Capitolo 4

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Chris aveva chiamato Camila per parlare di una cosa che per lui era fondamentale sapere.

Cosa fosse, Camila non ne aveva idea, ma lo avrebbe saputo una volta raggiunto il bar dove lavorava dato che il più grande dei tre Jauregui aveva deciso di parlarle lì. Quando parcheggiò il suo Maggiolino giallo davanti al bar, però si accorse che non c’era ancora  l’Audi A4 del ragazzo. Quindi, aprì la portiera dell’auto ed accese una sigaretta, guardando fisso nel vetro senza in realtà vedere nulla.

Negli ultimi giorni aveva pensato troppo a Lauren. Forse per via di Chris e del suo stupido regalo. O perché ne aveva parlato con Louis ammettendo di non aver dimenticato cosa significava Lauren per lei. Ma ormai era fatta. E poi, se Lauren avesse ancora voluto essere sua amica, avrebbe fatto qualcosa. Era lei dopotutto a dire sempre che bisognava agire e chiedere scusa, piuttosto che pentirsene in futuro.

Ma aveva seguito il suo stesso consiglio nel modo sbagliato. E forse se ne era pentita ma non lo voleva sapere. Non voleva avere a che fare con lei, perché non era sicura di poter mantenere il suo stato impassibile e ferreo davanti alla vera Lauren, quella in carne ed ossa e non il fantasma di cui parlava con Chris o Normani.

Quando l’auto grigio metallizzato di Chris parcheggiò alla sua sinistra, spense la sigaretta nel posacenere dell’auto e scese, per poi chiudere la porta.

- Quindi? Cosa ci sarebbe di tanto urgente di cui parlare, adesso?

- Vieni dentro. Voglio discuterne davanti ad una tazza di tè.

Camila sbuffò guardando il sorriso del ragazzo. Almeno non era qualcosa di grave e di cui doveva preoccuparsi. Perché il ragazzo non era sempre stato un santo e loro due si erano ritrovati più di una volta coinvolti in situazioni che non erano da raccontare ai genitori, se non volevano essere segregati in casa.

Chris arrivò per prima alla porta e l’aprì, per poi entrare, lasciando Camila a chiuderla. Perché sì doveva essere una chiusura automatica, ma non si chiudeva mai del tutto ed il capo si arrabbiava per via dello spreco di aria condizionata, se non veniva chiusa la porta.

Arrivarono al bancone dove Normani li accolse con un sorriso, ascoltando l’ordine di Chris e guardando Camila. Non c’era bisogno che glielo dicesse. L’unica cosa che la cubana prendeva era il il the nero.

- Perciò?

- Ecco… volevo chiederti una cosa.

Già a quella frase l’espressione di Camila cambiò, permettendo al ragazzo ed a Normani di vedere quanto fosse seccata dalla cosa.

- Abbiamo fatto un patto. Non mi devi più chiedere nulla, fino all’anno prossimo.

Chris sorrise innocente ed alzò le mani in segno di resa.

- Lo so, ma non voglio che fai qualcosa per me. Voglio un consiglio pratico.

La ragazza di colore tornò con i loro ordini e Camila lo osservò, seria cercando di capire se avrebbe dovuto aiutarlo o meno. Pur essendo lui il più grande Chris in materia di sopravvivenza non era affatto bravo.

- Cosa vuoi adesso?

- Come posso convincere un mio amico a parlare con la sua ex, che lui ama ancora, ma a cui, per principio, non vuole più parlare perché lei lo ha messo in ridicolo davanti alla scuola, per uno scherzo?

Normani alzò un sopracciglio, convinta di aver già sentito una storia simili, vicino a lei. Camila invece, sospirò esasperata dalla stupidità del suo amico.

- Non puoi. Non lo sai Chris? Sono le persone che amiamo a ferirci di più. E sta solo a noi decidere. Ma se il tuo amico è almeno un po’ furbo. Non le permetterà di ferirlo ancora. Perché per quanto tu possa voler bene ad una persona, non hai la garanzia che non lo rifarà. Quindi non posso proprio aiutarti.

Camila bevve un sorso di tè e diede i soldi all’amica, per pagarlo, il ragazzo invece rimase senza parole, con lo sguardo fisso. Fu proprio in quel momento che vide la sorella con la migliore amica, ad un tavolo poco distante da loro. Lauren aveva la testa china ed i capelli le coprivano parte del viso, mentre Dinah, lo guardava in malo modo, per quella domanda, così stupida e palesemente riferita a sua sorella ed alla sua ex migliore amica.

- Oh, beh, ma loro due si vogliono ancora bene. Di questo ne sono certo.

Camila prese il resto da Normani che parlò, al posto della sua migliore amica, con un’espressione molto ma molto irritata. Espressione che sapeva presto sarebbe comparsa anche sul viso di Camila se Chris non avesse smesso di parlare in quello stesso istante.

- Allora non hai capito. Non è quello il problema. Non puoi fare in modo che le persone tornino a parlarsi se non sono loro a volerlo. Non siamo in un libro in cui tutto prima o poi si aggiusta. Le persone vengono ferite e per non esserlo più creano dei muri. E questo vale sia per il tuo amico, sia per Camz. Smettila di tentare. Non sei tu a dover decidere, Christopher.

A quelle parole però Christopher sgranó gli occhi. Aveva detto il soprannome che solo Lauren poteva usare per chiamare Camila. Perché lei l'aveva inventato e si arrabbiava se lo usavano gli altri.

- Calmati Mani. Credo lo sappia bene anche lui. Che sua sorella non è più affare mio. Gliel'ho ripetuto molte volte e non voglio più farlo.

Chris guardò per un attimo sua sorella ancora con la testa china e poi di nuovo Camila. Non si aspettava una risposta del genere e si rammarica a che Lauren fosse presente.

La cubana però notò il suo sguardo muoversi verso qualcosa che non era lei e non ci pensò due volte prima di girarsi. Fu una sorpresa per lei rivedere Dinah, che non vedeva da anni. Ma la cosa che la stupì di più fu la cascata di capelli neri, che lentamente si muovevano facendo spazio al viso familiare ma anche estraneo di Lauren. In quel momento Camila sentí il cuore smettere di battere per un secondo, per poi ripartire come un martello pneumatico.

Dopo otto anni, il suo sguardo e quello di Lauren, si erano incontrati di nuovo.

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