Capitolo 7

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CAPITOLO 7

Tornare a Londra non fu per niente facile. Louis dovette recuperare qualche ora lavorativa e sistemare alcuni dettagli per un evento che si sarebbe tenuto di lì a qualche giorno ed Harry si ritrovò a passare le giornate da solo, immerso nella creazione di una canzone che gli ronzava in testa dalla notte passata in giardino a Doncaster.

Afferrò il cellulare che Louis gli aveva regalato il giorno prima, ignorando tutte le sue proteste perché "Non posso stare tutto il giorno senza sentirti, quindi prendi il cellulare e stai zitto!". Non c'era stato niente che potesse fargli cambiare idea, così Harry si era ritrovato con un iPhone color pesca, piccolo e con le funzionalità indispensabili e soprattutto con il numero di Louis già salvato. Il cantante aveva ringraziato il suo fidanzato prendendosene cura nel migliore dei modi, con baci, carezze e tutto il pacchetto completo.

Aprì l'applicazione di Whatsapp e andò nell'unica conversazione che aveva. "Mi manchi, mia dolce creatura. Spero che tu stia avendo una bella giornata. Io sto scrivendo di te, come sempre. A più tardi xx" digitò, per poi premere invio.

Prese il suo quadernino e iniziò a scribacchiare parole e note. Gli vennero in mente gli occhi blu di Louis, e i suoi verdi misti alle iridi cristalline del ragazzo in un incontro di cielo e terra, prati verdi e acqua fresca. Gli vennero in mente le confessioni dette a mezza voce nelle notti stretti l'uno all'altro, a partire da quella notte dove Louis l'aveva salvato. Tutto ciò che Harry si era sentito libero di dire, senza freni e paure, fidandosi completamente di quello sguardo sincero e amorevole che colorava gli occhi di Louis quando lo ascoltava. Tutte le cicatrici che gli aveva mostrato e il modo premuroso con cui Louis gliele aveva curate.

Si premette una mano all'altezza del petto dove il suo cuore batteva all'impazzata. Tum. Tum. Tum. Si sentiva vivo, pieno, felice.

Non si sentiva così da anni, forse da quando era diventato famoso e tutti i suoi sogni si erano trasformati in cenere.

Anche Louis un giorno gli aveva confessato di sentirsi come non gli capitava da tempo.

Erano andati a fare una passeggiata nel parco poco lontano dal b&b. Harry aveva indossato una cuffietta calata poco sopra gli occhi coperti da una montatura spessa di occhiali da sole, un lungo cappotto nero e una tuta grigia che gli calzava piccola visto che apparteneva a Louis.

Lui l'aveva guardato prima di uscire e l'aveva baciato con lussuria. «Sei così fottutamente bello, mio Harry.» gli aveva sussurrato all'orecchio, e il brivido sulla schiena di Harry gli aveva quasi fatto passare la voglia di uscire che l'aveva tormentato per giorni.

Restare spesso da solo non era piacevole, quindi Louis aveva avuto l'idea di perlustrare il parco per trovare un posto appartato dove nessuno potesse riconoscere il cantante e andare a prendere un po' di aria fresca.

Così si erano trovato immersi nell'autunno londinese, mano nella mano come una normalissima coppia.

La piccola radura che Louis aveva adocchiato era per fortuna libera, così avevano steso una coperta e si erano seduti sopra. Le foglie arancioni sugli alberi li cadevano addosso di tanto in tanto, ma a loro non dava fastidio. Niente avrebbe potuto dar loro fastidio in quel momento.

«Mi sento così bene.» aveva sussurrato Louis, infilando una mano sotto la felpa della tuta del cantante e accarezzandogli gli addominali.

Harry aveva sospirato per quel tocco freddo. «Perché ti senti bene? Non ti sei mai fatto avvolgere dall'autunno come ora? Non hai mai assaporato l'aria, ammirato il cielo e sussurrato per non rompere l'atmosfera?» gli aveva chiesto, curioso.

A lui era capitato spesso di perdersi, soprattutto nel Cheshire nel giardino di casa, con il profumo di biscotti di sua madre e i brividi per il vento leggero. Era un amante di quei momenti, anche perché erano gli unici momenti in cui si sentiva un po' di più sé stesso.

Just take my pain awayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora