Casa dolce casa

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Capitolo 6 -- Casa dolce casa

La risata della ragazza giungeva leggermente metallica attraverso il microfono del cellulare. Ruth alzò gli occhi al cielo, quando un anziano signore si voltò a fulminarle con lo sguardo per la terza volta. Non che conversare tramite Face Time con una ragazzina del Cheshire fosse esattamente normale, quando si sedeva al tavolo di un pub ad aspettare che portassero le ordinazioni, ma era anche vero che ormai succedeva abbastanza spesso e i clienti avrebbero dovuto essersi abituati alle video chat tra Pixie_Skywalker – nickname nato da un'adorabile errore di distrazione al momento della registrazione su fanfiction.net– e JeanStark96, con una ragazza troppo normale a far loro da spettatrice.

Peccato che la ragazza normale avesse avuto tutta l'intenzione di fare una chiacchierata con la propria migliore amica e non con lei ed una sconosciuta in diretta via Facebook a disturbare. Dixie nell'ultimo periodo sembrava non capire mai quale fosse il comportamento giusto da tenere nei suoi confronti. O forse la stava evitando di proposito. A Ruth la faccenda iniziava a star stretta; la sua amica era forse troppo presa da tutto il resto per ricordarsi di lei? C'era la faccenda di Niall, c'era Liam, c'era Zayn, c'era Margot, c'erano le sue stupide fanfiction, c'erano gli esami, la famiglia, Adam, Gordon, la madre. E Ruth? Si era forse dimenticata di quella persona che continuava a impedirle di andare fuori strada, mentre viaggiava con la testa tra le nuvole, e perdere del tutto il senso della realtà finendo per farsi male? Anche lei, ogni tanto, aveva bisogno della sua migliore amica, pensò, chinandosi per accarezzare la testa di Asterix, seduto sotto il tavolo.

«Dici che ha le piattole?»

Udendo quelle parole Ruth si accigliò e si concentrò di nuovo sulla conversazione. «Cosa?» bofonchiò, confusa.

Dixie ridacchiò, mentre la includeva nel campo visivo della videocamera. «Jean ha notato che nelle foto Liam tiene sempre le mani...» Fu solo per pudore che non completò la frase, guardando però eloquentemente verso il basso.

«Sul pacco!» esclamò invece Margot a gran voce, che di pudore sembrava sol che sprovvista, da brava sedicenne esagitata qual era.

Ruth ringraziò il cielo che il volume del cellulare non fosse molto alto, ma controllò comunque la reazione dell'anziano signore che continuava a controllarle e, ovviamente, proprio in quel momento le stava guardando scandalizzato. Imbarazzata, si schiarì la voce e posò lo sguardo su Dixie: «Quali foto?»

«Jean è una brava spia: le basta un nome e scopre ogni cosa su più o meno qualunque». Ruth apprezzava davvero tanto – ma davvero, eh! - la dedizione con cui Dixie parlava della sua amica di rete, ma a volte credeva che la cosa sfiorasse il ridicolo. Tanto per cominciare, perché si ostinava a chiamarla Jean, se conosceva il suo vero nome? Inoltre chiunque era capace di digitare “Liam Payne” su Google e rintracciarne il profilo Facebook.

«Gli avete spiato le foto?» domandò in tono a metà tra il divertito e l'accusatorio.

«Gli ha spiato le foto» ci tenne a precisare Dixie, come a voler rimarcare come al solito il suo disinteresse nei confronti di Liam. Disinteresse così evidente che aveva accettato di uscire con lui, anche se non avevano ancora fissato l'appuntamento.

Margot squittì il suo disappunto, presa alla sprovvista da quell'improvvisa accusa. «Ehi, non si tratta

di spiare: il tizio ha il profilo completamente pubblico!» si difese.

A Ruth venne spontaneo ridere. Nonostante al momento fosse poco contenta dell'interferenza di quella ragazzina, lei le stava simpatica. Era divertente e piuttosto matura, sapeva sempre come sdrammatizzare la situazione. Inoltre, abilità non da poco, riusciva a focalizzare l'attenzione di Dixie sul punto della questione, poiché era l'unica tra i suoi amici a parlare davvero la sua lingua.

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