Capitolo 1

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Vi avevo promesso novità ed eccole...

In realtà, questa non si può definire una storia completamente nuova, visto che si tratta di un rewrite di una fanfiction pubblicata su EFP tanto - e aiutatemi a dire tanto - tempo fa.

Devo farvi una confessione: mi sono vergognata di aver scritto questa storia per molto tempo, perchè aveva molti problemi. I personaggi ne avevano, la trama ne aveva, tutto ne aveva.

Non sono molto indulgente con me stessa.

Così a un certo punto mi sono detta che invece di piagnucolare ogni volta che veniva nominata potevo pure fare qualcosa... quindi, bon, ho deciso di metterla a posto.

Folle?

Non lo so ancora... fatemelo sapere voi!

Credo di aver fatto un buon lavoro con questo capitolo, ma come sempre mi rimetto alle mi lettrucciole... fatemi sapere se vi piace e se vi va di leggerla.

baci&coccole

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Rakan scese da cavallo non appena le porte della sua città si furono chiuse alle sue spalle.

Si tolse dalla testa il copricapo, indispensabile per la vita nel deserto e porse le redini del suo cavallo a un servitore che gli si era appena avvicinato pronto a servirlo.

In fondo era lui che comandava quel posto, era lui che conduceva i suoi uomini in battaglia, era lui che li aveva resi temibili.

Vide la sua bella moglie affacciarsi da una finestra con il neonato in braccio, suo figlio, per assicurarsi del suo rientro sano e salvo. Non avrebbe mai sperato di trovare in una delle sue concubine una compagna così fedele e appassionata; ma era successo e in cambio del suo amore lui l'aveva presa in sposa facendo di Zyra la principessa più potente delle Red Sands.

Lanciò un'occhiata alle sue spalle a suo fratello minore, Shen, e gli si avvicinò. «Stai bene?» gli domandò con un cenno ai suoi vestiti insanguinati.

Lui abbassò lo sguardo su se stesso, quasi non si fosse accorto di essere stato ferito. «Solo un graffio, lascerò che se ne occupi Soraka.»

Come lui si tolse il turbante dalla testa e si diresse all'entrata del castello.

L'uomo sospirò trovandosi a pensare a quanto si fosse indurito dopo la morte di quella ragazza, era troppo giovane per essere di già tanto arreso a un'esistenza di guerra e morte. Tornò a lanciare un'occhiata a Zyra, non lo stava guardando, era completamente concentrata sul suo bambino: ogni uomo aveva bisogno di vita.

Prima di salire passò per le prigioni, stava per iniziare la stagione di maggiore fertilità e aveva bisogno di schiavi.

Superò una cella di uomini nerboruti, dovevano appartenere a un esercito sconfitto: sarebbero stati perfetti.

Quando passò alla cella successiva i suoi occhi furono catturati da un riflesso verde acqua, particolare estremamente affascinante in un paese dove l'acqua era il principale motivo di lotta.

Appartenevano a una fanciulla, legata addosso al muro per le mani. Aveva lo sguardo fisso nel vuoto e Rakan studiò i polsi sottili e le gambe sinuose, impossibile immaginarla tra i campi.

Una guardia si fermò leggendo l'interesse negli occhi del suo signore. «Molto carina... un suo ordine e la faremo preparare per accogliere il suo seme. Gravare la nostra regina di un nuovo figlio così vicino al parto potrebbe rivelarsi pericoloso per la sua salute e mi dispiace ammettere che le vostre concubine sono ormai sfiorite...»

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