CAPITOLO 4

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Passarono alcune settimane, a Madrid ormai mi sentivo come a casa mia, anzi meglio. Era un città straordinaria. Era da giorni che mi frullava in testa l'idea di trasferirmi là, ma per farlo avrei avuto bisogno di un lavoro e di un appartamento piccolo ed economico, la casa in cui eravamo ora era eccessivamente grande per una persona. Ero serenamente seduta al tavolino del bar sorseggiando un caffè e leggendo gli annunci di lavoro.
‹‹Deve esserci qualcosa di molto interessante su quel giornale vista la tua concentrazione›› disse Isco e successivamente mi presentò alcuni suoi compagni di squadra, Ramos, Jesè e Nacho.
‹‹Annunci di lavoro›› dissi.
‹‹Già stanca della vacanza?›› chiese Isco, mentre si accomodarono e ordinarono un drink.
‹‹Non proprio, diciamo che avrei pensato di prolungare la mia permanenza in Spagna››
‹‹Spagna generico, non Madrid?›› chiese Isco.
‹‹Non ti facevo così perspicace›› dissi sorridendo; i suoi compagni si misero a ridere.
‹‹Ah ah ah sempre più simpatica›› ribatté lui ‹‹e voi non assecondatela›› aggiunse rivolgendosi ai ragazzi.
‹‹Non ti trovi bene qua a Madrid?›› chiese Ramos.
‹‹Si, si mi trovo benissimo, ma c'è un'altra città che mi affascina molto››
‹‹Beh resti a Madrid e in questa città che ti affascina ti ci porta lui a fare un giretto›› sentenziò Nacho.
‹‹Non ci penso neanche per sogno›› sentenziò Isco.
‹‹Il solito antipatico›› dissi.
‹‹Perché non vuoi?›› chiese Jesè.
‹‹Sapete qual è la città che l'affascina? Barcellona›› rispose.
‹‹Beh in effetti non ha tutti i torti›› disse Jesè.
‹‹Ma a lei non affascina solo la città. Giusto?››
‹‹Doppiamente perspicace›› dissi.
‹‹Se c'era una minima possibilità che ti accompagnassi a vederla dopo questa scordatelo›› disse facendo il finto offeso.
‹‹Permaloso. Chiederò ad Antoine››
‹‹Ti dirà di no anche lui››
‹‹Dici?›› chiesi.
‹‹Ci scommetto qualsiasi cosa›› disse con determinazione ‹‹oh giusto di te parlavamo›› aggiunse alzandosi e salutando Antoine che ci stava raggiungendo.
‹‹Spero non cose negative›› disse Antoine salutando tutti e accomodandosi vicino a me.
‹‹No, no, Nicole deve chiederti una cosa››
‹‹Dimmi tutto›› disse Antoine voltandosi verso di me. Quegli occhi avevano uno strano potere su di me. Cercavo di evitare il suo sguardo, ma non era facile. I suoi occhi sono di una bellezza disarmante. E quando sorrideva poi. C'era da perderci la testa.
‹‹Mi accompagneresti a Barcellona?›› chiesi.
‹‹A far cosa?›› chiese insospettito.
‹‹Un giro, è una città che mi affascina lo sai››
‹‹Si la città›› replicò Isco.
‹‹Taci›› dissi guardandolo male.
‹‹Non dirmi che vuoi andare per il Barcellona››
‹‹Beh una volta che ci siamo, sarebbe un peccato non vedere questa fantastica squadra e soprattutto Messi››
‹‹Allora no››
‹‹E dai, non fare l'antipatico come lui›› dissi facendo gli occhi dolci.
‹‹Così non vale›› disse Isco.
‹‹Eh ma questo è un colpo basso, se mi guardi così ti porto anche sulla luna›› disse Antoine sorridendo.
‹‹Quindi mi accompagni?››
‹‹Quando vuoi›› rispose prontamente.
‹‹Traditore›› brontolò Isco.
‹‹Provaci tu a dirle di no mentre ti guarda in quel modo. Vieni anche tu no?›› disse Antoine.
‹‹Assolutamente no›› rispose Isco con fermezza.
‹‹Qua mi sa che qualcuno si è preso una bella cotta›› disse Ramos sorridendo e indicando Antoine.
‹‹Più di uno›› disse Nacho indicando Isco. Io iniziavo a sentirmi alquanto in imbarazzo.
‹‹Ok, forse è meglio andare›› dissi alzandomi.
‹‹No, sul più bello non puoi lasciarci›› disse Jesè.
‹‹Esatto›› confermò Ramos ‹‹Allora voi due che avete da dire?›› aggiunse rivolgendosi ad Antoine e Isco, che si guardavano senza dir nulla.
‹‹Ti piace?›› chiesero contemporaneamente e sempre contemporaneamente risposero ‹‹Dal primo giorno››. Boom, bomba sganciata. Io non mi ero mai accorta di nulla, o forse sì ma avevo paura di ammetterlo a me stessa.
‹‹Ops›› dissero in coro Ramos, Jesè e Nacho.
‹‹Bene. A Barcellona ci andiamo insieme›› disse Isco.
‹‹Ma se poco fa le hai detto che non ci saresti venuto››
‹‹Si ma poco fa non sapevo che ti piacesse, come piace a me››
‹‹Beh nemmeno io lo sapevo altrimenti non ti avrei mai invitato››
‹‹Bene allora come la mettiamo?›› chiese Isco.
‹‹Bella domanda›› rispose Antoine e entrambi mi guardavano come se si aspettassero chissà quale risposta da parte mia.
‹‹Eh?›› chiesi ancora frastornata da quello che stava succedendo.
‹‹Devi scegliere o me o lui›› disse Antoine.
‹‹Esatto o me o lui›› replicò Isco. Io rimasi in silenzio senza sapere che dire, guardavo sia l'uno che l'altro.
‹‹Io...non ci sto capendo nulla. Scusatemi›› dissi alzandomi e andando via. Arrivata a casa corsi direttamente in camera mia. Le ragazze preoccupate mi raggiunsero.
‹‹Che diavolo ti succede?›› chiese Arianna.
‹‹Sono nei casini›› dissi sconsolata e poi raccontai la storia.
‹‹Bel casino›› disse Valeria.
‹‹Non ti invidio per nulla amica mia›› aggiunse Sophia.
‹‹Però bisogna ammettere che sono due bei fighi›› disse Arianna e le altre due confermarono.
‹‹Così però non mi aiutate›› dissi buttandomi sul letto e mettendo la testa sotto il cuscino.
‹‹Ragazze vi va di andare a mangiare qualcosa fuori?›› urlò Marcello dal piano di sotto. Io non ne avevo voglia, ma le ragazze praticamente mi obbligarono ad uscire.
E dopo esserci preparati eccoci nel locale scelto. Nell'attesa che ci fosse servita la cena vidi entrare Isco con alcuni suoi amici. Io cercavo di non farmi vedere, inutilmente. Appena mi vide si avvicinò al nostro tavolo.
‹‹Posso parlarti un attimo?›› chiese dopo aver salutato i ragazzi.
‹‹Ok›› dissi seguendolo. Nel locale c'era troppa confusione decidemmo di uscire fuori, su un terrazzo. Avremmo dato meno all'occhio.
‹‹Mi spiace che abbia saputo in quel modo che mi piaci››
‹‹Spiace più a me averlo scoperto in quel modo, e per giunta da parte di entrambi››
‹‹Se avessi saputo che piaci anche a lui te lo avrei detto già da tempo››
‹‹E se non fosse stato per i tuoi amici quando avevi intenzione di dirmelo?››
‹‹Non lo so››
‹‹Che situazione assurda›› dissi avvicinandomi al parapetto.
‹‹Io a te ci tengo davvero›› disse avvicinandomi e abbracciandomi ‹‹e farò di tutto per conquistarti›› aggiunse andando poi via. Non rientrai subito, avevo bisogno di stare un po' da sola.
‹‹Tutto ok?›› chiese Sophia una volta tornata a tavola.
‹‹Si, si›› dissi cercando di non far capire nulla. Finita la cena i ragazzi decisero di fare un giro, anche se faceva abbastanza freddo. Ma a loro sembrava non importare. Sicuramente il vino bevuto durante la cena iniziava ad avere i suoi effetti.
"Devo parlarti sei a casa?" fu un messaggio di Antoine.
"No sono in giro coi ragazzi"
"Possiamo incontrarci al parco?"
"Ok dieci minuti e arrivo". Salutai i ragazzi, inventando la scusa del mal di testa e raggiunsi Antoine. Lo vidi da lontano che mi aspettava. Non riuscivo mai a spiegarmi perché solo vederlo mi rendeva agitata e più mi avvicinavo a lui più il battito del mio cuore accelerava. Era qualcosa di inspiegabile, e forse qualcosa che io avevo paura di spiegare.
‹‹Ciao›› furono le uniche parole che pronunciai.
‹‹Ciao›› rispose sorridendo ‹‹Scusami se ti ho disturbato, ma non potevo aspettare fino a domani›› aggiunse.
‹‹Nessun disturbo›› dissi. Nel frattempo ci accomodammo su una panchina.
‹‹Mi spiace per quello che è successo oggi, non dovevi saperlo in quel modo. Giuro te lo avrei detto, aspettavo solo il momento giusto, non volevo metterti pressione, so come ci si sente dopo una grande delusione, si smette di credere nell'amore, ma da quando ti ho incontrato ho riscoperto di nuovo quella sensazione, tu hai uno strano potere su di me››
‹‹Ti posso fare una domanda che avrei già voluto farti tempo fa?›› chiesi.
‹‹Tutto quello che vuoi››
‹‹In giro ci sono delle ragazze stupende, con un fisico mozzafiato, famose, perché io che non sono nulla di tutto ciò?››
‹‹Perché tu sei speciale, sei diversa da tutte, hai qualcosa di magico che le altre non hanno, e poi...›› disse avvicinandosi sempre di più ‹‹e poi, i tuoi occhi, sono di una bellezza disarmante›› aggiunse continuando ad avvicinarsi ancora. Eravamo a pochi centimetri di distanza, quando il suo cellulare suonò riportando entrambi alla realtà.
‹‹Scusa›› disse prendendo il telefonino per vedere chi fosse.
"Carlos, sempre nei momenti meno opportuni". Mentre parlava al cellulare mi alzai e feci due passi. Mi chiedevo cosa fosse successo se non avesse chiamato Carlos.

Et si tu n'existais pas pourquoi j'existarais? - Angela || GriezmannDove le storie prendono vita. Scoprilo ora