I CAPITOLO

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Ed esattamente un mese dopo la bella notizia eccomi qui, all'ingresso dell'Accademia insieme ad Arthur.
Gli tengo la mano o forse è lui che tiene me, per evitare che ricominci a camminare avanti e indietro parlando a vanvera.
Siamo qui dalle sei e mezza: ho buttato letteralmente il mio biondino hollywoodiano giù dal letto.
-Bimba, stá calma.-
-E come faccio?! È una svolta per la mia vita questa. Ancora non riesco a credere di essere entrata.-
-Je connais mon amour...ma hey, andrà tutto bene!-
Arthur ha girato il mondo, un pò per lavoro un pò per curiosità personale.
Dice che ogni luogo ed ogni persona conosciuta gli sono utili per recitare meglio, così come imparare lingue diverse.
E per questo era solito aggiungere qualche parola straniera ogni tanto nelle sue frasi.
-Tu avevi l'ansia quando sei entrato?-
Mi sorride alzando le spalle.
-Che domande...quando mai ti agiti tu?-
-Clara, è questione di abitudine. Fidati di me.-
Le sue labbra si posano sulla mia fronte.
-Meno male che almeno ci sei tu...-
Lui annuisce e sembra comprendere tutta l'agitazione che si è letteralmente impossessata di me.
-Almeno così ci vedremo di più. Tra prove per il teatro e giorni di riprese...mi manchi.- confesso.
-Bimba...Sono qui.- mi abbraccia e improvvisamente tutto riprende senso, il mondo mi sembra un pò meno crudele e l'ansia mi abbandona per qualche secondo.
L'ingresso si è lentamente riempito di ragazzi e ragazze, più o meno giovani, che attendono come me.
-Ci siamo honey.- mi sussurra Arthur ad un orecchio, tutto pimpante.
Io stringo ancora di più la sua mano morbida e calda.
Le possenti porte della scuola vengono aperte e velocemente i ragazzi si riversano al suo interno.
Mi sento tirare dalla mano del mio dolce accompagnatore che mi guarda sorridendo, facendomi cenno con la testa di seguirlo.
Riesco finalmente a muovere un passo e mi avvicino a lui che mi cinge le spalle, continuandomi a ripetere di stare tranquilla.
L'atrio è a dir poco enorme e le pareti sono tappezzate di foto e quadri.
-Guarda.- mi dice Arthur, portandomi verso la parete sinistra e indicando una foto con l'indice.
Siamo davanti ad una bacheca stracolma di scatti e capisco che devono essere degli allievi dell'accademia.
Sposto lo sguardo da un'immagine all'altra fino a quando lo vedo.

Sposto lo sguardo da un'immagine all'altra fino a quando lo vedo

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-Sei tu!- sorrido.
-Mhmh. Primo spettacolo.- mi spiega per poi riprendere -Ok, ti faccio vedere dove stanno gli allievi del primo anno.-
Percorriamo vari corridoi e attraversiamo un cortile che Arthur mi spiega essere il luogo di ritrovo più gettonato durante le pause, e in effetti devo ammettere che è molto curato.
In realtà è l'intero edificio ad essere elegante.
-Ecco, l'ala Est. Ti piace?-
Annuisco guardando la grande sala munita di lavagna, tantissime sedie con tavolini estraibili, cattedra e persino un palco sul quale giacevano alcuni vestiti di scena.
-E io che mi aspettavo delle semplici aule.-
-Nono, qui si lavora in ambienti grandi, serve spazio. Poi molte volte andrete anche al teatro vero e proprio della scuola, per provare.-
I ragazzi, del primo anno come me suppongo, cominciano ad invadere la stanza.
-Clara, devo andare...-
-Tu in che ala sei?- chiedo, pervasa da un improvviso senso di abbandono.
-Ovest.-
-Ok.- mi stringo a lui, con la stessa tragicità di una ragazza che teme di perdere il proprio amore in guerra.
Ecco perché devo fare l'attrice: mi viene proprio naturale!
-Stai tranquilla...Andrà...-
-Tutto bene...Lo so.- gli sorrido e lui ricambia.
-Ci vediamo in cortile appena saremo in pausa, ok?-
La cosa mi rincuora parecchio.
-Perfetto! -
-A dopo Bimba.- mi dá un bacio sulle labbra e io, con gli occhi chiusi, mi lascio trasportare.
-A dopo.- mi ripete allontanandosi.

AMORE DIETRO LE QUINTEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora