Domenica 26 Febbraio
Mi svegliai la mattina con un lieve mal di testa.
Uscii al Baretto e Luciano venne con il suo amico Matteo.
Luciano riferì a Matteo che forse la sera non ci sarebbe stato perché nel pomeriggio, suo fratello piccolo avrebbe sfilato.
Disse ridendo che volevano far indossare il barattolo di spinaci anche a lui e farlo sfilare.
'Ah ah ah che ridere. NO.'
Restammo per un'oretta al massimo e ognuno tornò per pranzo nelle proprie case.
Finii di mangiare e Luciano mi scrisse che si stava avviando verso la piazza con i suoi genitori, per incontrarsi con tutti gli altri gruppi e far sì che la sfilata cominciasse.
Avevo voglia di vederlo, di stare con lui.
E: "I miei stanno andando via, non puoi proprio venire?"
L: "No, avevo promesso a mio fratello che avrei visto la sfilata.. Magari più tardi se i tuoi ancora non ci sono"
E: "ok.."
L: "Perché non ti fai accompagnare alla sfilata?"
E: "Ma sei pazzo? Hai detto che ci sono anche i tuoi."
L: "E dov'è il problema? Li conosci"
'Il problema è che non sono pronta. Per niente.'
E: "ok, chiedo ai miei se possono accompagnarmi"
'Che cazzo ho scritto? Davvero? Per vederlo, son disposta veramente a così tanto?'
L: "Va bene, fammi sapere"
Chiesi ai miei genitori. Non dovevano fare molta strada, il paese di Luciano era quello prima del mio, ci avrebbero messo tre minuti.
Mio padre mi disse che andava bene.
Avvisai Luciano che mi rispose di avvisarlo quando partivo, che mi sarebbe venuto a prendere vicino alla piazza perché oltre non si passava con la macchina.
Lo stavo facendo veramente? Avrei incontrato i suoi genitori..
Che ansia..
'E se si aspettano una tipa come la sua ex? Con i capelli perfetti, lunghi fino al fondo schiena. Con i lineamenti delicati. Magra. DIO che ansia. Come si ci comporta con i genitori del proprio ragazzo? Devo essere me stessa o fingere di essere tutt'altra persona? Ne vedo tante che fingono di essere ciò che non sono, soltanto per piacere ai loro suoceri. Dovevo farlo anche io?'
Intanto arrivai vicino alla piazza e vidi dal finestrino Luciano che si affrettava a venirmi a prendere.
Salutò al volo i miei e andammo verso il gruppo dove c'era anche suo fratello.
Camminava veloce.
'Perché tanta fretta?'
Avevo sempre quest'impressione che con me non voleva farsi vedere.
Mi prese la mano.
Sussultai e arrossii.
Lo vidi sorridere.
'Ti piace vedermi imbarazzata eh?'
Fece un cenno in avanti con il capo, guardai infondo e vidi che si rivolgeva ad una signora.
Ci avvicinammo.
L: "Mamma, lei è Elisa!"
Oh mio dio.
E: "Piacere, Elisa" dissi timidamente.
Forse neanche mi sentì.
Si sforzò di sorridermi.
Forse non le stavo molto simpatica.
'Cazzo, cosa devo fare? Abbracciarla? Dovrei chiederle qualcosa? Perché non so mai come ci si comporta in queste situazioni.'
Andammo leggermente più indietro e vidi un signore che mi sorrideva.
Doveva essere suo padre, avevo visto una foto e poi era uguale a Luciano.
Mi avvicinai.
"Piacere, Elisa"
Cercai di urlare un po' di più.
Con il carro di fianco a noi con la musica a tutto volume e i bambini che strillavano, non si sentiva nulla.
Si presentò e mi sorrise nuovamente.
Luciano mi indicò poi suo fratello piccolo, in mezzo al resto del gruppo e notai una persona che sarebbe stato meglio non notare.
Portai lo sguardo dietro a suo fratello e vidi una ragazza.
La ragazza che aveva scritto a Luciano mentre io ero a Ravenna. E che io conoscevo bene.
Cambiai umore.
Luciano seguì il mio sguardo e mi girò di spalle per farmi continuare a camminare lungo la strada.
'Sii superiore'
'Adesso ti faccio vedere io'
Distratta da questi pensieri, non mi accorsi che la mamma di Luciano mi avesse riempito tutta di coriandoli.
"Odio il carnevale" mormorai.
L: "COSAAA??" Urlò per via della musica troppo alta.
E: "Non mi piace il carnevale. Odio che le persone mi buttino addosso coriandoli o che mi spruzzino quella roba addosso"
Non riuscii a finire la frase che...
L: "Eddaaai.. Divertitiiii" e mi fece scivolare addosso un pugno di coriandoli.
'... Grazie..'
Continuammo a camminare per il paese.
Avevo voglia di fumarmi una sigaretta. Avevo chiesto a Luciano se potevo fumare davanti ai suoi e la sua risposta fu "Sì, ma non esagerare". Non ribattei. Però lo ascoltai e me ne fumai soltanto una quando lo fece anche lui.
Notai che sua madre mi guardava un po' scocciata.
Diceva qualcosa a Luciano, ma con me non parlava mai.
'Forse anche lei è come me? Ha bisogno di tempo per aprirsi con le persone? O forse è gelosa di suo figlio? Beh non ho fatto niente di male oltre che stargli accanto. Anzi, molte volte mi ha lasciata dietro perché va a buttare coriandoli o addosso ai suoi genitori o a suo fratello.
Ho sbagliato qualcos'altro? Non le sto abbastanza simpatica. Dio che ansia perenne però.'
Io e Luciano, ci spostammo dalla strada e salimmo sul marciapiede.
Mi sentii stringere un fianco. Alzai la testa e Luciano stava sorridendo a qualcuno, mettendosi in posa. Girai lo sguardo e vidi suo padre con il cellulare in mano che ci faceva una foto.
Non ci volevo credere. Che cazzo di imbarazzo. Non ce la potevo fare.
Iniziava a fare buio.
Eravamo arrivati in piazza. Era il punto di ritrovo per tutti i gruppi e dopo ci sarebbe stata la premiazione.
Ero un po' stanca da tutta quella musica.
Luciano mi guardò, si morse il labbro e si avvicinò a sua madre.
Lei fece un cenno con il capo e mi disse "a dopo" con un tono di rimprovero scherzoso.
Luciano mi prese la mano e mi trascinò via da tutto quel casino.
Non capivo.
E: "Dove stiamo andando? Cosa hai detto a tua madre?"
L: "Che dovevo finire di studiare italiano e che stavamo andando a casa"
Fece una pausa "Così abbiamo casa libera. Per quello mia madre ha fatto quella faccia, aveva già capito"
No. Non mi sentivo pronta se era ciò che intendeva.
Mi guardò in faccia e forse capì da solo.
L: "Così ora impari anche la strada per venire a casa mia"
E: "Giusto, fammi stare attenta"
L: "Mia madre mi ha chiesto se hai la voce"
'Simpatica. Avevo capito che qualcosa le stesse dando fastidio'
E: "Mi vergogno. Cosa avrei dovuto dirle?"
L: "Mia madre è tranquillissima, non farti odiare per questa cosa."
E: "Ormai credo che mi odi già"
L: "Sta a te non farti odiare più. Comunque non ti odia, scema. Vuole soltanto che parli e ti diverti come noi"
Memorizzai subito la strada e la casa.
Arrivammo davanti casa sua e mi disse "Mi prendo il libro e saliamo su da mia cognata? Così vedi anche mia nipote"
'Ah, pensavo fosse finita l'ansia'
L: "O non ti va?"
E: "Sì, sì"
'Ormai facciamola completa oggi.'
Mi presentò anche sua cognata, suo fratello grande era al lavoro e sua nipote dormiva.
Anche sua cognata parlava abbastanza.
'Dio mio. Non mi accetteranno mai qui dentro.'
Parlarono un po' loro due e io spiccicai due parole contate.
Uscimmo sul balconcino a fumarci una sigaretta e nel frattempo arrivarono i suoi.
Chiamarono Luciano e chiesero se dovessimo mangiare a casa.
Iniziava a piovigginare, quindi Luciano rispose di sì e che non saremmo usciti.
'Ci mancava mangiare a casa sua, oggi la faccio veramente completa'
Scendemmo giù a casa sua e ci sedemmo a tavola.
Per fortuna ero seduta di fianco a Luciano.
Sua madre si presentò davanti a me con un pentolone pieno di polpette al sugo.
'Così non vale però'
Mi riempì il piatto con 8-9 polpette.
Alla quinta già non ce la facevo più, ma mi sembrava brutto lasciare qualcosa.
Me le mangiai molto lentamente.
Luciano finì di mangiarle e si fece un panino con mozzarella e prosciutto.
Ma come faceva? E non ingrassava nemmeno cazzo.
Lo odiavo sotto questo punto.
Finimmo di mangiare e parlammo ancora un po' a tavola.
Fumammo una sigaretta e poi mi riaccompagnò a casa.
Faceva freddo sullo scooter in quel periodo.
E non ero coperta abbastanza bene quel giorno.
Mi strinsi forte a lui.
Mi disse ancora una volta che dovevo sbloccarmi e parlare di più e di stare tranquilla, che ai suoi ero piaciuta.
Io non ci credevo tanto riguardo a quest'ultima cosa.
Ma lo salutai e gli diedi la buonanotte ed entrai a casa, lui aspettò che entrassi e andò via.
'Sarò piaciuta ai suoi? Io credo di no. Cosa devo fare? Io ho bisogno di tempo. Mi mettono solo ansia le persone che mi chiedono perché non parlo o se ho perso la lingua. Non ha senso. Sono la persona più aperta e scherzosa del mondo, ma mi ci vuole del tempo. Devo capire se posso fidarmi, se posso dire o fare determinate cose con determinate persone. Spero solo di aver fatto una buona impressione. D'altronde non sono una cattiva ragazza o maleducata'
Mia madre mi chiese com'era andata e raccontai un po' di cose concludendo con "Buonanotte" e salii nella mia camera da letto, andandomene a dormire dopo aver ricevuto il messaggio da Luciano rassicurandomi di essere arrivato a casa.