6.

76 6 0
                                    

Mi volto verso la capannina e con sorpresa mi accorgo che anche Liam, dopo aver rimesso apposto le tavole e chiuso la porta, se ne era andato.

Sono rimasta completamente da sola.

Comincio a camminare affondando i piedi nella sabbia e respirando a pieni polmoni quell'umida aria salmastra.
Percorro alcune decine di metri lasciando dietro di me profonde impronte.
L'acqua presente nell'aria, entrando in contatto con la calda pelle, condensa sotto forma di tante goccioline.
Un lampo illumina il cielo seguito da un tuono talmente forte che mi fa trasalire.
Non riesco più a distinguere la linea dell'orizzonte, il cielo ed il mare sono diventati un'unica cosa.

Cominciano a cadere le prime gocce di pioggia. Lascio che mi accarezzino il viso, scivolando lungo le mie guance e bagnandomi i capelli. Non riesco a capacitarmi del motivo per cui mi senta così al sicuro sotto quel cielo cupo.

Mi siedo sulla sabbia che sta iniziando a cambiare consistenza e colore, muta rapidamente sotto il peso del mio corpo.
Ne prendo un po' in mano e la stringo, sfregando i granelli sul mio palmo e lasciandoli ricadere in piccole dosi a terra. Mi sorprendo quando un pezzo di stoffa rosso lascia la mia mano, intrappolato tra di loro. È simile a quella che avevo visto poco prima tra le dita di Louis.
Lo ripulisco accuratamente per poterlo osservare curiosa. Non c'è alcuna scritta, solamente una data.

2014

Proprio in quel momento un refolo di vento me lo strappa dalle mani.
Mi alzo di scatto cercando di riafferrarlo sotto la pioggia. Correva veloce radente la sabbia e giocava con essa, rotolando da una duna all'altra.

Improvvisamente vedo una figura avvicinarsi facendosi spazio nel buio, cammina lentamente e si guarda attorno alla ricerca di qualcosa.
Mi fermo con il cuore in gola, la bocca completamente arsa. Proviene dalla stessa direzione verso la quale il vento sta spingendo il pezzetto di tessuto.
Non riesco a delinearne le sembianze ma, forse per il modo in cui si muove accentuato dall'atmosfera quasi surreale in cui mi trovo, lo fa sembrare alquanto inquietante.

Indietreggio di alcuni passi fino a quando i miei piedi non toccano la spuma bianca del mare.

Un'altro lampo seguito da un potente tuono. Lo sconosciuto non sembra voler desistere, continua a camminare verso di me aumentando gradualmente l'andatura.
Mi guardo attorno cercando qualche via di scampo, ormai sembra stia quasi correndo.

Chiudo gli occhi con forza facendo qualche altro passo dentro l'acqua, quasi come se così facendo potessi scomparire, non farmi notare, come se il mare mi potesse proteggere.

Passano dei secondi interminabili durante i quali mi ritrovo ferma immobile in quella posizione.
Trattengo il respiro.

Poi sento un grido, il mio nome, una mano sul mio corpo, le ginocchia che sbattono sulla sabbia, un altro tuono.

Succede tutto troppo rapidamente.
Apro gli occhi allarmata e inginocchiato davanti a me vedo un ragazzo con dei lunghi capelli castani bagnati dalla pioggia. Tiene la testa china, le lunghe dita della sua mano stringono prepotentemente il mio polso.
Delle goccioline perfettamente rotonde scivolano lungo le ciocche scure cadendo sulla sabbia mischiandosi a quelle provenienti dal cielo.
Sembra che stia tremando.

Cerco di divincolarmi dalla sua presa ritraendo il braccio e applicando forza sulle gambe per rialzarmi.
A qual gesto una mano arricchita da numerosi anelli scosta con decisione i boccoli dalla fronte del giovane rivelandone il volto. Harry.

La sua bocca rossa è parzialmente socchiusa, la labbra umide scosse da brividi.
Ha paura.
Mi guarda negli occhi, il suo sguardo è intenso. Alzandosi mi afferra nuovamente la mano
"È pericoloso, dobbiamo andarcene da qui"

Mi tira a se ed il contatto mi fa sussultare, è gelido. Indossa solamente una maglietta bianca che bagnata dalla pioggia aderisce perfettamente al suo tonico torace. Posso intravvedere le diverse fasce muscolari che si avvolgono l'una attorno all'altra e delle chiazze più scure sparse sulla pelle tesa. Deve avere diversi tatuaggi sparsi sul corpo.

Mi avvolge i fianchi con un braccio costringendomi contro di se. Velocemente ci allontaniamo dalla battigia in direzione della capannina, che per fortuna non è molto distante.
Harry sta correndo trasportandomi quasi di peso. Sfonda la porta con una spallata senza mai lasciarmi andare.

"È isolata, qua saremo al sicuro" chiarisce appoggiando il peso del suo corpo ad una parete per poi lasciarsi scivolare a terra trascinando anche me con se.

Proprio in quel momento un fulmine cade in acqua schiarendone l'intera superficie, vicinissimo.

Dalla porta entra un forte bagliore che illumina a giorno la stanza ed il volto del ragazzo su cui ero ancora appoggiata

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Dalla porta entra un forte bagliore che illumina a giorno la stanza ed il volto del ragazzo su cui ero ancora appoggiata.

"Appena in tempo"
La sua voce è strozzata, si porta le mani alle orecchie nell'inutile tentativo di ripararsi da quel rimbombo assordante. Sembra così fragile.
Alzo le dita verso i suoi occhi ed appoggio un polpastrello sulla sua fronte umida muovendolo poi verso la tempia. Voglio scacciare ogni brutto pensiero intrappolato lì dentro, aiutarlo a liberarsene.

Apre gli occhi smeraldo, che si erano chiusi qualche istante prima per proteggersi dalla luce, e li fa penetrare dentro di me.

Un semplice sguardo che trasmette mille sensazioni, tutte quelle che sta provando lui. È puro e trasparente.
Mi sorride, un sorriso debole ma dolce.

"Perché eri qui?" domando incuriosita e sicura del fatto che la spiaggia non possa essere uno dei luoghi preferiti dal ragazzo.

"Per te"

WAVES                                                                  [1D]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora