Una (a)tipica serata al "Beard"

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Capitolo 7 -- Una (a)tipica serata al Beard

Se stavi passando per la città un sabato sera e volevi trascorrere una serata diversa dalle altre, fuori dal comune, magari anche alternativa, di quelle che ti lasciano così scioccato da farti chiedere se tu sia ancora sul pianeta terra, allora ti conveniva stare lontano dal Beard. Se invece tutto ciò che cercavi si poteva riassumere nella canonica formula “musica, birra e irlandesi”, il Beard era proprio ciò che faceva al caso tuo.

“Oh, andiamo, so che non hai niente di meglio da fare” erano quelle le parole confusamente scritte in una grafia disordinata sulla lavagnetta fuori dalla porta; quella che dovrebbe attirare clienti annunciando offerte speciali, ma, nel caso del Beard, faceva storcere il naso a tutte le signore di mezza età “con un bastone nel didietro” – così le definiva il proprietario – che passavano di lì borbottando qualcosa che poteva somigliare a “covo di ubriaconi”.

La prima volta che Niall le aveva portate al Beard, Dixie era rimasta eccessivamente affascinata dalla facciata in mattoni fin troppo comune dell'edificio, dalla sua porta a vetri un tempo dipinta di blu notte e ora a macchie marroncine dove la vernice era saltata via. Trovava che ci fosse qualcosa di epico nella fotografia del ragazzo dai capelli rossi e la barba incolta che mostrava il dito medio appiccicata con lo scotch al cartello di benvenuto, ma, soprattutto, nell'insegna luminosa in gran parte fulminata. Le uniche lettere con i led ancora funzionanti erano due e il fortunato risultato dell'incuria del gestore era in questo caso una fin troppo azzeccata coppia di parole: un luminescente “ED” ed un oscuro “BAR”. Inutile dire che quando aveva scoperto che il ragazzo dai capelli rossi che aveva salutato calorosamente Niall al loro ingresso si chiamava proprio Ed, aveva riso fino alle lacrime, piegata in due su uno degli sgabelli. A Ed, quella ragazza strana, era piaciuta fin da subito. Ecco perché Dixie poteva vantarsi di essere tra le poche persone a cui offriva da bere ogni volta – anche se non senza chiedere scherzosamente qualcosa in cambio.

Una delle cose migliori del Beard – oltre che l'insegna, l'incuria e il carattere eccentrico di un luogo di cui a nessuno importava – era il karaoke. Dixie, come tutti gli esseri umani dotati di un minimo di buon gusto, a detta sua, amava il karaoke. C'erano svariati motivi per cui apprezzarlo; uno tra tutti era che, per quanto il luogo fosse tranquillo e non molto frequentato, era comunque sempre pieno di orecchie indiscrete e, almeno, le si teneva impegnate intontendole a suon di canzoni stonate e acuti che avrebbero potuto sbriciolare i boccali sul bancone. Un altro buon motivo era sicuramente, per Dixie, il fatto che il karaoke avesse occupato quasi tutti i venerdì e sabato sera al liceo, nella piccola cittadina in cui era cresciuta; tra basi e canti stonati aveva trascorso i momenti più belli della sua adolescenza.

Quella sera erano seduti ad uno dei tavolini più vicini al palco e alle casse, dai quali lo starnazzare di una signora bionda e sbronza che stava cercando di cantare era udibile fin troppo forte e chiaro.

«Guarda che non c'è niente da ridere» stava facendo notare Dixie a Niall. Una frase del genere, in effetti, perdeva del tutto il proprio significato, se pronunciata in direzione di un ragazzo che, come Niall, faceva delle risate il proprio pane quotidiano – pane, birra, caffè, ossigeno... insomma, ne campava.

Ruth, era palese, non la pensava affatto come lei; nascondeva le risate dietro il proprio boccale e gli occhiali non le schermavano abbastanza il volto per celarne il divertimento. «A dirla tutta...» ebbe il coraggio di abbozzare, ma, prima di poter formulare una frase completa, optò per tornare a sorseggiare la propria birra ed evitare di girare ulteriormente il coltello nella piaga. Saggia scelta.

Niall non fu altrettanto discreto. Piegato in due sul tavolo, scosso come sempre dalle risate, lasciò cadere un pugno sulla superficie in legno e poi guardò di sottecchi l'amica: «Ti hanno fatto il terzo grado! Su Liam! E nemmeno uscite insieme! Devi essere proprio cotta, se ti sei messa in una situazione simile!»

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