IX CAPITOLO

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Questa sarà una giornata bellissima, me lo sento.
La prima cosa che faccio appena sveglia è scrivere ad Arthur: oggi sono esattamente cinque anni che stiamo insieme.

Buongiorno e auguri! ♡
Non vedo l'ora di vederti, ti amo!

Inaspettatamente, risponde all'istante.

Questa sera cena insieme!
Contenta? Ti amo. #5anniditeedime

Mi viene da ridere leggendo la sua nuova versione del titolo della canzone di Baglioni, che tra l'altro mi dedicò per il primo anno di fidanzamento.
Sono felicissima all'idea di passare una bella serata con lui, finalmente.
Mi ricordo che questo pomeriggio dovrò provare con Claudio e non avrò tempo di tornare a casa per cambiarmi, quindi sistemo in una borsa un vestito e delle scarpe.
Mi cambierò in accademia.
Avverto Giulia che starò fuori tutto il giorno e di non aspettarmi sveglia sta sera e poi esco di casa.
I miei passi non sono mai stati così leggeri, mi sembra quasi di camminare sulle nuvole.
Dopo aver rischiato di essere investita per la mia sbadatezza, arrivo in Accademia.
Oggi cureremo l'aspetto fisico dei personaggi e il contesto della storia e finalmente ci consegneranno il copione.
Lo analizziamo insieme e i docenti si soffermano a spiegarci le parti più importanti, poi ci dedichiamo al vestiario.
Siamo agli inizi del Novecento, quindi abiti molto eleganti, stretti e sfarzosi.
Il professor Mattei si occupa dei ragazzi mentre la professoressa Balti di noi ragazze e così organizziamo tutto: dal colore e taglio dei capelli, alla barba per i maschi, ai vestiti e agli atteggiamenti specifici di ogni personaggio.
Probabilmente dovrò tingermi i capelli.

***

La mattinata passa in fretta e in un batter d'occhio sono le tre del pomeriggio.
Dopo aver mangiato tutti insieme io e Claudio torniamo in Accademia dirigendoci verso il teatro della scuola.
Lui spinge delicatamente le porte, che scricchiolano, poi entriamo.
Il teatro, ovviamente, è vuoto quanto suggestivo; le luci soffuse, che quasi rischio di inciampare sulla zampa sporgente di una poltrona.
Claudio con passo lento ma deciso si avvicina al palco e poi, con un balzo, sale sù porgendomi la mano con naturalezza.
La afferro e mi tira su.
Lo vedo muoversi verso il centro del palco, con le mani sui fianchi, la sua solita compostezza ma una luce nuova negli occhi che sembra irradiargli il volto.
-È per questo che recito...-
-Beh...un teatro vuoto non è proprio il massimo del successo per un attore.- dico con tono scherzoso.
-Scema...- mi fulmina con lo sguardo facendomi cenno con la mano di avvicinarmi, poi riprende.
-È uno dei pochi posti in cui mi sento a casa. Guarda. Qui c'è la magia...E paradossalmente mi emoziono di più recitando in un teatro vuoto, piuttosto che pieno.-
Sto per chiedergli se davvero anche lui prova emozioni ma forse non è il caso, è completamente assorto.
-Va beh. Facciamo qualcosa.- mi dice poi scrollandosi di dosso i pensieri.
-Cosa vuoi fare?-
-Bisogna cominciare dalla lettura espressiva del copione, dovresti saperlo.-
-Certo. Ma...Perché stiamo facendo questo da soli, se comunque dovremo fare le prove tutti insieme?-
-Siamo i protagonisti, no? Dobbiamo raggiungere una certa empatia per trasmettere qualcosa di decente al pubblico. Quindi è meglio lavorare anche un pò in coppia.-
-Ok.- rispondo tirando fuori il copione dalla borsa.
Ci mettiamo seduti sul bordo del palco, con le gambe a penzoloni e lui è così vicino a me, per leggere dal mio stesso copione, che le nostre gambe si toccano.
-Partiamo dalla prima scena?-
-E che dobbiamo partire dall'ultima?-
Alzo gli occhi e mi sforzo di non sbuffargli in faccia.
La prima insieme è quella del ballo: Guido e Ginevra si incontrano per la prima volta e passano una serata spensierata e divertente.
È talmente bravo e la sua voce talmente calda ed espressiva che mi dimentico di avere a che fare con l'uomo più stronzo del pianeta, mi immedesimo completamente e le parole pronunciate da Claudio sembrano accarezzarmi.
Mentre legge le sue battute dal foglio, io guardo ogni lineamento del suo viso e mi accorgo di particolari che, tenendomi sembre a debita distanza, non avevo notato.
Le labbra sottili e rosse fuoco sembrano danzare, liberando ogni vibrazione della sua voce calda.
Le sopracciglia si inarcano dando un'espressione alle emozioni.
I capelli, che forse non taglia da un pò, incorniciano perfettamente il viso regolare e dai tratti dolci.
E gli occhi color ghiaccio brillano come diamanti che riflettono il sole.
In questa scena le battute sono poche e quasi tutte sostituite da gesti, movimenti e danze.
Così il mio Guido si alza in piedi.
-Dovremmo provare...-
Io lo fisso qualche secondo ancora un pò intontolita e poi annuisco come un'ebete mettendomi in piedi.
-Che poi...Involontariamente abbiamo già fatto questa scena.- sussurra avvinghiandomi a se ed io capisco che si riferisce al ballo della festa.
Sento la sua mano tiepida sulla schiena e non so perché, visto che è solo una finzione ed io sono impegnata da cinque anni esatti con il ragazzo perfetto, il cuore comincia a correre.
Probabilmente sono un pezzo di legno per l'emozione.
-Beh? Dai ragazzina, è facile. Non essere così rigida.-
Guida i miei passi, spiegandomi quale piede devo muovere per prima.
-E tu perché sei così bravo?-
-Mi è già capitato di doverlo fare prima.-
-A me no.-
-C'è sempre una prima volta.-
Mi ritrovo a pensare che mi piacerebbe aver a che fare più spesso con un Claudio così, un pò meno distante dal sentirsi una divinità e un pò più uomo.
Dopo pochi minuti l'imbarazzo mi abbandona e, stretta a lui, volteggiamo indisturbati al solo suono dei nostri piedi che sbattono sulle travi di legno del palco.
Ho l'impressione che anche lui si stia divertendo al punto che, senza preavviso mi accompagna in un casqué temendomi per la vita.
Presa alla sprovvista lancio un urletto che, lo riconosco, neanche una bambina di cinque anni e lui scoppia a ridere, seguito da me.
Rimaniamo così per qualche istante ed ho il privilegio di ammirare, finalmente, il suo sorriso per intero ed è bellissimo.
Ci stacchiamo e ammetto che un pò mi dispiace.
Per evitare il disagio di uno sguardo troppo prolungato, fingo di dover controllare l'ora sul mio orologio da polso.
E in quel momento, solo in quel momento, mi ricordo della cena con Arthur.
-Claudio...Mi dispiace ma io dovrei cambiarmi e andare via.-
-Cambiarti?-
-Già...-
-Ok. Perfetto...Allora ciao.- saluta tornando serio e distaccato, poi si dirige verso l'uscita del teatro fino a quando non sento più i suoi passi che rimbombano nel vuoto.
E di corsa mi precipito dietro le quinte con la mia borsa, dalla quale estraggo un vestito rosso che comprai con mia cugina lo scorso anno e delle scarpe col tacco.
Vado in bagno per rinnovare un pò il trucco e dare una sistemata ai capelli.
Non vedo l'ora di abbracciare Arthur e di dirgli quanto lo amo, quanto mi è mancato in questi giorni.
I cinque anni mi sembrano un traguardo meraviglioso che quasi stento a crederci.
Ripongo i vestiti che mi sono tolta e sto per scendere dal palco quando sento il mio telefono vibrare: deve essere Arthur, che mi scrive per dirmi dove incontrarci.
E infatti, è lui.
Leggo i messaggi.

Amore...io sono bloccato suo set...
Non riesco proprio venire...

Potrai mai perdonarmi? Ti prego! Mi dispiace

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Potrai mai perdonarmi?
Ti prego! Mi dispiace...

Con tanto di foto allegata.
Non ho il tempo di realizzare che gli occhi si appannano per le lacrime.
Non ci posso credere, questo non è un giorno come tanti. È il nostro giorno.
E lui aveva promesso che lo avrebbe passato con me.
Con un misto di delusione, rabbia e tristezza nel cuore corro fuori dal teatro e mi vado a sedere sui gradini che separano il cortile dall'ala Est.
Mi sento improvvisamente tornata adolescente, quando piangevo come una disperata per stupidi amori liceali.
O forse sono io ad essere stupida, forse sono io a chiedere troppo o ad arrabbiarmi per cose che agli altri sembrerebbero sciocchezze.
Rimarrei in quella solitudine, in quel silenzio per ore a piangere da sola.
-Ragazzina!- sento chiamarmi dall'altra parte del cortile e poi il classico rumore di passi sui sassolini bianchi, tipici dei giardini, mi fa alzare lo sguardo.
Claudio, con il solito ghigno malefico, sta venendo verso di me; ma appena si accorge dei miei occhi rossi e delle guance bagnate il suo sguardo si fa serio.
-Hey...Che ti è successo?-
-Niente.- rispondo, cercando di mascherare la voce tremante.
La verità è che non voglio fare la figuara della...ragazzina, come appunto mi chiama lui.
-Certo, come no.-
Si siede accanto a me, spegnendo la sigaretta per terra.
Non riesco più a tenere il suo sguardo e alla fine mi decido a parlare.
-Ti sembrerò una stupida.-
-Tranquilla. Sono pronto a tutto, ormai.- non perde mai quel sarcasmo tipico.
-Sono mesi ormai che Arthur ha difficoltà a trovare del tempo da passare con me...e neanche oggi, che è il nostro anniversario...e me lo aveva promesso. Ed io non ce la faccio più così.-
-Lascialo.-
Mi volto verso di lui, stupita da quella risposta totalmente inaspettata.
E non so se sono più scioccata per quello che mi ha detto o per la sola idea di lasciare Arthur.
Io non ce la farei mai. O almeno credo.
-Non è così semplice Claudio.-
-Perché?- chiede con disinvoltura.
-Perché non siamo oggetti...Non si lasciano le persone solo perché qualcosa non va.-
Lui annuisce, forse per non volermi contraddire in questo momento critico, ma sono sicura che i nostri punti di vista sono divergenti.
-Non sono capace a dare consigli di questo tipo. Mi dispiace.-
-Non importa...-
-Però sarebbe un peccato aver messo quel vestito per niente, no?- abbozza un sorriso -Stai molto bene.-
-Grazie.- un principio di incendio sulle mie guance.
-Potremmo fare qualcosa. Tipo una passeggiata, una cena.-
Ci penso un secondo. Una passeggiata con Claudio De Ruggeri, la persona più arrogante e presuntuosa che abbia mai conosciuto?
Forse perché un pò mi fa piacere, forse perché non voglio tornare a casa a piangermi addosso decido di accettare.
-Bene.- si alza facendomi cenno di fare lo stesso e usciamo da questa scuola e dalla sua atmosfera mistica, insieme.
E non pensavo sarebbe mai successo.
Il cuore ha ripreso a battere troppo velocemente.



AMORE DIETRO LE QUINTEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora