La mattina mi svegliai alle 7:00.
Mio cugino doveva andare a scuola e aveva i vestiti nella mia stanza.
Cercò di fare piano, entrò con la torcia accesa, guardó nell'armadio e... Come tutte le volte, accese la luce, si prese i vestiti e se ne andò in bagno. Pensando di non avermi svegliata minimamente.
Quando mi risvegliai, trovai il buongiorno di Luciano, ricambiai e andai a farmi una doccia.
La mattina passò velocemente.
Dopo pranzo, mia madre andò dai miei nonni.
Abitavano in una città a 10-15 minuti da dov'eravamo noi. La accompagnò mio zio, che lavorava in quella città.
Io rimasi a casa con mio cugino e mia zia.
Loro poi andarono a Treviso per l'allenamento di Nicolò e dopo aver finito di lavorare, mi passò a prendere la zia più giovane.
Andammo a prendere mia cugina dall'asilo.
Quando mia zia aprì la porta, la piccola era rimasta da sola con le tre maestre.
Nel momento in cui mi vide, mi corse incontro e si agganciò alle gambe emettendo un dolce suono "Eeeeshaaa".
La amavo. La presi in braccio e la coccolai.
Ci dirigemmo verso casa di mia zia e la piccola peste non volle nè camminare nè stare seduta nel passeggino, voleva soltanto stare in braccio a me.
Arrivate a casa, giocai con la piccola e poi cenai da mia zia.
Quel pomeriggio, sentii Luciano come gli altri giorni, due messaggi all'ora più o meno.
Se lui era così, lo ero anche io.
Non ero mai la prima a scrivergli. A volte visualizzavo e rispondevo dopo molto.
Dovevo capire cos'era che voleva da una come me.
'Beh ero partita da due giorni, poteva anche smettere di scrivermi no? Perché lo faceva ancora? Era veramente interessato? Era un bel ragazzo e dalle foto di Facebook avevo visto che era stato con una ragazza altrettanto bella, con un bel fisico. Io non lo ero, non avevo un bel fisico e avevo un carattere alquanto difficile ed introverso. Non poteva volere me.'