14 capitolo

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                                                        Oggi

- Allison, fallo rallentare, tira quelle redini! -

Faccio come mi ha detto Cara, la mia insegnante di equitazione, e tiro le redini.

- Possibile che ultimamente tu non riesca più a guidare Firework? - dice con tono acido.

Sbuffo e fermo Firework, il mio cavallo bianco.
Mi odia, ne sono certa. Il mio cavallo mi odia.

Sei tu che sei insopportabile.

È Firework che non collabora da più di due mesi!

- Rifalla! - mi urla Cara da fine campo.

Riprendo a galoppare e mi dirigo verso la croce.
Guardo oltre i due ostacoli a forma di croce, sono uno dietro all'altro.

Mi preparo a saltare, salgo sull'inforcatura.

Sento lo scatto delle due zampe davanti nel momento in cui abbandonano il terreno, poi però sento anche il rumore del palo che cade.

Accidenti! Non riesco più a saltare!
Ogni volta che provo a saltare un ostacolo cade, ogni volta che faccio un esercizio Firework lo fa male, io lo faccio male... ogni volta che prendo a galoppare smette di ascoltarmi.

Scendo dal mio cavallo togliendo contemporaneamente entrambi i piedi dalle staffe.

Vedo Cara che si avvicina lentamente a me.

- Mi dici che ti succede? Allison hai sedici anni, fai equitazione da quasi quattro anni allenandoti quasi tutta la settimana, cosa stai facendo? -

- Scusa Cara, non lo so. Non sento più feeling con Firework -

- Qua non si tratta di feeling, qua si tratta di decisione, tu non sei decisa e di conseguenza non lo è neanche Firework -

- D'accordo, proverò a fare meglio la prossima volta -

- Avevi detto così anche la volta scorsa, e quella prima, e quella ancora prima, e quella ancora prima... -

- Okay okay, ho capito -

- D'accordo, ciao Allison -

- Ciao Cara -

Prendo le redini brune di Firework e lo porto nel suo box.
Lo accarezzo cercando di dargli un po' conforto.
Forse però serve più a me che a lui.

- Sei stato bravissimo comunque, è colpa mia Firework, tu sei fantastico -
dico porgendogli uno zuccherino, uno snack che lui mangia subito.

Alza lo sguardo e suoi occhi neri mi inghiottono come ogni volta. Come succedeva con Queen, però con lei tutto era più intenso.

Già, non mi sono dimenticata di lei, ogni volta che cavalco la penso.
Penso all'emozione che mi ha fatto provare la prima volta, il vento che mi graffiava il viso quando aumentavo di velocità e la voce di Sabrina che mi sgridava, ricordandomi come è la postura da cavallerizza e ricordandomi che io la sbagliavo sempre.
Al pensiero di quei ricordi sorrido. Un sorriso triste.

Non ho mai più rivisto Queen, solo nei miei pensieri, ogni volta che chiudevo gli occhi, nei miei sogni e nelle foto di tre anni fa.

Praticamente sempre...

Mai abbastanza.

Accontentati.

Zittisciti.

Sento la canzone "Take me to church" e capisco che è la mia suoneria.
Sul display compare il nome di Veronica. Spengo il telefono dopo aver rifiutato la chiamata.
Ci siamo divise ormai tempo fa, lei adesso sta con le ragazze più popolari della scuola. Subito dopo le medie si è dimenticata di me come nessuno dovrebbe fare.

Prendo le chiavi di casa dal mio borsone blu di equitazione. Il portachiavi a forma di cavallo mi sfiora la mano.

Sabrina.

Con due scatti della serratura, la porta si apre.

-C'è qualcuno? Mamma? Papà?-

Silenzio...

No, direi che non c'è nessuno.

Appena entro in casa butto la sacca blu per terra e mi faccio una doccia.
Mi godo il piacere dell'acqua calda che mi accarezza il corpo. Posso quasi sentire i muscoli rilassarsi uno ad uno, sciogliersi sotto il getto bollente.
Mi avvolgo in un accappatoio bianco e una volta uscita dalla doccia rimango a guardarmi allo specchio.
Mi fisso dritta negli occhi.
Rimango così qualche secondo. Succube di questi attimi dove mi dimentico chi sono e continuo a fissarmi.


Ahloa guys,
ebbene si: non sono morta!
Allora... in questi capitoli ci sarà un po' di confusione ma è normale, cambieranno tante cose...
Spero che la storia vi piaccia.
Alla prossima pubblicazione 😉

Just me♡.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 24, 2019 ⏰

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