CAPITOLO XXXXII

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È vero, il momento è tragico, ma nonostante la mia tristezza c'è una sola cosa che voglio fare.
Voglio vedere Claudio, subito.
Dirgli che lo amo e che non mi importa se è uno stronzo se è arrogante, non mi importa se è tanto diverso da me.
Provo a chiamarlo ma non mi risponde, così senza pensarci due volte comincio a correre all'impazzata per raggiungere casa sua.
Suono il campanello e ci mette un pò per venire ad aprire.
-Clara?- è visibilmente stupito di vedermi -Che ci fai qui?-
È bellissimo, è bellissimo.
Deve essere rientrato da poco a casa perché ha ancora la camica e il gilet.
-Io...- cerco di rispondere ma ho il fiatone per la corsa e la voce mi si spezza ogni volta che provo a parlare.
-Ma stai bene?- mi chiede pensando che fosse successo qualcosa di grave.
-Si...- mentre respiro a fatica improvvisamente mi viene anche da ridere, forse per la felicità o magari per l'agitazione.
-Ti devo dire una cosa...- riesco finalmente a parlare.
Lui annuisce, facendomi capire che mi avrebbe ascoltato ma io non so che dire, non so come spiegargli.
Presa da non so quale coraggio gli accarezzo il viso con un dito, avvicinandomi.
Il mio sguardo passa in un lampo dai suoi occhi alle sua bocca e un secondo dopo sfioro leggermente le sue labbra con le mie, in un bacio più che casto.
Poi mi stacco subito.
-Che vuol dire...- mi chiede con la voce bassa e il naso ancora vicino al mio.
-Ti amo...Ti amo Claudio...Non mi importa di nient'altro, solo di te. Voglio stare con te. Se tu ancora mi vuoi...-
Rimane in silenzio per qualche istante, come se pensasse.
Poi tutto d'un tratto mi stringe a se, baciandomi con un'intensità mai provata prima, tenendomi il viso con la mano, come se volesse recuperare tutto il tempo perso.
-Lo prendo come un si?- riesco a sussurrare tra un bacio e un altro, sorridendo.
-Mi sei mancata Clara...mi sei mancata da morire.- risponde lui di fretta, prima di scendere con le labbra sul mio collo.

In questo momento, con la testa vicina alla camicia sbottonata, posso sentire di nuovo il suo profumo e mi meraviglio di come ogni volta sembri più buono

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In questo momento, con la testa vicina alla camicia sbottonata, posso sentire di nuovo il suo profumo e mi meraviglio di come ogni volta sembri più buono.
Infilo le dita fra i suoi capelli, morbidi come la seta, mentre mi lascio spogliare dalle sue mani.
Mentre continua a baciarmi si toglie il gilet e poi la camicia, lasciandola scivolare a terra.
Eccolo, di nuovo, davanti ai miei occhi l'uomo più bello e dannato della terra, che si è innamorato proprio di me e ancora non me ne capacito.
Resto immobile a contemplarlo per qualche secondo ed ho l'impressione che lui faccia lo stesso.

Resto immobile a contemplarlo per qualche secondo ed ho l'impressione che lui faccia lo stesso

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AMORE DIETRO LE QUINTEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora