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<<Chi verrá sta sera?>> domando a mio padre aprendo le varie dispense per verificare che ci sia tutto l'occorrente per la festa: patatine, noccioline, pistacchi, pop corn... il classico cibo spazzatura che trovi ai compleanni.

<<I soliti>> taglia corto.
La maggior parte delle volte mio padre sa essere davvero irritante.
Ultimamente è molto strano e non capisco davvero il motivo.
Ieri sera quando sono tornata a casa dopo aver passato il pomeriggio da Alyssa, stava controllando vari documenti a me ignoti, che ha immediatamente rimesso in una cartella non appena sono entrata in casa.
Forse è solo stressato per il lavoro..

<<Ci vediamo dopo>> gli lascio un bacio sulla guancia prima di afferrare lo zaino ed uscire di casa.
Chris mi stava aspettando sul vialetto, e lo vedo sorridere non appena chiudo la porta alle mie spalle.

<<Ci hai messo più del solito, muoviti!>> mi ordina aprendomi lo sportello dell'auto.
Entro rapidamente per evitare che si arrabbi ancora di più.

<<Sono stata da Aly ieri sera...>> sussurro.
Chris si volta verso di me con aria interrogativa.
<<E le hai raccontato la storia di Paris e del ragazzo immaginario?>>

Annuisco in completo silenzio, credo che la mia migliore amica sia ancora arrabbiata con me.

<<Come l'ha presa?>> domanda.
<<Non bene>> rispondo, <<non appena gliel'ho detto mi ha ordinato di uscire dalla sua stanza, non ne voleva sentir parlare, credo sia rimasta molto delusa>> confesso.

<<Non preoccuparti Meg, non avevi altra scelta, vedrai che sistemerete tutto>> mi sorride cercando di calmarmi e di tranquillizzarmi. Come farei senza di Chris?

Una volta arrivati usciamo dalla macchina per precipitarci immediatamente verso i nostri rispettivi corsi, è veramente troppo tardi e già so che la signorina Morgan non me la farà passare liscia. Esatto, proprio lei:  l'insegnante di chimica.

Saluto velocemente il mio migliore amico prima di entrare in classe, dove ormai tutti sono seduti a prendere appunti.

La professoressa mi lancia immediatamente un'occhiataccia, mentre io resto impalata. Sento gli occhi di tutti addosso e dalle loro espressioni, intuisco subito che anche loro sono terrorizzati da come potrebbe reagire quel diavolo che io chiamo prof.

<<Megan Wilson, non ti è bastata la chiamata che ho fatto a tuo padre?>> incrocia le braccia al petto in segno di sfida, non capisco cosa le abbia fatto per farmi odiare così tanto.
È dall'inizio dell'anno che mi lancia frecciatine e mi minaccia di bocciarmi se non passo l'esame di chimica.
Ovviamente non riesco a rispondere alla sua ragazza domanda, quella donna riesce a trasmettermi insicurezza solo attraverso un piccolo sguardo.

<<Lo so, mi scusi>> dico a bassa voce guardando un punto fisso sul pavimento.

<<Beh, sai benissimo che se si arriva in ritardo alla prima ora, bisogna entrare alla seconda>>afferma scrutandomi con quegli occhi paragonabili a quelli di un lupo mannaro.

Senza dire niente abbandono la stanza, non ce la facevo proprio più con tutta quella pressione che premeva lentamente sul mio petto.
La odio, la odio tantissimo.
E la cosa più brutta è che non ne capisco il motivo.
Beh, ovviamente ogni insegnante sceglie il proprio avversario nel corso dell'anno, e credo che lei abbia scelto me per combattere su quel ring che io tanto temo.

Mi siedo appoggiandomi sul muro, prendo le cuffiette e le avvicino alle mie orecchie: in momenti come questi credo non ci sia qualcosa di più adatto da fare se non ascoltare la mia playlist.
All'improvviso, parte Because You Loved Me di Célin Dion, non posso non trattenere le lacrime.
Sono sola in questo lungo corridoio, ad ascoltare la canzone che cantavo per mia madre da piccola. Avevo una piccola tastiera all'epoca, passavo intere giornate a suonare e creare dei piccoli concerti per il pubblico, composto solo da mia madre e da Grace.

"You were my strength when I was weak
You were my voice when I couldn't speak
You were my eyes when I couldn't see
You saw the best there was in me"

Asciugo le mie guance ormai stracolme di lacrime con la manica del maglione grigio che indosso, lasciando numerose macchie più scure in esso.

A volte penso a lei, e mi domando cosa le è capitato.

Vengo subito distratta da un ragazzo in fondo al corridoio, sembra smarrito e credo stia controllando la mappa della scuola appesa sulla bacheca.

Non appena il suo sguardo incontra il mio, si avvicina nella mia direzione, non l'ho mai visto prima: ha i capelli biondo cenere, non è molto alto e si guarda attorno come se volesse memorizzare qualsiasi angolo della scuola, credo sia nuovo.

<<Ehm, scusa>> mi volto di nuovo verso di lui non appena pronuncia quelle parole, forse ha bisogno di aiuto.

<<Si?>> domando osservandolo.

<<Sapresti dirmi dove posso trovare l'ufficio informazioni?>>
riconfermo la mia teoria: è nuovo.

Sembra molto timido ed impacciato, proprio come me.

<<Sí certo, seguimi>> mi alzo dandomi una sistemata al viso, sono convinta di avere ancora gli occhi rossi come il fuoco e le guance dello stesso colore.

Lui è esattamente dietro di me, e segue i miei passi come se fossi un navigatore umano.
Non ci metto molto ad accompagnarlo e una volta arrivati davanti la porta dell'ufficio mi mostra un sorriso a trentadue denti, mi ringrazia un paio di volteprima di entrare nella stanza, e appena lo fa, rimango nuovamente sola su quel lungo corridoio.

Immediatamente nella mia testa si riproducono molti ricordi della mia infanzia, quasi come una pellicola cinematografica.
Mia madre che mi abbraccia il primo giorno di scuola, lei che mi porta al parco, quel Natale in cui mi ha regalato la bambola che tanto desideravo e...

Ritorno alla normalità grazie al suono della campanella, che come al solito riesce ad interrompere i momenti in cui non faccio altro che pensare e pensare, come se fosse un allarme o qualcosa che mi impedisce di ripescare quegli anni della mia vita, ormai troppo lontani da qui.



La ricreazione come ogni giorno, la passo con Chris nel cortile. Oggi è più caotico del solito: gente che fuma, ragazze che si fanno le foto e i componenti della band della scuola che si esercitano per la festa di fine anno. Oh già, un'altra festa alla quale non participeró.

<<Tu e Alyssa dovete chiarire>> mi ordina Chris senza staccare gli occhi di dosso dalla bassista della band.

<<È molto arrabbiata>> rispondo.
Ed è vero. Non so se la situazione migliorerà, Aly è rimasta davvero delusa nei miei confronti.

<<No no, non hai capito. Dovete per forza>>
continua lui.
Non l'ho mai visto così determinato.

<<Lo dici perché nonostante tutto io e lei siamo migliori amiche e dobbiamo rinconciliarci?>> domando.

<<No.>> mi volto verso di lui con aria interrogativa, non capisco proprio a cosa si riferisce.

<<Ho un piano.>>

LIKE A BRIDGE -come un ponteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora