CAPITOLO 1 p.2

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Erano ormai due settimane che eravamo a Madrid. Una mattina mi svegliai prima di tutti e preparai la colazione. Evento raro visto che ero alquanto pigra, ma avevo voglia di uscire a fare due passi vista la splendida giornata.
‹‹Mmmm che profumino›› dissero gli altri appena giunti in cucina.
‹‹A cosa dobbiamo questa gentilezza?›› disse James.
‹‹Così, ogni tanto ho questi momenti di bontà›› risposi portando il caffè sul tavolo.
‹‹Non so voi cosa avete intenzione di fare oggi, ma io esco a fare due passi›› dissi finendo di bere il caffè.
‹‹Qualche appuntamento segreto?›› chiese Martin.
‹‹Si con il mondo›› risposi mettendo le cuffiette dell'iPod, prendendo l'immancabile macchina fotografica e uscendo. Il "risveglio" di Madrid era uno spettacolo, le strade e le piazze si riempivano lentamente. Io ero letteralmente immersa nella musica mentre scattavo qualche foto qua e là. Ad un tratto mi imbattei in qualcuno, o meglio qualcuno mi venne contro.
‹‹Scusa›› disse prontamente il ragazzo davanti a me.
‹‹Di nu...›› dissi bloccandomi appena mi trovai davanti Antoine.
‹‹Ciao›› disse Antoine avvicinandosi ‹‹ti sei fatta male?›› aggiunse.
‹‹No, tutto ok›› dissi cercando di evitare il suo sguardo.
‹‹Scusami ero distratto›› continuò.
‹‹Antoine dovremmo andare›› disse Torres che lo aspettava insieme a Koke e Gabi.
‹‹Iniziate ad andare, vi raggiungo tra 5 minuti››
‹‹Ok, ma non arrivare in ritardo altrimenti ti toccano i giri di campo extra›› rispose Gabi sorridendo.
‹‹Ok Capitano›› rispose Antoine ‹‹mi fa piacere averti incontrato di nuovo, l'altro giorno per colpa dell'idiota di Carlos sei scappata senza dirmi nemmeno il tuo nome›› aggiunse mentre ci dirigevamo verso una panchina poco distante.
‹‹Non è colpa del tuo amico, sarei andata via a prescindere››
‹‹Allora è colpa mia? Ti faccio così tanta paura?›› chiese mentre eravamo seduti sulla panchina.
‹‹No, no, non c'entri nemmeno tu, è che...›› dissi interrompendomi e alzandomi dalla panchina.
‹‹È che?›› chiese guardandomi con quegli occhi stupendi.
‹‹Aspetta›› disse afferrandomi per un braccio ‹‹non scappare di nuovo ti prego o perlomeno dimmi il tuo nome, almeno per cercarti escludo già tante ragazze››
‹‹Cercarmi?›› chiesi stupita mentre fissavo altrove, non avevo il coraggio di guardarlo in faccia, mi sentivo come una ragazzina alla prima cotta.
‹‹Esatto, cosa che ho fatto da quando sei scappata››
‹‹Tu hai cercato me?›› chiesi incredula.
‹‹Esattamente te›› disse marcando il pronome Te ‹‹e mi ero ormai rassegnato fino a pochi minuti fa quando il destino ci ha fatto incontrare, o meglio scontrare, di nuovo›› disse tenendomi sempre per il braccio.
‹‹Sbaglio o dovresti andare agli allenamenti?›› dissi cercando di deviare discorso.
‹‹Si dovrei e anche piuttosto velocemente ma correrò il rischio di prendermi una ramanzina dal mister, ma stavolta non ti faccio scappare››
Mi voltai finalmente verso di lui.
‹‹Devi essere matto, corri ad allenarti›› dissi.
‹‹No, no se vado via tu scappi››
‹‹Non scappo, giuro›› dissi sorridendo. ‹‹Ora però corri o ti prendi davvero una bella ramanzina›› aggiunsi.
‹‹Ok ora vado, ma tu vieni con me›› disse tirandomi verso di sé.
‹‹Non credo sia una buona idea›› dissi cercando di allontanarmi, eravamo pericolosamente troppo vicini.
‹‹È un ottima idea›› disse trascinandomi con sé e io non opposi poi così tanta resistenza, quel ragazzo aveva uno strano potere su di me nonostante non lo conoscessi affatto. Dopo pochi minuti eravamo giunti al campo di allenamento, i suoi compagni non erano ancora in campo.
‹‹Corro a cambiarmi, per stavolta dovrei aver scampato la ramanzina›› disse sorridendo e correndo verso gli spogliatoi.
‹‹Comunque mi chiamo Nicole›› gli urlai.
‹‹Ah allora ce l'hai un nome, sarei andato avanti a chiamarti "te" ma il tuo nome è decisamente meglio›› disse sorridendo e raggiungendo i compagni. Non capivo cosa mi stesse succedendo, con lui stavo davvero bene, molto bene e la cosa mi faceva piacere e paura allo stesso tempo.

********
‹‹Hola a todos›› dissi entrando nello spogliatoio più allegro che mai.
‹‹Altri due minuti di ritardo e ti facevo ripulire gli spogliatoi›› rispose prontamente il mister.
‹‹Mister le assicuro che il mio ritardo è per una giusta, anzi giustissima, causa›› dissi mentre mi cambiavo.
‹‹Donna, capelli lunghi, occhi stupendi davvero stupendi e cos'altro?›› chiese Gabi sorridendo seguito da Koke e Fernando che sapevano il motivo del mio ritardo.
‹‹Italiana, si chiama Nicole e credo di aver completamente perso la testa per lei››
‹‹Ah sì? Mica ce ne eravamo accorti›› disse Torres.
‹‹Hai perso la testa per una appena incontrata? O meglio scontrata?›› chiese Koke.
‹‹No, l'avevo già vista un'altra volta ma fu un incontro burrascoso, l'ho perfino cercata, ma non sapevo praticamente nulla di lei››
‹‹Hai cercato una ragazza di cui non sapevi nulla?›› chiese il mister stupito.
‹‹Si Mister e sarei andato avanti se non l'avessi rivista oggi››
‹‹Abbiamo perso completamente il francesino›› riabbatté Arda sorridendo e altri compagni annuirono dietro di lui.
‹‹Si Arda direi che sono completamente perso, ma in quei suoi occhi è impossibile non perdersi››
‹‹Occhi?›› chiese maliziosamente Arda.
‹‹Che malizioso›› dissi dando una pacca sulla spalla ad Arda ‹‹Occhi sì, due splendidi occhi azzurri, loro tre possono confermare›› aggiunsi indicando Gabi, Koke e Fer che confermarono.
‹‹Vogliamo iniziare l'allenamento?›› chiese il mister.
‹‹Si Mister andiamo›› dissi uscendo per primo dagli spogliatoi. Non vedevo l'ora che l'allenamento iniziasse così che potesse finire presto per correre da lei.

*****
Dopo qualche minuto ecco i ragazzi uscire, ovviamente il mio sguardo era rivolto solo ad Antoine. Era come una calamita, non riuscivo a guardare altrove e lui ovviamente se ne accorse e mi sorrise. Molti tifosi lì presenti si accorsero di questo sorriso e subito si voltarono verso di me. Cercavo di far finta di nulla anche se mi sentivo un po' in imbarazzo. Per fortuna l'allenamento non durò tantissimo. Fu il primo ad uscire dagli spogliatoi e dopo aver fatto qualche foto e firmato autografi mi raggiunse.
‹‹Vieni ti porto via da qua, ci sono troppi occhi indiscreti›› disse prendendomi per mano. Dopo pochi minuti eccoci in giro per le vie di Madrid, non proprio lontani da occhi indiscreti ma a Madrid l'unico posto tranquillo sono le mura di casa.
‹‹Sai prima di uscire dagli spogliatoi credevo che te ne fossi andata via›› disse mentre ci sedevamo al tavolino di un bar.
‹‹Ti avevo promesso che non sarei scappata››
‹‹Ah solo per la promessa fatta sei rimasta?››
‹‹Si›› dissi mentendo palesemente.
‹‹Si? Non mi sembri tanto credibile sai›› disse sorridendo. Già era bello di suo ma quando sorrideva era qualcosa di straordinario, e quegli occhi, occhi che su di me avevano uno strano potere, c'era da perderci la testa o forse l'avevo già persa. Continuava a fissarmi e io facevo la stessa cosa finché lo squillo del mio cellulare non interruppe quel momento magico. Era Valeria, sicuramente preoccupata per la mia assenza.
‹‹Scusami devo rispondere›› dissi prendendo il cellulare e alzandomi dal tavolo.
"Vale" risposi tranquillamente.
"Vale un tubo, si può sapere che fine hai fatto? Ti abbiamo fatto un sacco di chiamate e non hai mai risposto" disse palesemente arrabbiata.
"Chiamate? Scusa non ho sentito il cellulare ero..." dissi interrompendomi.
"Eri?"
"Ero all'allenamento dell'Atletico, ma ti racconto tutto appena arrivo a casa ora devo lasciarti" dissi riattaccando prima che iniziasse con la sfilza di domande tipiche di Valeria.
‹‹Scusami erano i miei amici preoccupati della mia assenza›› dissi ritornando a sedermi.
‹‹Anche io mi preoccuperei al loro posto›› disse Antoine mentre ci servivano il succo. Tra una chiacchiera e l'altra si fece ora di pranzo e dovevo rientrare se non volevo correre il rischio che mandassero la polizia a cercarmi. Dopo esserci scambiati il numero ed esserci salutati rientrai a casa. I ragazzi erano a tavola e aspettavano solo me per pranzare.
‹‹Salve amici›› dissi accomodandomi.
‹‹Rientri dopo ore, dopo non aver risposto alle nostre chiamate e te ne esci con un "salve amici"?›› disse prontamente Marco e a seguire anche gli altri mi chiesero che fine avessi fatto. Gli raccontai solo che ero stata in giro a fare foto ed avevo perso la cognizione del tempo. Ero stata abbastanza credibile, tranne per Valeria, lei mi conosceva troppo bene e sapeva quando nascondevo qualcosa. Ero sdraiata sul mio letto con le cuffie nelle orecchie e ripensavo a quello appena successo. Cavolo non lo conoscevo nemmeno eppure mi mancava, stare con lui anche se per poco tempo mi aveva fatta sentire bene, non provavo queste sensazioni da tanto tempo. Ci pensò Valeria a riportarmi alla realtà.
‹‹Mi fai vedere che foto hai fatto oggi?›› chiese venendo a sedersi sul letto.
‹‹Le foto? Da quando ti interessano le mie foto?››
‹‹Da ora, posso vederle?›› disse prendendo la macchina fotografica. ‹‹Tutte queste ore fuori per scattare un paio di foto? E poi che sei andata a fare all'allenamento dell'Atletico?›› aggiunse dopo aver visto le foto.
‹‹Cavolo non ti posso nascondere nulla››
‹‹Dovresti saperlo ormai, quindi sputa il rospo››
‹‹Ok, ma che resti tra noi››
‹‹Non aprirò bocca››
‹‹Ero con Antoine››
‹‹Antoine Griezmann?›› disse urlando.
‹‹Shhh non urlare così o sentiranno tutti››
‹‹Ok, ok scusa ma eri con lui?››
‹‹Si, ci siamo incontrati, o meglio scontrati, mi ha chiesto di andare agli allenamenti e poi abbiamo bevuto qualcosa››
‹‹Ti piace eh?›› chiese conoscendo meglio di me la risposta, ma io la guardai senza rispondere ‹‹ti piace, ti piace e anche tanto›› aggiunse dandomi una pacca sulla spalla.
‹‹Non lo so Vale, non lo so, ma con lui sono stata bene e poi ha un sorriso stupendo e i suoi occhi, cavolo i suoi occhi mi hanno rapita››
‹‹Hai gli occhi a cuoricino amica mia››
‹‹Tutto questo non può succedere›› dissi alzandomi dal letto e iniziando a fare avanti e indietro nelle stanza.
‹‹Perché dici così? Non sono cose che si possono controllare››
‹‹Lo dico perché siamo troppo diversi, lui vive in Spagna e io in Italia, lui è un calciatore Vale, un calciatore, non un ragazzo qualunque›› dissi un po' sconsolata.
‹‹Perché ti poni tanti problemi e non ti vivi la cosa serenamente? Di cosa hai paura realmente? Alex vero?››
‹‹Anche con lui sentivo le stesse cose e poi..››
‹‹E poi è stato un idiota, ma non sono tutti come lui fidati››. Nel frattempo ricevetti un messaggio, presi il cellulare e dopò aver letto il suo nome sul mio viso spuntò un sorriso che ovviamente Vale notò subito.
‹‹Sei completamente cotta amica mia, completamente›› disse sorridendo e uscendo dalla camera.
"Oggi mi ha fatto veramente piacere stare con te e spero che presto succeda di nuovo" questo era il suo messaggio.
"Ha fatto piacere anche a me e chi lo sa magari il destino ci fa incontrare o scontrare prima che ce lo aspettiamo" questa la mia risposta.

Et si tu n'existais pas pourquoi j'existarais? - Angela || GriezmannDove le storie prendono vita. Scoprilo ora