3 capitolo

58 6 2
                                    

Suona la sveglia.

Vado in bagno.

-Oh no...-

-Che c'è?- mi chiede Veronica

-Ho il ciclo!- è appena iniziata la settimana.

Sei sfigata.

Piantala, non contribuire.

-È il secondo giorno di campus!- riprendo io

-Addio piscina...-

-Io ho solo due assorbenti...a casa li avevo finiti-

-Tranquilla io ho quelli di emergenza-

-Grazie Veronica- dico con voce stanca.

La mattina abbiamo un corso di ceramica.

-Cosa sarebbe quello scusa?-
Mi domanda Veronica con voce quasi schifata.

-Come osi? È un bellissimo coltello!-

-Un coltello? Ma sei impazzita, okay che hai istinti omicidi ma non pensavo arrivassi fino a questo punto, Allison!-

-Veronica calma, è di ceramica, okay?-

-Spero che tu non lo userai sul serio, vero?-

-È ovvio- dico con una intonazione ironica che lei intercetta subito.

Sono ansiosa e non è da me.
Non cavalco da quando ho circa cinque anni e ora ne ho tredici!
Lasciai equitazione per colpa di un "periodo buio" che ora non ho nemmeno voglia di ricordare. Fatto sta che lasciai molte mie passioni.
Forse speravo che abbandonandole qualcuno sarebbe arrivato e le avrebbe raccolte per me, se ne sarebbe preso cura e le avrebbe tenute fino al momento in cui fossi stata pronta per riprenderle.

Ma quello è il passato Allison!

E allora? Noi possiamo provare a chiudere "le porte" del passato ma non troveremo mai le chiavi... perchè il passato non chiude noi.

Alle 3:30 sono davanti alla porta che dà sul giardino ad aspettare Veronica.

-Eccomi!- la sento urlare dalle scale.

Non so come faccia a vestirsi sportiva e rimanere comunque bellissima.
Ha dei semplici pantaloni blu della tuta, una aderente maglia grigia con la stampa di un caffè di Starbucks e due bionde trecce alla francese che le ho fatto io.

La strada la facciamo a piedi. È molto ripida e immersa nel verde, ciò mi fa pensare che il maneggio sarà molto bello.

È tutto verde.
Verde chiaro.
Verde scuro.
Verde.
Tanto verde.
Alla mia destra ho un immenso prato dove scorgo una lepre.
A sinistra c'è un fitto bosco.
Io vado avanti.

Il luogo è molto vicino.
Si sentono alcuni nitriti.
Ci accolgono almeno otto cani. A momenti cado per terra ridendo e circondata da cani di tutte le stature.

-Scusate per essere stata preceduta nell'accogliervi- dice una donna venendoci incontro.
Una donna che ha sicuramente più di sessanta anni, nei suoi capelli si mischiano i colori castano e grigio, ha un sorriso caloroso e genuino che mi contagia immediatamente.

-Piacere, sono Sabrina- dice riprendendo il suo discorso.

Le stringo la mano per prima, una stretta salda per la sua età.

-Sei Italiana?- azzardo subito.

-Si. Lo so, il mio accento è pessimo ma sono qui da pochi anni-

Mi offro per stare nel gruppo che cavalca per primo.
Charlotte, Emily, Thomas e il figlio di Elizabeth, quello che avevo visto, anche se per poco, il primo giorno.
Si chiama Aiden. È biondo come sua madre, e ha gli stessi occhi azzuri, è alto ed ha i lineamenti del viso molto duri. Ha quattordici anni. È indubbiamente un bel ragazzo ma non so nient'altro.

I cavalli sono bellissimi. A me fanno cavalcare Queen, mi piace molto. Ha la criniera molto strana. La parte sotto è più scura mentre la parte sopra è bianca e un po' più corta (come se avesse una frangia). La coda sembra tinta! Uno shatush al contrario e il pelo è color crema. Particolare.

Salgo in sella con tutte le abilità che ricordo, poche, ma me la cavo. Infilo il piede nella staffa e tiro su anche l'altra gamba. Mi metto in sella con un sorriso a trentadue denti.

Ti prego smettila di sorridere come un'ebete!

Questo è ciò che continuo a ripetermi senza tuttavia arrivare all'obbiettivo.

Mi metto in riga con gli altri. Partiamo normalmente, al passo.
Ci insegnano a fare le bariere a terra, basta superare dei pali di legno che sono appoggiati a terra uno dopo l'altro.
Ci insegnano l'impostatura a cavallo, l'istruttrice non fa altro che urlarmi che devo stare dritta, che devo tenere i talloni bassi e le braccia stese.
Infine ci insegnano la volta e la mezza volta, che eseguo facilmente...è bello ma non mi fa impazzire.
Ovviamente mi sono divertita, ma è meno esaltante di quello che credevo, sono rimasta un po' delusa.
Sarà per la prossima lezione.

Tu che mi sai far volare anche rimanendo a terraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora