Capitolo 6

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CAPITOLO 6

La stanza di quell'albergo era senza dubbio meno sofisticata delle camere d'hotel che era solito visitare durante i suoi tour. La carta da parati era leggermente scrostata in alcuni punti, nel materasso si sentivano delle molle leggermente sporgenti e non c'era in dotazione nessun lusso. Il bagno era piccolo, con una doccia dalle porte soffietto sgangherate, un lavandino con uno specchio quadrato sopra e un vaso con lo sciacquone che funzionava a singhiozzi.

Nonostante tutti quei difetti, per Harry quel posto era magnifico. Non nelle decorazioni o nella funzionalità, ma semplicemente perché da una settimana era il posto che condivideva con Louis.

Dopo la notte passata a casa sua, la coinquilina di Louis aveva fatto ritorno e il ragazzo si era dovuto inventare una scusa veloce e l'aveva dovuto far sgattaiolare via di casa il più silenziosamente possibile. A quel punto, Louis aveva deciso di affittare una camera d'albergo per qualche giorno, usando i suoi risparmi per non far utilizzare ad Harry le carte di credito in modo da rimanere irrintracciabile.

Erano finiti, dopo aver vagato senza meta stando ben attenti a non dare nell'occhio per non far riconoscere il cantante, in un piccolo bed&breakfast gestito da una coppia sulla sessantina che era stata molto gentile con loro e li aveva fatto una buonissima offerta per due settimana di permanenza. Loro avevano accettato e si erano ritrovati in quella piccola stanzetta a chiacchierare, scherzare e ridere spensierati.

«Non vorrei essere in nessun altro posto se non qui.» gli aveva sussurrato una notte Harry, dopo che avevano fatto l'amore nella doccia e poi si erano coricati.

Louis gli aveva spostato un ciuffo di capelli umidi dagli occhi. «Perché ti fanno fare tutte quelle cose, Harry? Perché non ti fanno vivere solo di musica?» aveva chiesto, guardandolo intensamente.

Harry si era morso il labbro. «Loro vogliono solo che io faccia soldi. E tutte quelle menzogne portano tanti soldi nelle loro tasche. Non li importa di me e di cosa voglio davvero.»

Non avevano parlato per un po'. Louis si era limitato ad accarezzarlo ovunque: aveva passato i polpastrelli nelle guance, incastrato le dita tra i suoi capelli, gli aveva baciato le palpebre che Harry aveva socchiuso. Si era sentito rilassato, ammaliato da quelle carezze leggere come farfalle delicate. Si era rannicchiato contro il suo petto e aveva mugugnato in apprezzamento.

«Non posso tornare lì.» aveva sussurrato, come colto da quell'improvvisa paura. «Se torno in quel mondo io muoio. Io muoio, Louis.»

Louis gli aveva preso il viso tra le mani, asciugando velocemente qualche lacrima che gli era sfuggita. «Non ti lascio tornare lì. Non tornerai in quella merda, piccolo. Ci sono io adesso. Non ti lascio.» lo aveva rassicurato, con un sorriso pieno di dolcezza. «I tuoi occhi sono così splendenti, non potrei mai lasciare che si spengano.»

Con urgenza e passione, Harry aveva catturato il suo labbro inferiore e l'aveva baciato, dimostrandogli con quel gesto quanto gli fosse grato.

Louis ogni giorno usciva ad orari diversi per andare a lavoro e quelle ore separati erano per Harry incredibilmente lente. Le passava scrivendo, cercando di alleggerirle. Si perdeva nella sua musica, nell'ispirazione che Louis gli dava ogni secondo. Come gli aveva detto, scriveva di lui, scriveva di loro e di quel loro futuro che avevano deciso di fondere.

Non appena la chiave girò nella toppa della porta, Harry chiuse il suo taccuino e un sorriso gli si aprì nel viso, illuminato dalle fossette.

«Ciao, mio cantante.» lo salutò Louis, posando la giacca nell'appendiabiti e regalandogli un sorriso.

Harry allungò le braccia aperte in avanti e gli fece segno di avvicinarsi. Lui obbedì immediatamente, salendo in ginocchio nel letto ed Harry lo strinse dolcemente. Annusò il suo buon profumo e gli lasciò un bacio tra i capelli spettinati. «Ciao, mia meraviglia.» gli sussurrò all'orecchio, baciandogli poi il lobo.

Just take my pain awayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora