Paura

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Camila pov's

[ Ascoltare Changes di XXXTANTACION ]

"Lauren tu invece cosa fai nel tempo libero?" domanda Dinah.
Siamo in un bar e sono seduta insieme alle mie quattro amiche a parte Lauren che trema, a dire la verità lo fa da quando si era accovacciata a terra piangendo. A vederla in questo stato mi viene da piangere. Mi sento in colpa.
Il suo sguardo è vuoto. Non è freddo, non ha odio, non ha niente nel suo sguardo. Nel suo sguardo non c'è la sua storia, la sua brutta storia. C'è solo il mio riflesso. È strano, mi credereste se vi dicessi che persino quando l'avevo vista piangere non avevo trovato nessun genere di sofferenza nel suo sguardo? Sembrava... così impassibile e insensibile. I suoi occhi verdi erano vuoti, proprio come adesso. È cambiata. È cambiata così drasticamente che mi manca, e mi fa male tutto, ogni parte di me, al pensiero che io la ami ancora.
"No" dice Lauren, ancora tremando mentre il suo labbro freme "Non mi piace fare niente" aggiunge.
"Impossibile" ride Normani, entrando nella conversazione.
"Non ti piace proprio niente?" interviene Allyson.
Lauren alza le spalle, guardando le sue mani che tenta di riscaldare strofinandole una sull'altra.
"Io... vado in bagno" dice e noi annuiamo.
"È... strana" dice Dinah "È così... fred-"
"Insensibile" correggo e le mie amiche mi guardano con sorpresa, forse per il brutto commento, ma è così, è insensibile "Soffriva di una malattia, la sindrome della bambola"
"Come la tua, vero?" domanda Ally e io annuisco.
"Però prima... aveva passione per qualcosa, per i puzzle, per i problemi... prima sorrideva" sento gli occhi pizzicarmi "Grazie a lei ho scoperto le emozioni. Ho scoperto la sensazione di mentire, di odiare, di... amare"
"Perché adesso è così?" domanda Dinah, volendo arrivare al punto.
"Perché sono andata via quando lei non era disposta a cadere con me tra le emozioni"
Cadde il silenzio ma io non tardai a spezzarlo.
"Avrei dovuto aspettare. Invece sono andata via, non curandomi di lei, delle cause... io pensavo che se sarebbe ritornata, si sarebbe sentita meglio di prima" a quel punto piansi "Ma... si sentì male e poi... iniziò a non sentire più nulla. Insensibile" continuo, singhiozzando "D'improvviso non parlò più. Dice che non lo riteneva importante"
"Però adesso parla" mi fece notare Allyson.
"Già, lo so. Parla perchè io sono il suo unico interesse, se proprio dovrei dare una definizione a questo strano comportamento, ma non riescono a comprenderla nemmeno i migliori psichiatri, figurati me. L'unica cosa che so è che solo io posso aiutarla. La sto aiutando con le emozioni, le sta scoprendo pian piano"
"Dovresti andare da lei" dice Normani e io annuisco, alzandomi per andare in bagno.
Quando apro la porta non sento nulla. Sono sicura che sia qui?
Busso a qualche porta, ma nessuno risponde, così apro la prima, poi la seconda e vedo Lauren seduta sul water con la testa tra le mani mentre trema.
"Perché?" sussurra "Perché non provi nulla? Non provi la rabbia, l'amore, la tristezza..." continua "Perché non senti nulla?"
"Lauren..." la chiamo, inginocchiandomi davanti a lei per allontanare le sue mani dal suo viso.
"Camila, perché-"
"Perché stai tremando?" sposto una sua ciocca corvina dietro l'orecchio, guardandola dolcemente negli occhi anche se mi fa male perché sono vuoti.
"Io..." non riesce a continuare "Sento una cosa strana" aggiunge.
"Cosa?"
"Sento di voler scappare, non per un viaggio, non fraintendere. Voglio scappare da qualcosa perché... è brutta... è inquietante... come si dice?"
"Impaurita?" domando e lei annuisce "Da cosa vuoi scappare?"
"Da me stessa"
"Perché?"
"Perché mi guarda e mi dice sempre che non sento niente. Dice che non ritornerò come prima. Mi fa... mi... mi tortura" dice, continuando a tremare "Hai pianto?"
"Io... ecco-"
"Colpa mia?" domanda, portando il suo pollice verso una lacrima quasi asciutta per mandarla via del tutto "Non fare cadere le gocce..."
"Lacrime" correggo.
"Le lacrime sono sempre... brutte"
"Non è vero" prendo la sua mano per afferrarla "A volte si può piangere per la felicità"
"Felicità?" domanda, evidentemente non ricordando quell'emozione.
Sento alcune lacrime minacciare di cadere. Fac male vederla in questo stato. È cambiata troppo e io non riesco a reggere ciò.
"Sì, come quando io oggi ho riso, ricordi? Ero felice, si dice così"
"Per essere felici bisogna ridere?"
"No, a volte si ride per non piangere" lei mi guarda, non capendo "A volte puoi ridere anche se non sei felice" aggiungo "Altre volte puoi essere felice in silenzio"
"Non capisco"
Io sorrido forzatamente mentre un'altra lacrima scende sul mio viso.
"Sono felice secondo te?" domando.
"Tu... sei abbattuta"
"Sì, sono triste ma ho sorriso"
"Perché?"
"Per farti vedere che non sempre si è felici se si sorride"
"Non questo" dice lei "Perché piangi?"
"Perché sei cambiata troppo" dico soltanto, incrociando le mie dita tra le sue. Il mio stomaco si contorce a quel contatto, ma poi ricordo che lei non prova sicuramente lo stesso e un'altra lacrima scende sul mio viso.
"Ho paura" dice.
"Di te stessa, lo so"
"Ho paura per te"
"Perché?"
"Perché non capisco cosa provi. Perché non so cosa senti. Perché non provo niente"
Il cuore mi si spezza a quelle frasi ma sforzo un sorriso.

A journey among the emotions [Sequel di The Doll] ➳ CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora