-20-

15 3 0
                                    


<<Ma chi sei tu per farmi queste domande?>>
Gli chiedo arrabbiata, ma questo tizio non si fa mai gli affari suoi?
<<La persona che ha portato tuo zio, dovresti stare con lui anziché sbavare dietro a Jeremy l'emo>>
Ma perché lo chiamano tutti così?
<<Ero andata a prendere qualcosa alle macchinette  e l'ho incontrato, sei per caso geloso Johnson?>>
In realtà lui non non ha mai riferito il suo cognome, ma è stata Aly. Quella ragazza sa proprio tutto di tutti..
<<Io geloso di un tizio con i capelli arcobaleno? Passo>> sbuffa <<e mi hai per caso cercato su facebook?>> domanda scrutandomi da capo a piedi.
Tento di sorpassarlo, ma lui afferra bruscamente la mia mano costringendomi a ritornare nella sua direzione.
<<Sono sempre più convinta che tu sia uno stalker>> provo a dimenarmi ma in confronto a lui sono debole quanto una formica.
<<Beh, io almeno non ho cercato il tuo cognome su internet>> dette queste parole, sussurrate a pochi centimetri dal mio naso, si allontana dal corridoio lasciandomi lì da sola come un cane. Quel ragazzo ha seri problemi di bipolarismo! Una volta fa il dolce e subito dopo si comporta come se fosse il padrone del mondo, non lo capirò mai!

Mezz'ora più tardi mi ritrovo in macchina di Peter, mi sta riportando a casa.
Dopo la sua scenata non ho voglia di parlargli e credo che lo abbia capito perfettamente.
Ha provato a dirmi qualcosa durante il tragitto, ma non gli ho degnato nemmeno di uno sguardo.
Parcheggia nel viale di casa mia e apro lo sportello per scendere da questo dannato aggeggio, voglio stare lontana da lui.
Vedo subito Grace in giardino e non esito ad andare verso di lei.
<<Prego eh>> sbuffa Peter rimettendo in moto l'auto.
Faccio finta di non averlo sentito e corro ad abbracciare mia sorella.
<<Dove sei stata?>> domanda guardando prima me, poi il moro affacciato dal finestrino.
<<Mi ha telefono l'infermiera e siamo corsi all'ospedale a trovare zio>> le spiego.
<<E perché non mi hai chiamata?>> domanda per poi bloccarsi e guardare la macchina ancora parcheggiata di Peter.
<<Oh già, capisco tutto>> continua lei.
Oh Dio! No è completamente fuori strada!
<<Non ho fatto cose sconce con lui!>> urlo indicando l'auto ormai partita.
Lei inizia a ridere e si porta una mano sulla pancia <<Sto scherzando sorellina>>.

Dopo averle spiegato la situazione attuale di nostro zio ci rifugiamo nel salotto, che grazie alla sua presenza sembra più accogliente, in realtà tutto sembra più bello da quando c'è lei.

<<Ecco le mie due ragazze!>>
ci voltiamo e vediamo nostro padre più felice che mai, mi mancava questo clima.
<<Quando Marcus starà meglio, andremo tutti quanti all'Italy's, ve lo prometto>>
Non possiamo fare a meno di sorridere, è come se volesse recuperare tutto il tempo sprecato in questi giorni.

Sento il cellulare vibrare nella mia tasca, chi poteva essere se non Alyssa?
<<Si?>> rispondo.
<<Sono fuori casa tua, esci>> chiude immediatamente la telefonata.

<<Arrivo subito>> avverto la mia famiglia recandomi verso l'uscita.
Cosa sarà mai venuta a fare qua Alyssa? Oh si, sicuramente qualcosa riguardo il viaggio a Barcellona.

<<Ehi, che succede?>> le domando mentre lei è seduta su uno dei gradini.
<<Hai chiesto il permesso a tuo padre? Dobbiamo muoverci con le prenotazioni!>>
Non ce la faccio piú, le voglio veramente tanto bene ma in occasioni come queste diventa veramente insopportabile.

<<Aly, sono stata occupata questi giorni>> rispondo secca.
<<Oh si certo, ti preoccupi più di stare con Peter che con la tua migliore amica!>> si alza portandosi le braccia al petto.
Perché tutti dicono le stesse cose? Tra me e quel ragazzo non succederà mai niente! Come lo devo spiegare?
<<Quando capirai che Peter non c'entra assolutamente nulla con tutto ciò?>> la mia voce inizia a farsi sempre più acuta... cattivo segno.
<<Lo capirò quando deciderai a pensare un po' al mio viaggio di compleanno!>>
<<Puoi non pensare a te stessa per più di due secondi? Ti ho detto che ho avuto cose da fare!>>
<<Ah ho capito, quindi io, ossia la tua migliore amica, non rientravo nelle tue priorità>>
Okay, ne ho abbastanza!

<<Vuoi conoscere le mie priorità? Bene! Non sei tu quella con uno zio che ha quasi rischiato di morire, a te non ti è importato assolutamente nulla, non sei tu quella che vede sua sorella massimo tre volte all'anno, e anche sta volta non ti è importato nulla, non sei tu quella che ha dovuto supplicare suo padre per entrare nel college dei suoi sogni e non sei tu quella che sta cercando di capire chi diamine ha ucciso sua madre!>> dico tutta d'un fiato strillando. Forse ho esagerato un po'.
Lei mi guarda come se fossi un fiore appassito, non riesco a capire se le faccio pena o se si è sentita in colpa.

<<Che intendi dire con.. "chi ha ucciso sua madre..."?>> fa qualche passo indietro come se avesse paura di come potrei reagire.
Mi siedo sul gradino con la testa tra le ginocchia, Aly si siede accanto a me e posa la sua testa sulla mia spalla. Stiamo entrambe piangendo e da una parte mi sento in colpa per non averle mai detto nulla riguardo a ciò.

<<Ero molto piccola quando è morta, avevo solo sei anni, ma questo tu già lo sai.
Mio padre mi disse che ha avuto un infarto, ed io gli credetti per tutto questo tempo.
Quando frequentavo la Middle School, ricordo che mentre tornavo a casa da scuola incontrai una signora, avevo 13 anni all'epoca>> tiro su col naso e mi asciugo le lacrime.
<<e mi disse qualcosa tipo: "che disgrazia piccola, come ha potuto quell'uomo uccidere tua madre?", io ovviamente non capii ma preferii evitare di chiederlo a mio padre, inoltre mia sorella aveva appena iniziato il liceo e aveva tante cose a cui pensare..>>
Alyssa mi sta guardando, con delle guance rosse che potrebbero essere paragonabili al fuoco.
<<l'altro giorno mi feci coraggio e lo chiesi a mio padre, ma per ora preferisce non rispondere.. non si sente pronto..>>
ecco, le ho detto tutta la verità.

<<Meg, mi dispiace così tanto.. perché me lo hai nascosto per tutto questo tempo?>>
detto ciò ci abbracciamo, ha ragione, è la mia migliore amica e avrei dovuto parlargliene prima..anziché dirle la stessa cosa che mi disse mio padre a sei anni.

<<Avevo paura, ma ti assicuro che ora non ne ho più>> accenno un sorriso, e lo fa anche lei.
<<Beh, se tuo padre ti lascerà frequentare la Berklee, credo che ti lascerà anche fare questo piccolo viaggetto, non trovi?>>
Senza dire altro entriamo entrambe in casa, Grace e papà sono seduti sul divano a guardare qualche programma televisivo.

<<Papà>> lo chiamo e lui si volta immediatamente.
<<Si tesoro?>> domanda guardando prima me poi Aly.
Osservo la mia migliore amica, più felice che mai.
<<Vorremmo andare a Barcellona per il compleanno di Aly>>

LIKE A BRIDGE -come un ponteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora