio e mi fissò

Nessuno si era ribellato, una ragazza era appena morta e non importava a nessuno. Ma gli intrepidi non erano addestrati per aiutare? Mi sfuggiva qualcosa...

Subito dopo ci chiese di saltare, di nuovo, questa volta ci dovevamo buttare giù dal palazzo...

Dopo quello che era appena successo? Sul serio?

THE HUNDRED DIVERGENT (Clexa & TrisQuattro) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora