CAPITOLO 2

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Il mattino seguente decidemmo di andare a fare colazione al bar.
‹‹Che ne dite se oggi facciamo qualcosa di nuovo?›› disse James mentre consumavamo la colazione.
‹‹Tipo?›› chiese Marco.
‹‹Andare a vedere l'allenamento dell'Atletico›› ribatté James. Io stavo quasi per strozzarmi, Vale scoppiò a ridere perché sapeva di Griezmann. Ero l'unica a non essere particolarmente entusiasta dell'idea di James, ma fui "costretta" a seguirli, non avevo una giustificazione plausibile per non andare. Non potevo di certo dirgli, "non vengo perché c'è Antoine" mi avrebbe riempito di domande, quindi dopo pochi minuti eccoci al campo. C'era tantissima gente, dopo qualche minuto eccoci sedute sulle gradinate a seguire l'allenamento. I giocatori erano già in campo, e inconsapevolmente i miei occhi cercarono subito Antoine e quando lo individuai non smisi di guardarlo.
‹‹Te lo stai mangiando con gli occhi›› disse Vale.
‹‹Non posso fare a meno di guardarlo›› dissi.
‹‹Come già ti ho detto, cupido ha fatto centro›› disse, la guardai quasi sconvolta.
‹‹Dai sai come la penso su queste cose›› dissi.
‹‹Queste cose? Chiamale per nome, cioè amore››
‹‹Non scherzare››
‹‹Tesoro dovresti vederti mentre lo guardi, ti assicuro che se non è amore è qualcosa che gli si avvicina››
‹‹Mi fai paura quando parli così, tanta paura››
‹‹Beh certo, perché sai che ti sto dicendo la verità››. Dopo Alex avevo smesso di credere nell'amore o su qualsiasi cosa che si ci avvicinasse e ora? Cosa mi stava succedendo?
Finito l'allenamento molti scesero per farsi firmare autografi, anche i ragazzi e anche stavolta mi toccò seguirli, non che mi dispiacesse rivederlo, ma mi sentivo alquanto strana in quella situazione.
Nel frattempo ci raggiunse Antoine.
‹‹Il destino è stato velocissimo›› disse avvicinandosi e dandomi un bacio sulla guancia.
‹‹Decisamente›› risposi, mentre i ragazzi mi guardavano a bocca aperta, tranne Vale che sapeva tutto.
‹‹Ti va se andiamo a fare due passi?›› chiese.
‹‹Ok›› risposi e dopo avergli presentato i miei amici andammo via.
Eravamo in giro e, dopo i primi minuti di imbarazzo da parte di entrambi, iniziammo a parlare con un po' più di confidenza, si fa per dire, lui restava sempre il calciatore famoso e io una qualunque, ma lui faceva di tutto per non farmi notare la differenza. Decidemmo di fermarci a bere qualcosa, scelse un posto tranquillo anche se non mancavano gli sguardi incuriositi della gente. Tra una chiacchiera e l'altra si fece una certa ora. Mi accompagnò a casa, aveva insistito per farlo e non potei dire di no.
Il mattino seguente furono le ragazze a svegliarmi.
‹‹Svegliaaaaaaaaaaa›› urlarono entrando in camera mia con la delicatezza di un elefante, sarebbe stato impossibile non sentirle.
‹‹Siete impazzite per caso?›› chiesi ancora assonata.
‹‹Come è andata?››
‹‹Vi siete divertiti?››
‹‹Che tipo è?›› chiesero una dietro l'altra.
‹‹Ehi con calma, sto ancora dormendo›› dissi.
‹‹Dai racconta, siamo curiose›› disse Sophia.
‹‹Abbiamo chiacchierato del più e del meno, è un ragazzo molto carino›› dissi alzandomi e correndo verso il bagno per fare una doccia e cambiarmi.
‹‹Tutto qua?›› urlò Valeria.
‹‹Si tutto qua, cosa vi aspettavate?›› risposi da sotto la doccia.
‹‹Beh almeno un bacio›› fu la pronta risposta di Sophia.
‹‹Un bacio?›› chiesi uscendo dal bagno ‹‹tu sei matta›› aggiunsi.
‹‹La matta sei tu, io uno così lo avrei baciato al volo››
‹‹Marcello non credo pensi la stessa cosa›› dissi uscendo dalla stanza e raggiungendo la cucina per far colazione.
‹‹Buongiorno ragazzi›› dissi con tono euforico giunta in cucina.
‹‹Buongiorno a te›› risposero in coro.
‹‹A cosa dobbiamo questa tua allegria?›› chiese Marcello.
‹‹All'amore›› rispose Sophia appena arrivata in cucina.
‹‹Si per la musica e la fotografia, sbrigatevi che oggi si fa shopping›› dissi sorseggiando l'ultima goccia di caffè. E dopo più di un'ora di attesa eccoci finalmente in giro. Tra un negozio e l'altro notavo che Arianna stava spesso con il cellulare in mano cosa che faceva di solito solo in assenza di Marco, ma non gli diedi molto peso, magari scriveva a qualche amica in Italia. Nel frattempo ricevetti un messaggio da Antoine.
"Se non hai impegni ti va di vederci?"
"Nessun impegno, dimmi l'ora e il posto"
"Parco del Retiro alle 15:00"
"Perfetto a dopo". Ci fermammo a pranzo fuori, ma io rientrai a casa prima di loro per cambiarmi. Decisi di mettermi una semplice tuta, adoravo l'abbigliamento sportivo e comodo, non amavo le cose appariscenti. Nel mio armadio infatti non esistevano né vestitini succinti né tacchi alti, optai per una tuta con la maglia bianca con una grande W e la scritta Windsor rossa, un paio di pantaloni blu scuro e le scarpe rosse. Finito di prepararmi, presi la mia immancabile macchina fotografica, salutai i ragazzi e mi incamminai, non volevo arrivare in ritardo, ero un'amante della puntualità. Ero sempre dell'idea che l'orario per gli appuntamenti, di qualsiasi genere, esistesse appunto per questo, altrimenti non avrebbe senso e ognuno arriverebbe quando gli pare. In questa occasione avevo anticipato di molto, erano appena le 14:30 e nell'attesa ne approfittai per scattare qualche foto qua e là. Ero ormai immersa nella fotografia, era come una droga per me, scattavo una foto e poi un'altra, e poi cinque, e poi dieci, sarei andata avanti all'infinito. Fu l'urlo di alcune ragazzine a riportami alla realtà. Mi voltai verso di loro e notai che erano in estasi per Antoine, che appena mi vide sorrise, finì di fare autografi e foto, mi raggiunse e mi salutò con un bacio sulla guancia.
‹‹Noto che porti sempre dietro la macchina fotografica›› disse mentre ci incamminammo all'interno del parco.
‹‹Si, è la mia più grande passione. O come la chiamo io: la mia migliore amica insieme alla musica››
‹‹Allora siamo nel posto giusto, qua c'è un mondo da fotografare›› ed aveva ragione, era un parco straordinario. Dopo un'iniziale imbarazzo da entrambe le parti, ora iniziavamo a scioglierci di più. Si scherzava, si rideva, si parlava del più e del meno, e anche lui si dilettava nella fotografia con scarsi risultati.
‹‹Con il pallone sono più bravo›› disse ridendo e facendomi vedere una foto che aveva appena scattato ad un fiore, che però non sembrava tale sulla foto.
‹‹Non c'è paragone›› dissi sorridendo.
‹‹Segui il calcio?›› chiese.
‹‹Amo il calcio››
‹‹E mi togli una curiosità?›› chiese mentre avevamo raggiunto un bar.
‹‹Certo dimmi››
‹‹Il bianco-rosso della tua maglia non ha nulla a che vedere con l'Atletico?››
‹‹Assolutamente no›› dissi con tono deciso.
‹‹Ti fa schifo l'Atletì? Hai risposto in modo deciso››
‹‹No, non è che mi faccia schifo, il mio cuore ha altri colori››
‹‹Aspetta, non dirmelo se indovino vieni a cena con me›› disse prima che potessi dire per che squadra tifavo.
‹‹Inviti tutte così?››
‹‹Assolutamente no, volevo trovare un modo originale.. ci sono riuscito?››
‹‹Si, si è molto originale›› dissi mentre qualche fan si era avvicinata per chiedere l'autografo.
‹‹Spero non ti dispiaccia›› disse.
‹‹No, no fai tranquillo anzi ne approfitto per fare qualche foto›› dissi prendendo la mia immancabile macchina fotografica.
‹‹È bello vedere con quanto amore esaudisci le richieste dei fan›› dissi.
‹‹Prima di diventare calciatore anche io ero fan dei miei idoli, so come ci si sente quindi quando posso cerco di soddisfarli, purtroppo non sempre è possibile e in quei casi mi dispiace tantissimo leggere la delusione nei loro occhi››. Devo ammettere che non mi aspettavo fosse così umile. Molti calciatori raggiunta una certa fama diventavano un po' arroganti e presuntuosi, lui no, lui era diverso, era speciale.
‹‹Ma tornando a noi, devo indovinare per quale squadra fai il tifo›› disse. ‹‹Barcellona›› aggiunse dopo qualche minuto.
‹‹Sei una mago ammettilo››
‹‹Ahahah no, diciamo che il destino in questo periodo mi è tanto amico›› disse sorridendo. Cavolo quel sorriso. Mi chiedevo come un ragazzo così bello fosse single, e soprattutto perché perdeva tempo con una come me, non avevo un fisico da modella, avevo i miei chiletti in più, in giro c'erano delle ragazze stupende e lui era lì con me e mi aveva anche invitato a cena.
Tra noi si era creata una bella atmosfera, atmosfera interrotta dai suoi amici tra cui Carlos.
‹‹Disturbiamo???›› esordirono in coro.
‹‹Secondo voi?›› rispose Antoine.
‹‹Forse sì, ma ormai vi abbiamo interrotto.. non vuoi presentarci la tua amica?›› chiese Carlos.
‹‹Tu più o meno la conosci›› disse Antoine rivolgendosi a Carlos.
‹‹Non dirmi che è la famosa ragazza della foto›› disse guardandomi.
‹‹Esatto, lei è Nicole›› disse e poi rivolgendosi a me ‹‹Questi sono i miei migliori amici Carlos, Damian, Leon e Martin›› disse presentandomi i suoi amici.
‹‹Finalmente ti ha trovato›› disse Carlos.
‹‹Carlos e dai›› disse Antoine cercando di zittirlo.
‹‹E dai? No caro, è giusto che lei sappia quello che mi hai costretto a fare›› disse Carlos con determinazione.
‹‹Anche noi vogliamo sapere›› dissero gli altri in coro. Io mi sentivo un po' frastornata.
‹‹Allora dovete sapere che il Romeo francese, aveva già incontrato Nicole›› disse marcando il mio nome ‹‹ma purtroppo a causa del mio improvviso arrivo lei è scappata. Bene, da quel giorno ti ho cercato per tutta Madrid e sarebbe stato capace di farmi girare tutta la Spagna senza sapere nemmeno il tuo nome, cercavo così nel buio, ti rendi conto? Questo quando si mette in testa una cosa è insopportabile, io ti avviso eh. E comunque ora che finalmente ti conosco devo dire che il mio amico ha buon gusto›› aggiunse. Mi sentivo un po' in imbarazzo. Antoine se ne accorse.
‹‹Tu sì che sei un grande amico che sa mantenere i segreti›› disse Antoine dandogli un buffetto sulla spalla.
‹‹Per questa tua ricerca non sai a quanti appuntamenti ho dovuto rinunciare›› rispose prontamente lui.
‹‹Oh povero il nostro dongiovanni›› disse Leon.
‹‹Stasera recuperi dai, non scoraggiarti›› aggiunse Damian.
‹‹A proposito di stasera tu Romeo verrai con noi?›› chiese Carlos.
‹‹Assolutamente no›› rispose Antoine guardandomi.
‹‹Ah, cenetta romantica›› disse prontamente Carlos.
‹‹Ve lo portate via per favore?›› disse Antoine rivolgendosi agli altri ragazzi.
‹‹Agli ordini amico›› dissero in coro trascinando via Carlos.
‹‹Vi devo un favore›› disse Antoine. ‹‹Scusalo, quando deve fare l'idiota ci riesce alla grande›› aggiunse notando il mio imbarazzo. Continuammo la nostra chiacchierata interrotti di tanto in tanto dai fan che gli chiedevano qualche foto e qualche autografo.

Et si tu n'existais pas pourquoi j'existarais? - Angela || GriezmannDove le storie prendono vita. Scoprilo ora