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Una distesa di candida sabbia che confina con una massa d'acqua perfettamente azzurra e cristallina: l'oceano

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Una distesa di candida sabbia che confina con una massa d'acqua perfettamente azzurra e cristallina: l'oceano.

L'acqua è il mio elemento, riesco sempre a sentirmi bene quando entro in contatto con quel fluido incolore.
Adoro sentirmi protetta quando ne sono completamente immersa all'interno.
Riesce, scivolandomi addosso ad allontanare qualsiasi pensiero.
Mi accarezza con le sue correnti dandomi quell'affetto che da troppo tempo mi manca.

Mi tolgo le All Star bianche, le appoggio sulla sabbia e mi avvicino all'oceano.

Il mare è mosso e le onde che si infrangono sulla risacca producono un rumore rilassante e famigliare.
Aspetto che degli schizzi mi inumidiscano i piedi prima di affondarli completamente in acqua avvertendo una sensazione di freschezza e libertà.

"Questo è il posto che preferisco" dico respirando a pieni polmoni quell'aria impregnata di iodio.

Silenziosamente Niall mi raggiunge affiancandomi.

Si china, immergendo una mano in acqua

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Si china, immergendo una mano in acqua. Alza dei granelli di sabbia rendendo la zona opaca e riuscendo quindi ad impedirmi di vedere quello che sta raccogliendo.

"Chiudi gli occhi e porgimi una mano" ordina sorridendomi teneramente.

Faccio come ha detto.

Sento le sue dita avvolgersi attorno al mio polso e, prima di lasciare la presa, fa scivolare lentamente sul mio palmo un piccolo oggetto.

Sollevo con cautela le palpebre.

Una conchiglia rossa.

"Niall è stupenda, non ne ho mai viste di un colore così particolare"

È piccola e regolare, dal perimetro frastagliato e con un piccolo foro perfettamente rotondo alla base.

"Il tuo primo regalo da questa terra" riferisce dopo alcuni interminabili secondi di silenzio.

"E da me" sbuffa quasi sottovoce.

Lo guardo negli occhi, ha abbassato lo sguardo sulle sue grandi mani, non prima di aver osservato la mia reazione, e si sta mordendo il labbro inferiore.

Mi si illuminano gli occhi alle sue parole, quanto può essere dolce questo ragazzo che in realtà ancora non mi conosce? È proprio vero che le cose più belle ed inaspettate te le donano degli sconosciuti.

Stringo delicatamente la conchiglia in un pugno e la faccio cadere all'interno della tasca posteriore dei miei jeans sussurrando a labbra morbide un banale ma semplice grazie.

Restiamo per dei secondi in silenzio ad ammirare l'oceano fino a quando non scorgo tra le onde agitate una piccola macchiolina su una tavola, il sole alle sue spalle ne delinea perfettamente la figura alta ed alquanto muscolosa.

"Sai cavalcare le onde?" domando prendendolo alla sprovvista mentre alzo una mano all'altezza della fronte per ripararmi dal sole.

"Sinceramente non ho mai provato" risponde voltando il viso nella mia direzione.

"Non ti piacerebbe imparare?" continuo avvicinandomi al suo corpo caldo.

"Non so se ne sarei capace"
Ri indirizza lo sguardo verso quella minuscola sagoma all'orizzonte prima di riprendere a parlare.

"Se vuoi ci possiamo provare, un mio amico ce lo potrebbe insegnare"
D'istinto lo avvolgo in un abbraccio che il biondo contraccambia stringendo di rimando.
Sfioro con le labbra il suo orecchio destro e sussurro delle parole di ringraziamento, lui lascia cadere le sue mani ruvide sui miei fianchi per poi premere delicatamente.

Rimaniamo in quella posizione solo per pochi secondi, anche se a me sembrano un'infinità. Mi sento protetta come tra le braccia di un fratello maggiore, una sensazione strana che non ho mai provato.

"Abita qui vicino questo tuo amico surfista?" domando allontanandomi esitante dal suo corpo e calciando un pezzo di legno che stava galleggiando sul pelo dell'acqua.

"Louis? Si, appena torniamo a casa lo chiamo per metterci d'accordo"
Non so davvero come ringraziarlo. Gli sorrido inclinando lateralmente il capo, le sue labbra carnose si distendono lasciando intravvedere i denti perfettamente bianchi ed allineati.

"Anzi, che ne dici se andiamo a pranzo a casa di Harry così ti presento direttamente i miei amici?" rompe il silenzio Niall massaggiandosi impaziente lo stomaco.

I miei occhi tesi e cupi incontrano i suoi, calmi e sereni, li fissano indagandoli per cercare di trovare all'interno di essi, il più velocemente possibile, una risposta a quella domanda.

Rabbrividisco solo all'idea di dover passare l'intero pomeriggio con un gruppo, già ben formato e solido, di sconosciuti. Ho paura dei giudizi, delle aspettative, ma nonostante tutto gli rispondo con un movimento affermativo del capo.

"Andiamo"

Si allontana di qualche passo da me per chiamare questo Harry. Prende in mano il cellulare e comincia a muovere con fare sicuro e veloce le lunghe dita sulla tastiera. Se lo porta all'orecchio e, dopo una serie di interminabili squilli a vuoto, finalmente dall'altro capo risponde un ragazzo dalla voce alquanto pacata e languida.

Mi inginocchio giocando con le dita nella sabbia e facendo finta di non prestare attenzione alla telefonata ma riesco ad ascoltare quasi l'intera conversazione da quanto era alto il volume. Perdo solo il piccolo scambio di battute che viene sovrastato dalla risata nervosa di Niall. Mi volto verso di lui, si è portato la mano sinistra alla bocca e si sta mordendo il polpastrello del pollice, mentre con l'altra mano stringe morbosamente l'apparecchio. I suoi occhi incrociano i miei e le sue guance candide si tingono di rosso.

"Harry che domande fai? Giudicherai tu dopo" abbassa lo sguardo salutando velocemente l'amico e chiudendo la chiamata.

* * *

Arriviamo d'innanzi ad un cancello in legno decorato da alcune vivaci piante rampicanti che si inoltrano anche lungo l'alto muro di recinzione in pietra di una moderna villetta a schiera bianca, circondata da un ampio giardino. Parcheggiate sull'erba umida, in modo quasi sbrigativo, si trovano una moto, una vespa rossa ed una vecchia bicicletta arrugginita.

Improvvisamente il cancello scatta e seguo con passi incerti il biondo lungo il tortuoso sentiero in ciottoli, definito ai margini da delle luminose lucette colorate, fino alla porta d'ingresso.

Quando questa si apre rivela quattro figure che il ragazzo non esita a salutare allargando le braccia e stringendole in un ampio abbraccio.

"Ragazzi lei è Samanta, la mia coinquilina"

WAVES                                                                  [1D]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora