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Un dolce profumo di pane e cioccolato pervade la camera

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Un dolce profumo di pane e cioccolato pervade la camera.

Apro con calma gli occhi, sollevando le pesanti palpebre lentamente. Strofino le dita sulle ciglia facendole poi scorrere giù lungo l'incavo laterale del naso.

La luce del sole penetra attraverso le candide tende illuminando l'intero ambiente.

Mi guardo attorno, cercando di memorizzare quelle nuove sensazioni, la camera è spoglia e fredda. Fanno capolino sull'ampia parete bianca di fronte al letto le due fotografie che ho appeso la sera prima, talmente piccole e solitarie che sembrano perdersi all'interno di tutto quello spazio a disposizione.

È così strano svegliarsi in un posto completamente nuovo, lontano e ancora asettico. Mi fa sentire così sola.

Alzo il busto dalle calde coperte scaricando il peso del corpo sui gomiti e abbasso lo sguardo sulla mia figura, ho ancora addosso gli stessi vestiti della sera precedente.

Automaticamente allungo una mano sul comodino alla destra del letto per controllare l'ora dal telefono ma le mie dita impattano contro qualcosa di stranamente morbido.

Un muffin, o meglio, un intero vassoio colmo di muffins e brioches.
Ecco da dove proviene quel profumo che mi ha favorito un risveglio stranamente piacevole.

Ne porto uno alla bocca per addentarlo, è squisito.

Mi alzo velocemente per recarmi in bagno ma è proprio in quell'istante che vedo in corridoio una sagoma che si sta dirigendo al piano inferiore.
Decido di seguirla, dopo aver dato un occhiata veloce alla mia immagine riflessa allo specchio.

È così che lo vedo per la prima volta.

Mi sta dando le spalle ma riesco ugualmente a delinearne le sembianze.

È leggermente più alto di me, giusto di una manciata di centimetri.
Le braccia muscolose cadono rilassate lungo il corpo esibendo una carnagione piuttosto candida.
I capelli color miele sono mantenuti in ordine da qualche spruzzata di lacca.

Si ferma, ha sicuramente sentito la mia presenza dietro di lui.
Quando finalmente decide di voltarsi lo fa lentamente, in maniera quasi enfatizzata. Sembra che il tempo stia scorrendo al rallentatore.

Non appena mi vede un ampio sorriso si apre sul suo volto, le labbra tese ed i denti candidi.
La sua mano grande e ruvida di alza e percorre un ampio movimento finendo tra i capelli biondi intervallati da qualche ciuffo più scuro dalle sfumature castane.

Lascio che i suoi occhi scorrano curiosi lungo il mio corpo, soffermandosi sul mio viso, senza dire alcuna parola.
Proprio quegli occhi vispi ed indagatori sono la parte del ragazzo che mi incuriosisce di più.

Sono di un blu intensissimo, quasi ipnotici, danno la sensazione di poterci sprofondare all'interno.
Non ne ho mai visti di simili.
Hanno lo stesso colore dell'oceano, del cielo tipico di certe giornate estive.

"Ciao, sono Niall" esclama porgendomi la mano che prontamente afferro per presentarmi a mia volta.

"Piacere Samanta, vengo dall'Italia"

Inclino lateralmente la testa mentre vedo un espressione di sorpresa comparirgli in volto.

"Italia? Pizza, pasta, lasagne!!! Dovrai assolutamente prepararmele qualche volta" quasi urla facendomi intendere che conosca il mio paese praticamente solo per il cibo, il suo entusiasmo però è fantastico.

Ha un accento particolare e uno strano modo di parlare, sempre con il sorriso sulle labbra.
Trasmette allegria e spensieratezza.

Le sue parole mi ricordano il gentilissimo gesto della colazione in camera, così prendo l'occasione per ringraziarlo.

"Dovere Madame" risponde improvvisando un ampio inchino.
Scoppiamo entrambi a ridere.

Contagiosa.

La sua risata è proprio contagiosa, ti fa venir voglia di unirti a lui.

Il ragazzo si avvicina a me e con un cenno del capo mi invita a scendere al piano inferiore.

Lo seguo fino in cucina dove si fionda a trafficare con dei tupper su una mensola accanto al frigorifero.
Ne apre uno rivelandone il contenuto: una miriade di pasticcini e dolcetti.

"Quanti sono?" mi stupisco portandomi una mano alla bocca.

"Lo stretto indispensabile, ho fatto rifornimento principalmente per te"

Quel "principalmente" viene marcato esageratamente dalla sua voce al punto che mi scappa quasi una risata.

"Devi sapere che adoro mangiare. Qualsiasi tipo di cibo, non faccio preferenze" risponde senza mai smettere di osservare un attimo quelle leccornie.

Prende una decina di muffins e li posa sul tavolo apparecchiato.
Mi siedo accanto a lui e lo osservo mentre si porta alla bocca con voracità il primo dolce al cioccolato.

Non parla, si gusta appieno il sapore di ogni morso. Le palpebre si chiudono ogni volta che i denti entrano in contatto con la superficie morbida del muffin e sprofondano in essa.
Alcune scagliette di cioccolato, di tanto in tanto, rimangono impigliate tra le pieghe morbide delle sue labbra, costringendo il ragazzo a pulirle inumidendole con la lingua.

"Devi assolutamente visitare la città, oggi sarò la tua guida turistica" propone alzandosi dalla sedia solo dopo essersi accertato di aver finito anche le ultime briciole.

"Qualche preferenza per la prima meta?" continua andando a cercare le chiavi della macchina su una mensola all'ingresso.

Rispondo senza alcuna esitazione.

"Mi porteresti al mare?"

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