CAPITOLO XXV

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È dovuto ripartire questa stessa mattina, tra l'altro molto presto e non ho neanche avuto il tempo di salutarlo.
Mi ha lasciato un biglietto, per non disturbarmi mentre dormivo, ma avrei preferito essere svegliata per abbracciarlo prima che se ne andasse.
Lascio il prima possibile questa casa, che con lui è un castello magico e senza una prigione di ricordi.
Magari tutto questo mi farà crescere, magari diventerò più forte, più donna.
Fatto sta che mi viene da piangere, e per sopprimere le lacrime raggiungo Flavio e Francesca che stanno parlando in cortile.
-Buongiorno!- saluta la mia amica, ed io sorrido per non far sentire la voce un pò tremante.
-Tutto ok Clara?- con Flavio non si mente.
Sarà perché è una persona magnifica, perché mi fido o perché è amico di Claudio ma decido di raccontargli tutto.
-Flavio, ti posso parlare?-
Lui guarda Francesca, che immediatamente si congeda e poi mi chiede preoccupato se c'entri Giulia.
-Nono, tranquillo. C'entro io.-
-Lo sai che sono qui per qualsiasi cosa. Dimmi.- dice accarezzandomi una spalla con la mano.
-Ti capita mai di trovarti nel centro del ciclone e di non sapere come uscirne?-
-Mmm..direi almeno ogni giorno.- sorride cercando di mettermi a mio agio, ma io lo sono già.
-Bene. Ecco allora...Forse non dovrei dire a te certe cose, o forse si...Insomma, io ho tradito Arthur con Claudio...-
Lui si porta una mano dietro la testa e si lascia scappare un'imprecazione.
-Ti ha costretta? Giuro che l'ammazzo a quel coglione...-
-No aspetta è questo il problema. Io ero troppo coinvolta. E Arthur...lo amo, ma è sempre via per lavoro e mi manca. Claudio invece è uno stronzo, ma ci tengo a lui ed è sempre qui. Capisci che intendo?-
-Si, credo di si. Ascolta, posso dirti quello che penso?-
-Certo, devi.-
-Claudio ha un modo di relazionarsi con le persone tutto suo, credo che l'avrai capito. Sai quante volte ho provato a dirgli che passare da una all'altra non era buono neanche per lui? Eppure...a lui sembra andar bene così. E ti direi di lasciar perdere subito, per il tuo bene. Se non fosse che...nelle ultime due settimane ha dormito fuori casa solo una volta. E la mattina successiva mi ha detto che si sentiva strano e non riusciva ad essere più soddisfatto da queste...situazioni.-
Non so perché ma un piccolo sorriso si dipinge spontaneamente sulla mia faccia.
-Non voglio illuderti che sia merito tuo, però...E per quanto riguarda Arthur. È un bravo ragazzo. La scelta spetta a te.-
Io annuisco, capendo di non poter proprio scaricare questa responsabilità su qualcun altro.
-Vieni qui.- dice spalancando le braccia, nelle quali mi rifugio subito.
-Vedrai che piano piano le cose andranno meglio.-
-Lo spero...-

***

Questo pomeriggio sono tornata a casa per studiare un pò, cosa che non facevo da mesi, e poi mi sono preparata per l'uscita informale di questa sera organizzata da Paolo per festeggiare la notizia di ieri.
-Giulia, io esco. Farò un pò tardi.-
-Ok! Prenditi le chiavi, che esco anche io!- urla dalla sua stanza.
Il mio telefono squilla e sullo schermo compare il nome di Alessandro.
-Ale?-
-Senti sto passando praticamente vicino casa tua, vuoi un passaggio?-
-Quasi quasi...-
-Perfetto, arrivo.-
-Grazie Ale.-
-Di nulla!-
Esco, mi precipito per le scale e aspetto Alessandro.
Considerazione inaspettata: guida troppo bene, è quasi rilassante.
Ci mettiamo una mezz'ora per raggiungere il locale, a causa del traffico, e appena entriamo li troviamo già seduti al tavolo.
-Ooh! Eccoli!-
-Ora siamo tutti.-
Prendo posto tra Flavio e Giorgio, che mi passa subito un bicchiere.
-Allora adesso...- Paolo si alza in piedi con il cocktail in mano -Possiamo brindare! All'Accademia, alla nostra amicizia e ai provini!-
Tutti incitati solleviamo i bicchieri che tintinnano sbattendo fra loro, e Claudio sorride quando tocca a noi.
Passiamo la serata a parlare delle nostre vite passate, a divertirci e Paolo ci butta in mezzo battute pessime del tipo 'Come si chiama la femmina del Dobberman? Dobberwoman' che però, forse per i drink forse per l'ottima compagnia, ci fanno ridere ugualmente.
Usciamo dal locale verso mezzanotte.
Francesca è completamente brilla e Giorgio la aiuta ad arrivare nella macchina di Paolo.
Io mi sono abbastanza contenuta, anche se mi gira un pò la testa, mentre Claudio sembra perfettamente in se, nonostante abbia bevuto molto.
- Allora ragazzi ci vediamo! Grazie della serata!-
-A voi, ciao belli!-
Sto per avviarmi anche io a casa, quando sento chiamarmi.
-Clara! Ti accompagno io!-
-Ma no Claudio, non ce n'è bisogno.-
-Dai ti ho vista che barcolli, vieni.- non mi da il tempo di replicare, che mi afferra per un braccio trascinandomi verso la sua auto.
-Sei sicuro di riuscire a guidare?-
-Ma certo!-
Quando arriviamo a casa mia mi aiuta a fare le scale, ma davanti alla porta mi prende il panico.
-Cazzo. Le chiavi.- continuo a frugare nella borsa ma niente -Non le ho prese! Mi sono dimenticata! Merda!-
-Ma tua cugina non c'è?- chiede Claudio che contina a fissarmi incredulo.
-No, è fuori!- mi tocco i capelli presa da una crisi isterica.
-Beh...una soluzione ci sarebbe...-
Lo guardo interrogativo.
-Vieni da me.-
-Cosa?!-
-Eh si! Hai altre idee?-
-No...-
-Guarda che non ti toccherò, se è questa la tua preoccupazione.-
Annuisco in preda ai pensieri; è veramente l'unica soluzione per evitare di dormire sul tappetino davanti alla porta come i cani.

***

-Scusa ma Flavio?-
-Bho...mi ha detto che si tratteneva fuori ancora per un pò.-
-Ah si? Ma vuoi vedere che è con mia cugina?-
-Dici?- mi guarda interrogativo e io non riesco a non ridere.
-Hai fame?-
-Un pò. Ho solo alcool nello stomaco praticamente...-
-Vediamo cosa c'è qui...- raggiunge la cucina e si mette a frugare nella credenza per poi tornare con una ciotola piena di patatine.
-Scusa ma dovrai accontentarti...- posa la nostra blanda cena, se così si può definire visto che è l'una di notte, e si siede sul divano guardandomi con un mezzo sorriso.

- posa la nostra blanda cena, se così si può definire visto che è l'una di notte, e si siede sul divano guardandomi con un mezzo sorriso

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-Beh? Ti puoi pure sedere eh, mica ti mordo!- dice con quell'aria da sbruffone allungando la mano verso la ciotola.
Mi metto accanto a lui, con quella timidezza che si manifesta ogni volta che non so come coportarmi.
-Ti gira ancora la testa?-
-Molto meno. Eh che mi sono lasciata un pò andare.-
-Capita dai.-
-Anche questo capita?- replico scherzosa, con un' improvvisa dose di rara sicurezza.
-Ah, fai la spiritosa ora?- mi prende in giro.
Sto per rispondere quando il mio telefono squilla, e dopo averlo tirato fuori dalla borsa guardo lo schermo.
È Arthur.
-Rispondi se vuoi.- anche Claudio sta guardando lo schermo, serio.
Io ci penso un secondo, ma vorrei evitare imbarazzi con entrambi e decido di non rispondere.
-No...-
-Ok...-
Dopo qualche istante di silenzio riprende: -Io dormo sul divano, tu se vuoi puoi andare nella mia stanza.-
-Va bene...Ti faccio compagnia un altro pò.-
Lui annuisce, forse contento e parliamo per un altro quarto d'ora, io appoggiata con la schiena contro di lui.
Ma poi, in preda al sonno, lascio scivolare la testa sulla sua spalla.
E sto talmente comoda che mi addormento dopo pochissimo.




AMORE DIETRO LE QUINTEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora