CAPITOLO 15 - PASSEGGIATA NOTTURNA

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Marissa’s pov

Quel ragazzo si sta avvicinando, lo so perché sento il suo passo ubriaco che si fa sempre più vicino.

Respira Marissa, se si avvicina ti metti a correre e non succederà niente. Dio, in che razza di guaio mi sono cacciata?

Penso mentre continuo a tenere gli occhi chiusi sperando che torni indietro e mi lasci in pace.

All’improvviso qualcuno si siede accanto a me, posso giurare di sentire il profumo della colonia che usa Matt. So che è lui perciò mi rilasso sempre tenendo gli occhi chiusi. Ho il battito cardiaco leggermente accelerato, non so se sia perché l’unica persona da cui sono appena scappata è seduta proprio accanto a me o perché avevo paura che quel ragazzo ubriaco non se ne sarebbe andato.

M.:“Questa panchina è davvero scomoda!” cerco in tutti i modi di trattenermi ma fallisco e scoppio a ridere. Apro gli occhi e volto la testa per poterlo guardare meglio: è buio e l’unica fonte di luce è il lampione posto di lato alla panchina dove siamo seduti, riesco comunque a vedere il suo sorriso sghembo. Non riesco a trattenere un sorriso e, quando lui lo nota, il suo sorriso si accentua.

“L’unica cosa che vorresti dirmi dopo che sono scappata dal locale e ho quasi rischiato di essere violentata da un ubriaco è che la panchina è scomoda?” dico senza smettere di sorridere.

M.: “Ci sarebbero un sacco di cose che vorrei sapere come, per esempio, che cosa ti ha spinto ad andartene in quel modo, ma mi sembravi giù di morale ed ho preferito farti sorridere invece di sgridarti”.

Lo guardo inarcando un sopracciglio e gli chiedo: “Sgridarmi? E sentiamo, perché dovresti sgridarmi?”

M.: “Partiamo dal fatto che te ne sei andata via tutta sola e che, se non fossi arrivato io, non voglio nemmeno pensare a cosa sarebbe successo. Vuoi che continui?”.

Io: “Hai ragione, mi sono comportata da stupida e non ho pensato alle conseguenze. Sta andando tutto per il verso sbagliato, non so che mi sta succedendo” termino la frase in un sussurro e lo sguardo di Matt si addolcisce immediatamente.

M.: “Scusa, ho esagerato. Vieni qui.”allarga le braccia e mi attira in un abbraccio. Questa è la seconda volta che lo fa e, come la prima volta, mi tranquillizzo immediatamente. Mi stacco a malincuore dall’abbraccio anche se avrei voluto rimanere tra le sue braccia ma gli devo delle spiegazioni e ho intenzione di dargliele.

M.: “Che ne dici di fare quattro passi?”

Io: “Bella idea”

Ci alziamo dalla panchina e iniziamo a passeggiare per le strade della città in silenzio. Tengo lo sguardo fisso davanti a me perché non ho il coraggio di guardarlo in faccia mentre gli spiego perché me ne sono andata. “Non ho avuto molti appuntamenti e la stragrande maggioranza di questi non è andata a finire molto bene. Mentre eravamo lì seduti mi sono resa conto che …” lascio in sospeso la frase perché nemmeno io so come terminarla o, forse, non sono ancora pronta ad ammetterlo.

“che tieni a me molto di più di quanto pensassi? Non sei l’unica ad averlo pensato Marissa, da quando ci siamo conosciuti, giorno dopo giorno, abbiamo imparato qualcosa di nuovo l’uno dell’altro. Ti sei aperta con me ed io ho fatto lo stesso ma non perché mi sentissi in dovere di farlo dato che l’avevi fatto anche tu ma perché ho sentito che eri l’unica che avrebbe potuto capirmi”

Le sue parole mi sorprendono perché ha descritto perfettamente come mi sento quando sono con lui e quando mi volto a guardarlo incrocio i suoi bellissimi occhi. Interrompo il contatto visivo solo quando sento le dita delle sue mani che si intrecciano alle mie. Rimango per un attimo senza fiato a fissare le nostre mani intrecciate, una scarica mi attraversa il corpo al sentire il calore che emana. Quando alzo lo sguardo Matt mi sta sorridendo dolcemente, lo stomaco mi si attorciglia dall’emozione ma riesco comunque a ricambiare il sorriso. Non mi sono mai sentita così felice. Stiamo passeggiando da un po’ mano nella mano in silenzio e io sto registrando ogni singolo momento perché voglio ricordarmi ogni singolo istante di questa passeggiata notturna. Vorrei che questo momento non finisse mai ma il mio corpo non è d’accordo inizio, infatti, a sbadigliare e le gambe si rifiutano di tenermi in equilibrio. Matt mi passa un braccio lungo la schiena e con le dita della mano traccia cerchi immaginari lungo il mio fianco, il che mi fa sorridere. “Sarà meglio tornare a casa” . Annuisco lentamente mentre appoggio la testa sulla sua spalla. Dopo pochi passi Matt è costretto a prendermi in braccio stile sposa perché ormai non riesco più a tenere gli occhi aperti, appoggio la testa sul suo petto godendomi il suo inebriante profumo e mi accoccolo meglio tra le sue braccia. Lo sento ridacchiare e poi, con un gesto estremamente dolce, mi scosta i capelli per lasciarmi un bacio sulla fronte. Pochi minuti dopo sono già nel mondo dei sogni tra le sue braccia mentre sorrido.

#SPAZIO AUTRICE

Allora, il capitolo non è molto lungo ma ora che la scuola è iniziata pubblicherò solo quando avrò un pò di tempo libero. Mi scuso per eventuali errori ma non sono riuscita a ricontrollare e volevo assolutamente pubblicare.

Alla prossima,

Pamela

Due amiche a New YorkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora