Era una mattina come tante altre quando Camila si alzò per andare a lavorare quel mattino. Iniziava alle 4 quel giorno, come sarebbe stato tutto il resto della settimana. Fece piano, per non svegliare i suoi genitori ed una volta vestita, uscì dall’appartamento senza nemmeno bere un caffè. Dopotutto erano loro i primi a fare colazione, non i clienti, una volta arrivati al bar.
Una volta parcheggiato il maggiolino giallo davanti al bar, uscì salutando Natasha e Normani, che erano in turno con lei quel giorno.
Non avevano mai avuto ragazzi ubriachi di prima mattina come clienti, ma c’è sempre una prima volta per tutto e quella era una di quelle. Non avevano certo messo in conto che quei ragazzi sarebbero stati in compagnia di alcune loro conoscenze.
Le conoscenze in particolare erano Dinah e Lauren barcollanti e arrossate per via dell’alcol assunto. Quando Camila uscì dalla cucina per portare i dolci nel banco frigo, non si capacitava di come erano ridotte le due. E si fece un promemoria mentale di come lo avrebbe sbattuto in faccia alla corvina, se mai l’avesse rimproverata per il fumo, un’altra volta.
ma una volta fatto il suo lavoro, non se ne andò. anzi si girò verso di loro, guardando i ragazzi. O meglio un ragazzo biondo, alto ed atletico mettere una mano sulla gamba di Lauren, scoperta, per via del vestito nero aderente e soprattutto corto che indossava.
Prese un respiro profondo e si girò verso Normani, per poi dirle un silenzioso “contrallale” prima di tornare in cucina.
Stava andando su tutte le furie. e come al solito il motivo era Lauren. Parevano non essere nemmeno passati otto anni, per l’astio che le era venuto pensando a cosa quelle due stupide erano riuscite a fare. ubriacarsi in compagnia di quattro ragazzi, di cui solo uno sembrava essere sobrio.
Ma non le importava, quello. Era preoccupata da morire e la cosa la mandava ancora più in bestia. Non doveva più importarle nulla. Ed invece eccola lì a crogiolarsi nella preoccupazione. A volte essere coerenti con le proprie decisioni era proprio uno schifo.
Sentì la porta aprirsi e Normani la richiamò, cercando di non sembrare troppo agitata anche lei.
- Che cavolo…?
Lauren era per terra, che rideva vivamente, forse per essere caduta da sola dalla sedia e Dinah faceva lo stesso, indicandola.I ragazzi non parvero troppo divertiti dalla cosa, ma sorridevano, per la scena ridicola. Forse loro non erano messi male come le due ragazze dopotutto.
- Ok, adesso basta.
Natasha si stupì parecchio di sentire quelle parole venire da Camila e non da Normani. Se c’erano dei problemi la prima a perdere la pazienza era la ragazza di colore. Camila di solito sbuffava innervosita ma non faceva mai nulla.
- Andate a casa, voi quattro. Loro rimangono qui.
Il biondo, quella che prima aveva osato toccare Lauren come se fosse libero di farlo, si alzò con un’espressione dura.
- E credi che lasceremo le ragazze qui, con tre sconosciute?
- Sconosciute, anche no. Dinah. Lauren. Prendete le borse vi riporto a casa.
Camila si avvicinò alla cubana senza degnare di un’altro sguardo i ragazzi. Mentre Dinah, la guardava imbambolata, non credendo ai suoi occhi, Lauren sorrise, come meglio poteva e cercò di alzarsi.
- Caaaaamz…! Aiut… aiutami un… un attimo…
Disse muovendo le braccia verso a più alta, per raggiungerla. Camila non ci mise due secondi ad afferrarla per la mano e tirarla a sé, dove la mora parve trovarsi comoda, perché mormorò qualcosa per poi sistemare meglio la sua fronte sulla spalla della cubana. Normani guardava la scena sorpresa, ma dopo essersi ripresa andò da Dinah e l’aiutò ad alzarsi. Lei però parve aveva ancora la capacità di tenersi in equilibrio.
- Quindi… volete andare? Loro sono in buone mani, non preoccupatevi. Arriveranno a casa sane e salve.
Il biondo fece per ribattere ma il castano, lo fermò mettendogli una mano sulla spalla. Il ragazzo alto in jeans e felpa bianca era stranamente familiare a Camila, ma non aveva idea di chi fosse.
- Ne sono certo. Dopotutto lei non ha mai corso pericoli con te. Ed a quanto pare nemmeno la mia presenza può impedirle di fare cose simili.
Sorrise lui gentilmente verso Camila, che ricordò improvvisamente dove aveva visto quell’aria infantile e sincera.
- Shawn?!
- Esatto. Felice di rivederti dopo tanto tempo. Non preoccuparti. A loro ci penso io.
Detto questo prese per le spalle il biondo ed un altro ragazzo per poi uscire, mentre il quarto pagava il conto e si scusava con Natasha per i suoi amici.
- Tu cosa hai intenzione di fare, Camila?
Domandò la loro capa, mentre le due avevano ancora le altre ragazze sott’occhio. La cubana però dovette sospirare e pentirsi di quello che aveva fatto.
- Chiamerò Chris. Se non mi risponde… ho il permesso di portarle a casa?
- Sì. Non capita certo tutti i giorni di vederti così.
Era divertita, la donna. Ed era ovvio anche il perché. In tre anni dopotutto non aveva mai visto Camila arrabbiarsi tanto. O fare qualcosa spontaneamente. Non dettata dalla rabbia almeno.
- Grazie, capo. Provvedo subito.
Fece per spostarsi, Camila, ma si rese conto, che se si fosse spostata, Lauren sarebbe caduta a terra. Perché non si sapeva come, si era addormentata in piedi, appoggiata a lei. Sbuffò e sotto lo sguardo incuriosito di tutte le tre, mise il braccio sinistro attorno alle spalle della mora, si abbassò prendendo nell’altro le gambe e la tirò su da terra.
- La porto nello spogliatoio. Dinah, vieni anche tu.
La polinesiana in realtà pareva essere ancora troppo scioccata dal fatto che Camila avesse in braccio Lauren come se non pesasse cinquanta chili. ma non fece obiezioni, dato che fu Normani a portarla nella stanza, stringendola per le spalle.
Quella mattinata insomma, non fu affatto come Camila aveva pensato. E si augurava che non ne capitassero altre.
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From friends to strangers to ... ?
FanfictionCamila Cabello e Lauren Jauregui erano amiche. Ma non è durata molto. Perché Lauren era una ragazza dell'alta società e Camila una ragazza normale. Ma dopo otto anni di lontananza le cose cambieranno?