Capitolo 3

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Era una mattinata poco soleggiata quella in cui, Lauren Jauregui e Dinah Jane Hansen avevano deciso di andare in giro per negozi a fare compere. Ed ovviamente per mattinata intendevano dalle undici del mattino in poi. Perchè loro non si alzavano mai presto nei weekend. O se lo facevano poltrivano per ore e poi si lamentavano di essere in ritardo, nonostante sapessero bene che era una responsabilità loro.

La bionda alta dal corpo tonico e scolpito, indossava jeans aderenti stivaletti col tacco ed una felpa corta che mostrava, un piccolo strato di pelle, nell’addome. La mora invece era in leggins neri, felpa bianca, firmata adidas, come le scarpe, e giacca di pelle nera.

- Quindi… hai idea di cosa regalerà tuo fratello ad Ally?

Non ne ho idea, ma spero qualcosa di meglio del solito. Chris è negato per fare dei regali decenti al gentil sesso. Qualsiasi sia la persona in questione.

Proferì Lauren, continuando a guardare un vestito azzurro chiaro che non le dispiaceva affatto. Eppure era quasi sicura che non avessero la sua taglia. Non riusciva mai a trovare qualcosa di decente che non le dicesse “Camila mi avrebbe detto che quest’abito sarebbe stato bello solo se lo avessi indossato io.”

Perché la sua vecchia amica era sì disinteressato agli abbigliamenti femminili come gonne e vestiti, ma sapeva sempre cosa dirle per farle piacere un abito. O semplicemente consigliarla su cosa indossare che non desse troppo nell’occhio ma fosse ugualmente elegante e fine.

E proprio perché era immersa in quei pensieri non si accorse che la polinesiana la stava chiamando da un po’.

- Lauren! Ci sei?

La mora si voltò di scatto a guardare la sua amica, sorpresa dal tono di voce alto che aveva.

- Sì. Dimmi pure.

- Dicevo… sono le due passate. Vuoi fermarti a mangiare qualcosa?

Lauren parve pensarci un po’, ma infine annuì. Facendo sorridere la bionda, che sembrava più contenta del solito, per una cosa di così poco conto.

- Cosa c’è? Vuoi andare in qualche posto in particolare?

- Mi pare ovvio. Conosco un bar che fa della roba buona, per essere economico. Ci vorranno solo dieci minuti a piedi, da quì. Ti va?

Non avendo comprato molto ed avendo solo due borse a testa, decisero di avviarsi a piedi per il bar. Altrimenti avrebbero chiamato un taxi. Perchè a volte non riuscivano nemmeno a vedersi dalle tante borse di varie firme, contenenti i loro acquisti.

Ma quel giorno le due ragazze a quanto pare stavano entrambe pensando ad altro. Lauren pareva viaggiare con la mente nel passato e Dinah, viaggiava un po troppo di fantasia, mentre seduta al loro tavolo guardava con occhi sognanti una delle cameriere del locale.

E solo quando l’amica non parlò per un po’ la mora tornò a guardarla con curiosità, riuscendo perfettamente a vedere chi e come la bionda osservava con la bava alla bocca. Sorrise divertita e la guardò con uno sguardo furbo e forse un po’ maligno.

- Quindi non era il tuo stomaco a farti venire e qui, ma gli occhi.

Quella frase detta con tono basso e piuttosto divertito, fece rinsavire la polinesiana, che si voltò verso la sua amica, con le guance leggermente rosse per l’imbarazzo.

- No, insomma… non è come credi…

- Stai sbavando, Dinah.

La informò la ragazza dagli occhi verdi, guardando il rivolo di saliva che c’era al lato della bocca della bionda. Non stava scherzando.

Dinah si passò la mano sulla bocca e cercò di ricomporsi. La mora continuò a guardarla con un sorrisetto diabolico sulle labbra, finché non cedette, sbuffando ed afflosciando le spalle.

- D’accordo. Mi piace la barista. Ha il corpo di una dea, se permetti.

Sia Dinah che Lauren si girarono appena per guardare la ragazza di colore che stava servendo un caffè al bancone. Lauren fece una smorfia e si girò verso la bionda, che come poco prima dovette essere richiamata, per staccare gli occhi dalla barista.

- Ok. Non è male. ma non è il mio tipo… è troppo svestita.

- Ragazza, ormai sono tutte così. Ed a me non dispiace.

Lauren alzò le spalle per poi appoggiarsi allo schienale della sedia, pensierosa.

- A me piacciono che siano confidenti in loro stesse ma senza tutta quella pelle scoperta. E se sono un po’ maschili non guasta.

Dinah alle parole di Lauren si fece più seria, ed incrociò le braccia al petto, per poi osservare l’amica d’infanzia.

- Lolo… hai appena descritto Camila, lo sai?

Era quasi triste, l’espressione della bionda, quando Lauren spalancò gli occhi e si girò a guardarla come se fosse un alieno.  Dinah non era stupida. Sapeva che cosa passava per la testa della sua amica ogni volta che si perdeva troppo in profondità nei suoi pensieri.

Ma per rispetto non aveva mai detto nulla. Lauren aveva sbagliato ed aveva accettato le conseguenze delle sue azioni, anche se quelle conseguenze ancora non le andavano del tutto giù.

- Non credo… Cam… ila, non è affatto sicura di sé per questo indossava vestiti che non le mettevano nulla  in risalto...

Dinah, alzò un sopracciglio sorvolando sul fatto che Lauren stava per dire il soprannome che solo lei usava per chiamare Camila. Perché sì, erano passati otto anni, eppure “qualcuno” ancora faticava a prendere le distanze. Non sapeva come la più piccola se la stesse cavando, ma sapeva che la mora non era per niente arrivata ad una soluzione.

- Come vuoi… ma ora… lei sarà cresciuta. Avrà acquisito più sicurezza di quella che tu dici che non aveva… e forse l’ha usata per risolvere prima problemi che sapeva potevano ferirla.

Lauren si fece seria e triste allo stesso tempo. Guardò la sua migliore amica da otto anni faticando a capire perché stessero discutendo di un argomento che le aveva chiesto di non toccare mai più.

- Dinah… non parliamone.

- Io invece credo che dovremmo parlarne. Perché amica mia… voi due siete state amiche fin dal nido, praticamente. Vi conoscete da una vita, vi siete perse, eppure tu pensi ancora a lei, nonostante otto anni di silenzio radio. Nessuno rimane nella nostra vita per sempre, Lo. E quando una persona se ne va, bisogna capire se lasciarla andare o cercare di riconquistarla! Smettila di farti dei problemi per gli altri e comincia a pensare a cosa vuoi tu.

Lauren aprì la bocca per dire qualcosa, ma non emise alcun suono. Le parole le erano morte in gola, nel momento stesso in cui aveva visto la porta d’entrata del bar aprirsi, lasciando entrare suo fratello maggiore, accompagnato da una ragazza. Ragazza alta, con un bel corpo anche se nascosto dai jeans larghi e dalla felpa di una taglia in più. Dinah che non capiva il fissare di Lauren alle sue spalle, si girò per vedere l’oggetto delle sue attenzioni, ed una volta notato, dopo un breve momento di sorpresa sorrise divertita, girandosi verso la mora dagli occhi verdi, che ancora fissava l’entrata a bocca aperta.

- Lupus in fabula.  

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