Capitolo 12

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Lauren era in camera sua a riflettere su ciò che Camila le aveva detto poche ore prima. Non aveva mai detto qualcosa di così duro e schietto nei suoi confronti. Ma doveva comunque ammettere che aveva ragione. Non doveva affatto essere stato facile per la sua amica. Perché per lei quel  titolo non era mai cambiato. E da quel che aveva capito dalle espressioni di Camila anche lei lo pensava. Conoscendo come era fatta quella scema si era costretta a comportarsi in un modo per mantenere la sua parola. Faceva sempre così. Perché dopo diventava abitudine. Ma con lei non lo credeva possibile.

Camila non la odiava. Era arrabbiata con lei ma lo era più con se stessa per non riuscire a dimenticarla. E questo lo aveva capito dalle sue parole ma anche da come era quando le aveva pronunciate. Camila non era poi tanto difficile da leggere. Non per lei almeno. Ma capiva, dal suo comportamento che aveva ancora qualche speranza e non aveva intenzione di mollare tutto. Camila non si lasciava convincere facilmente ma andava bene così. Perché dopo diventava troppo facile. Lei aveva intenzione di farle capire che non si arrendeva.

Se fosse stato necessario le avrebbe dato il tormento. Non era la prima volta che la faceva cedere in quel modo dopotutto.

Intanto Camila e Chris erano seduti davanti ad un bar del centro, dove Chris l'aveva chiamata per parlare.

Sta di fatto che avevano passato già dieci minuti a fissarsi. Perché Camila non aveva intenzione di aprire bocca se non dopo una dovuta spiegazione.

Chris prese un respiro profondo e cominciò.

-Mi dispiace. Non avrei dovuto intromettermi tra te e Lauren ma devi anche capire… è mia sorella e non potevo stare zitto.


Camila cercò di mantenere la calma e di ascoltare il ragazzo fino in fondo, anche se lo aveva avvisato più e più volte.

-Lauren ti vuole bene e non ha mai smesso di farlo. Ho sempre visto i suoi cambiamenti di umore che aveva quando papà ti nominava perché Aleandro gli parlava di te. E credimi in tutti questi anni la sua espressione, che fosse felice o altro, mutava sempre in una smorfia triste. So che ha sbagliato e lo sa anche lei. Credimi me lo ha detto. Ma sai anche tu che a volte la sua paura di essere ferita le fa fare cose stupide. Perciò ti prego. Dalle una possibilità. Se non andrà bene lascerò stare. Lo giuro. Ma per lei e anche per te stessa, smettete di ignorarvi e prova a parlarle senza questo astio che hai messo su nel tempo.


Camila sbuffò per poi bere un sorso del suo tè nero. Posò la tazza sul tavolino e sbuffò di nuovo.
-D'accordo.


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