CAPITOLO 7 - UN PEZZO DELLA MIA VITA

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Sposto lo sguardo verso il finestrino alla mia sinistra e inizio a raccontare loro un pezzo importante della mia vita. “Ho incontrato Claire solo quando ho iniziato a frequentare il liceo, abbiamo subito legato ed è diventata una parte della mia famiglia in poco tempo.”dopo aver detto questo Claire stringe la mia mano perché sa che quello che sto per raccontare non è stato il periodo migliore della mia vita. Rilascio un sospiro chiudendo gli occhi, una volta riaperti torno a guardare il paesaggio oltre il finestrino entrando nel viale dei ricordi della mia adolescenza. “Prima di conoscerla non avevo mai avuto nessuna persona accanto su cui contare, della mia età intendo. I miei vicini di casa erano una coppia di signori di mezza età, Gianni e Alisa. Quando ero piccola andavo quasi tutti i giorni dopo scuola a casa loro per giocare con la loro cockerina Jessy. Gianni ogni pomeriggio mi guardava giocare nel loro giardino mentre se ne stava seduto sotto al portico. Prima che i miei tornassero a casa dal lavoro, io, Jenny e Gianni andavamo a fare una passeggiata al parco vicino casa e, quando ormai era ora di cena, non mi andava mai di tornare a casa perché amavo passare il mio tempo con loro. Ogni sabato, siccome non c’era scuola e i miei genitori dovevano lavorare, mi svegliavo presto e mi precipitavo nella casa accanto. Io e Alisa preparavamo insieme i biscotti per poi fare merenda il pomeriggio, a pranzo mangiavamo tutti e tre insieme; mi piaceva rimanere a mangiare lì da loro perché ogni pasto diventava un’ occasione per stare insieme, ridere, raccontarsi cos’era successo durante la giornata, una cosa che con i miei genitori non capitava mai. Con questo non voglio dire che odiassi stare con i miei, ma il punto è proprio che non passavamo mai del tempo insieme.” Mi volto per guardare in faccia i ragazzi, Johnny mi fa un sorriso per spronarmi a continuare. “I miei erano sempre occupati a lavorare e con loro non sono riuscita ad avere un rapporto vero e proprio finché non ho conosciuto Claire che mi ha aiutato a farmi conoscere meglio dai miei genitori” dico regalando un sorriso sincero alla mia migliore amica a cui lei risponde debolmente. So che è preoccupata per me, ma sono forte e non lascerò che i miei ricordi prendano il sopravvento su di me. “Quando ho iniziato le medie, qualcosa dentro di me è cambiato; dopo scuola non rientravo quasi mai a casa perché passavo tutto il tempo a casa di Gianni e Alisa, li aiutavo nelle faccende o andavo a fare lunghe passeggiate con Jenny. Rientravo solo quando era ora di cena poi passavo la serata, a seconda dei turni di lavoro dei miei, o con mia mamma a sistemare la casa o con mio papà a guardare la tv. Avevo bisogno che qualcuno mi riservasse delle attenzioni e così ho iniziato a rimanere a dormire durante i weekend, dato che non c’era scuola, a casa di Alisa e Gianni. Voi penserete che tanto ero nella casa accanto a quella dei miei, ma non era così, quando ero a dormire da loro mi sentivo come se vivessi in un'altra dimensione … Loro si preoccupavano di chiedermi sempre com’era andata la mia settimana, anche se ci vedevamo ogni pomeriggio, volevano sapere davvero ciò che facevo e cosa mi passava per la testa; non era come quando a cena o a pranzo i miei mi chiedevano distrattamente com’era andata la scuola, loro erano realmente interessati a ciò che dicevo. Loro per me non erano dei semplici vicini, erano diventati parte della mia famiglia e io per loro ero come una nipote. Mi hanno visto crescere e mi conoscevano meglio dei miei genitori, forse meglio di me stessa ed è per questo che volevo loro un sacco di bene. Poi tutto si è distrutto  nel mese di Maggio, un lunedì mattina di due anni fa” finisco il discorso con un sorriso malinconico ripensando a quel giorno ma continuo il mio racconto cercando di fermare le lacrime che minacciano di scendere. “Avevo appena finito le lezioni, erano le 16 del pomeriggio e avevo fatto tardi per la solita passeggiata del pomeriggio con Gianni e Jenny, mi ero fermata in un negozio dove avevo visto un vestito stupendo in vetrina e sono entrata per provarmelo. Quando stavo rientrando a casa ho notato che c’era qualcosa di strano. Così mi sono precipitata in casa mia ho lasciato tutto in salotto e ho raggiunto la casa di Alisa e Gianni. Arrivata alla porta ho sentito dei singhiozzi e sono corsa immediatamente nella stanza da cui provenivano” ormai le lacrime hanno ripreso a solcare il mio viso, “ho trovato Alisa seduta sulla poltrona in soggiorno che usava di solito Gianni mentre piangeva disperata. Mi sono avvicinata a lei e non mi sono accorta che stavo piangendo finché con voce roca le ho chiesto cos’era successo, lei mi ha abbracciato immediatamente e singhiozzando mi ha detto che Gianni aveva avuto un infarto mentre era al parco con Jenny” un singhiozzo mi fa trasalire ma continuo lo stesso “ vi rendete conto? Per colpa di  uno stupidissimo vestito Gianni è uscito a portare a fare una passeggiata Jenny da solo! E io non c’ero! Se solo fossi andata con lui avrei potuto fare in modo ce non succedesse” finisco la frase quasi in un sussurro. “Smettila di dire così, Marissa! Non è stata colpa tua, devi smetterla di sentirti in colpa per una cosa che non potevi evitare! E’ stato il destino a volerlo e tu non avresti potuto combattere contro l’inevitabile!” mi rimprovera Claire. “Claire ha ragione, Marissa. Non potevi sapere che sarebbe accaduto” dice Johnny e Matt e Chris annuiscono. “Ragazzi, voi non capite … Gianni era come un secondo genitore per me, loro erano le persone a me più care ed ora non ci sono più” dico e non riesco a fermare le lacrime. Matt mi guarda confuso e poi dice “ non li ha persi tutti e due … Hai ancora Alisa, no?” Scuto la testa negativamente e riprendo a raccontare “ Quando è morto Gianni dopo essere stata al funerale ho preso le mie cose da casa dei miei genitori e mi sono trasferita a casa di Alisa. Volevo starle accanto,  i miei genitori sapevano quanto tenessi a lei e me l’hanno lasciato fare. 2 mesi dopo Alisa si era ripresa e continuava a dire che non era colpa mia e che Gianni avrebbe voluto che fossimo felici. Dopo un po’ di giorni sono tornata a casa mia ma, quando non uscivo con Claire e i nostri amici, il pomeriggio lo passavo con Alisa come quando ero piccola. Due settimane fa, sono rimasta a dormire un weekend da lei per poter passare un po’ di tempo prima che partissi. E’ stato come tornare indietro nel tempo, ad eccezione che non c’era Gianni a continuare a lamentarsi per i film smielati che io e sua moglie adoravamo guardare quando ero là da loro. Prima di salutarla le avevo promesso che le avrei inviato una cartolina e, una volta sistemate e ambientate, le avrei fatto arrivare un biglietto aereo per potermi venire a trovare. Avevo già programmato tutto. Pensato che avevo già il biglietto pronto da spedire” prendo la borsa che si trova sul sedile fra me e Claire, la apro e tiro fuori il biglietto aereo e lo mostro ai ragazzi “ e ora cos’ho in mano? Uno stupido pezzo di carta che non servirà più a nessuno .. . in quell’aereo lei non ci sarà mai … sapeva da 2 mesi che le rimaneva poco tempo da vivere e non mi ha detto niente per non farmi preoccupare e farmi cambiare idea sul trasferirsi qui … E’ morta mentre io ero qui a divertirmi e non sono riuscita a vedere quanto stava soffrendo” scoppio di nuovo a piangere tra le braccia di Claire ma, qualche secondo dopo, sento la porta alla mia sinistra dell’auto aprirsi e delle braccia forti e muscolose abbracciarmi. Alzo lo sguardo e i ragazzi stanno circondando me e Claire in un abbraccio di gruppo. “Ora ci siamo noi con te. Non affronterai tutto questo da sola” mi sussurra Matt all’orecchio, istintivamente gli circondo la vita con le mie braccia e, ancora scossa da qualche singhiozzo, appoggio la testa sul suo petto.

#SPAZIO AUTRICE

Amo questo capitolo. Spero piaccia anche a voi. :)

Alla prossima,

Pamela

Due amiche a New YorkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora