Capitolo 9

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CAPITOLO 9

C'era silenzio nell'auto, mentre Eleanor guidava velocemente verso l'ospedale. Louis teneva i piedi nel sedile, il viso affondato nelle ginocchia, le braccia ad avvolgersi come se quello potesse tenerlo insieme e le spalle scosse dai tremiti del pianto.

Non aveva smesso di piangere da quando aveva ricevuto quella telefonata. Non appena aveva visto il nome di Harry comparire nello schermo del suo cellulare, il cuore gli era balzato in gola e aveva risposto immediatamente. Ad accoglierlo, però, non era stata la voce roca del suo cantante, ma quella in lacrime di Gemma.

«Harry è in coma.» erano state le uniche parole che Louis aveva registrato.

Eleanor l'aveva visto sbiancare e perdere l'equilibrio ed era stata veloce ad andare in suo soccorso. Gli aveva preso il telefono dalla mano e aveva parlato lei con Gemma, perché Louis aveva perso ogni cognizione e non capiva più nulla.

Il suo Harry era in coma. Il suo amato stava rischiando la vita. Una morsa l'aveva fatto rantolare fino a ritrovarsi steso nel pavimento alla consapevolezza che avrebbe potuto non rivedere più gli occhi brillanti del suo cantante.

Eleanor l'aveva dovuto alzare di peso e caricare in macchina per portarlo all'ospedale indicato da Gemma.

Non appena arrivarono, fu sempre la ragazza a chiedere indicazioni ad un'infermiera e a sorreggere Louis fino al reparto indicato.

Davanti alla porta della stanza privata del cantante c'erano Gemma abbracciata ad una donna. Entrambe piangevano, la ragazza più silenziosamente rispetto alla donna che era la maschera della disperazione e continuava a ripetere "Il mio bambino". Louis si sentì tremare davanti alla sofferenza di quella che era la madre di Harry.

Poco distanti, un ragazzo, che Louis riconobbe come Xander, e un uomo sulla cinquantina parlavano sommessamente.

Louis si sentì investire da un moto di rabbia cieca e si fiondò verso i due uomini. «Che cazzo gli avete fatto?» urlò, puntando loro un dito contro, le mani tremanti di furia. «Che cazzo avete fatto al mio Harry?»

Eleanor tentò di farlo calmare, ma lui sgusciò dalla sua presa e si fiondò verso il modello che, del tutto impreparato, si vide arrivare contro un pugno dritto nello zigomo sinistro. Barcollò all'indietro mentre Louis scuoteva la mano con le nocche doloranti.

Xander fece un passo verso di lui, ma Gemma si mise in mezzo. «No, Xander, lascialo stare.» ordinò con tono che non ammetteva repliche.

«Signore, devo chiederle di calmarsi o dovrò farla scortare fuori.» fece la voce intimorita di un'infermiera.

Louis nemmeno la degnò di uno sguardo, mentre guardava prima Xander e poi Gemma, imbestialito.

«Vieni con me.» gli fece la ragazza.

Diede un veloce bacio sulla testa alla madre e poi lo prese per il polso e lo trascinò in un corridoio isolato.

Tutta la rabbia scivolò via dal corpo di Louis e gli occhi gli si inumidirono nuovamente. «Cosa è successo?» chiese con voce sottile.

Gemma si morse il labbro, cercando di placare i singhiozzi. «L'ho trovato questa mattina nel pavimento del bagno. La sua stanza era un disastro, doveva essersi sentito male. Sopra al lavandino c'era un flacone di sonniferi molto potenti. Ho chiamato subito l'ambulanza e quando sono arrivati hanno provato a fargli riprendere conoscenza, ma non ci sono riusciti. Ha ingerito troppe pillole. Gli hanno dato il rimedio per quei sonniferi, ma sono stati costretti ad intubarlo perché non riesce a respirare da solo. Ora hanno detto che dobbiamo aspettare e vedere come reagisce.» fece una pausa che ebbe il potere di far soffocare Louis.

Just take my pain awayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora