23 SCREZI E SEGRETI

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Il tintinnio delle posate pareva risuonasse più forte del solito, nel silenzio che aleggiava tra di loro.

Era tutto il giorno che Ernik si chiedeva cosa diavolo avessero tutti da stare in silenzio... era successo qualcosa di cui non sapeva niente? Eppure non gli pareva! Il giorno prima era rimasto con il suo gruppo quasi tutta la giornata fino a quando non si era addormentato.

Dal momento che Kaspiro si trovava nel letto accanto al suo, se era successo qualcosa dopo cena, doveva riguardare Naston e Amila.

Forse hanno litigato, pensò addentando un pezzo di carota.

Naston, infatti, sembrava essere quello più a disagio: non alzava gli occhi dal piatto e, quando, durante gli allenamenti gli si era avvicinato per parlargli, era stato piuttosto evasivo. In quel momento, Ernik aveva pensato che ce l'avesse con lui, ma ora iniziava a credere che il problema ce l'avesse con Amila.

Forse Naston aveva ragione: Amila stava creando scompiglio in quel gruppo, non solo nei rapporti con Kaspiro! Probabilmente anche Naston si era invaghito ti lei...

Quasi avesse udito i suoi pensieri, Naston alzò il capo e guardò Ernik negli occhi, che ricambiò l'occhiata di sbieco. Poi, il ragazzo di fronte a lui, tornò a fissare il piatto giocherellando con il cibo. Non era da lui essere così inappetente!

A quel punto, Ernik perse la pazienza. «Si può sapere cosa diavolo vi prende?» sbottò a denti stretti il ragazzo lasciando cadere la forchetta sul piatto.

Ma non ricevette alcuna risposta, fatto che lo fece imbestialire ancor di più. A quel punto, raccolto il suo piatto vuoto, lasciò il tavolo senza dare spiegazioni, esattamente come loro avevano fatto con lui.

Si avviò, così, verso la sua stanza a passo spedito, meditando su cosa potesse essere accaduto di tanto grave.

Era a metà percorso quando venne raggiunto da Kaspiro che si fermò ad un metro da lui, ansimante per la corsa.

«Cosa c'è?» chiese Ernik in malo modo, ancora indispettito per il comportamento generale tenuto a pranzo.

Kaspiro corrucciò le sopracciglia. «Devo parlarti».

Ecco, forse era giunto il momento di scoprire cosa era preso a tutti quella mattina.

Certo non si aspettava che Kaspiro fosse tanto astioso nei suoi confronti: «Tu sai che mi piace Amila... perché continui a mettermi i bastoni fra le ruote?»

«Cosa? Perché?»

Kaspiro alzò un sopracciglio con un'occhiata eloquente ed un'espressione scocciata. «Non sei stato tu ad invitarla ad allenarti con te?»

Ernik non credeva alle sue orecchie. Era davvero arrivato a questo punto? A quanto pareva, sì.

Eppure, in cuor suo, sapeva che Kaspiro aveva ragione: non poteva dirsi totalmente disinteressato nei confronti di quella ragazza. Ernik avrebbe sfidato chiunque a non essere interessato.

«Sì, certo, ma... non è mia intenzione ostacolarti!» dichiarò come un perfetto ipocrita. Di una cosa, però, era sicuro: non aveva alcuna intenzione di litigare con Kaspiro per una femmina.

«Certo, come no! È quello che fai sempre: sai che mi piace una donna e, all'improvviso, ecco che diventa oggetto di desiderio anche da parte tua!»

Quella frase lo raggelò. Era davvero così? Ernik non ci poteva credere. Cos'era, una specie di esplosione atta a compensare tutte quelle volte in cui lui era andato a segno al posto di Kaspiro? Era invidioso?

LA QUINTA LAMA (I) - L'assassinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora