Keeps Raging On

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Non ci siamo separati per un secondo, Leo è stato con me per tutto il resto del pomeriggio, a cena e ora,dopo almeno altre cento domande, è crollato addormentato sul mio letto. Sto scrivendo il verbale della missione alla scrivania; fortunatamente il paracetamolo che abbiamo trovato sarà abbastanza per tutta la legione. Leo dorme tranquillo, come un sasso.

Bussano alla porta, mi sposto dalla scrivania e Erwin entra nella stanza. A cena Leo è stato al tavolo con la nostra squadra e devo dire che sembra nutrire una certa simpatia per Erwin.

-Stanca?

Faccio spallucce, non so nemmeno io se sono stanca o no. Ha le maniche della camicia rimboccate fino al gomito, penso sia un dettaglio tremendamente affascinante.

- Ti racconto cosa è successo. -ancora non abbiamo parlato di come abbiamo trovato Leo e nemmeno il resto della squadra ne ha accennato a cena.

- Andiamo di là.

Mi alzo dalla sedia e guardo Leo: i capelli scompigliati e il cuscino stretto tra le braccia.

"Sì che dorme proprio in modo strano!"

Erwin tiene la porta aperta e mi lascia uscire, per poi richiudersela alle spalle senza fare il minimo rumore.
Mentre camminiamo racconto del villaggio e dell'incontro con Leo. Lui ascolta senza fare domande, camminando con le braccia incrociate.  Arrivati nel suo studio si siede sul divanetto e mi fa segno di affiancarlo. Crollo sulla seduta morbida e appoggio la schiena, abbandonando la testa verso l'alto.

- Credo che non sarei riuscita adabbandonarlo... Se Levi mi avesse detto di lasciarlo da solo probabilmente mi sarei opposta...

Sospiro, inizio a sentire la stanchezza della giornata. Erwin è seduto senza appoggiare la schiena, leggermente voltato verso di me. Sento i suoi occhi scorrermi addosso, lo lascio fare senza preoccuparmi del pizzico di vergogna che sento dentro.

- Sarebbe stata la scelta giusta.

- Dici? - mi raddrizzo e lo guardo. Le nostre gambe si toccano, lui annuisce lentamente mentre mi afferra una mano. Le sue dita sono calde, delicate e forti allo stesso tempo, mi ci voglio aggrappare. Giro la mia mano e intreccio le mie dita fredde alle sue. Devo averlo preso in contropiede perchè mi guarda con sorpresa. Sentivo di volerlo fare e l'ho fatto, dopotutto il brivido che mi percorre non è male.
Il fatto che mi vergogni un po' per certi gesti non vuol dire che io non li apprezzi.
Continua a guardarmi, io guardo per terra.

- Sei stanca. - parla piano, quasi avesse paura di rovinare la situazione col suono della sua voce.

- No, sto solo pensando. Sono felice che la missione sia andata bene!

Lo guardo sorridendo, sono davvero contenta: la legione si riprenderà dall'influenza generale. Mi ricordo solo ora che anche lui era più che malato.

- Ma tu come stai?! Mi ero dimenticata!

- Molto meglio direi. - mi sorride,io però non credo sia ancora del tutto guarito.

- Fammi vedere.

Slaccio le nostre mani e gli sposto i capelli dal viso. Appoggio la punta del naso sulla sua fronte che è leggermente calda.

- Sì, è bassa ora.

Mi allontano, lui continua a guardarmi negli occhi e io distolgo lo sguardo. Si sporge in avanti e si appoggia alle ginocchia. Dalla camicia bianca si intravedono i muscoli della schiena, non ancora cinta dalle cinghie.

- Sei consapevole che non potremo tenerlo con noi per sempre, vero?

- Sì, ovvio. Però non voglio rimanga da solo...

Safe and Sound ~ErwinxOCDove le storie prendono vita. Scoprilo ora