Capitolo 10

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Aveva delle guardie alle porte, due per la precisione. Non sapeva se qualcuno fosse informato del loro scopo. Zyra continuava a farle visita normalmente, come se non sapesse davvero nulla di quello che aveva detto al principe, ma nelle sue attenzioni c'erano dei dettagli che le facevano credere il contrario e dopo tutto era davvero difficile che in un palazzo succedessero cose, ci fosse una riorganizzazione delle guardie senza che una regina come Zyra ne conoscesse il motivo.

Ogni mattina comunque lei si faceva accompagnare da una serva che portava vestiti e tutto quello che riteneva potesse tenere occupata Lys. Sempre più spesso le regalava abiti smessi, stoffe bellissime che sicuramente costavano una fortuna e che la regina scartava con un semplice "non mi entrano più". Se fossero stati i suoi vestiti, Lys avrebbe continuato a cucirli e ricucirli pur di non smettere di indossarli.

Spesso Soraka andava a farle compagnia, le raccontava di Shen, di come stesse passando davvero molto tempo con Kara. A Soraka non piaceva diceva che stava diventando troppo aggressiva e troppo prepotente.

Lys si limitava ad ascoltare e commentare cauta, non le disse mai che quei racconti, per motivi che non voleva indagare più del necessario la infastidivano, al punto che pensò di parlarne con il principe. Riuscì quasi a immaginarsi la conversazione nella propria testa: dubitava di spuntarla in una discussione del genere.

Una parte di lei lo sapeva che stava semplicemente cercando un motivo per parlargli.

Perché lui, a differenza di tutti, non si era visto.

Non era più stato da lei, non l'aveva più cercata, quando si incontravano nei corridoi si limitava ad un garbatissimo inchino, prima di proseguire.

«Come stai?» le chiese un giorno Soraka guardandola aggiustarsi i vestiti.

Ricambiò il suo sguardo sorpresa. Le verità è che si sentiva un po' in difficoltà a parlare di quello che le era successo nel deserto in termini di sofferenza: a palazzo pensavano fosse stata una cosa molto più violenta della realtà, ma lei sapeva che non era stato tanto diverso da quello che tutti, compresa la regina, avevano sopportato.

Avrebbe dovuto ringraziare il principe per quello spreco di premure non necessarie.

Sospirò e la guardò. «Abbastanza bene» ammise. «Non sanguino più» continuò arrossendo.

Era meno reticente a parlare di certe cose, era tardi per tutta una serie di attenzioni che all'improvviso non riusciva davvero a capire perché avesse avuto, ma comunque continuava a imbarazzarsi.

Soraka continuò a fissarla e si strinse nelle spalle. «Puoi parlarne con me, se vuoi» le disse gentile.

«Non sarà stato tanto diverso da quello che hai avuto con il principe.»

Lei sorrise, un sorriso pieno di ombre però. «Mia madre era nel bordello di Kram. Io credevo di essere fortunata» ammise con una smorfia. «Mi hanno cresciuta lodandomi perché ero così bella che sarei stata regalata al principe. Credo di essere stata troppo giovane per capire davvero cosa significasse e comunque il principe è stato sempre gentile con me. A te però avevano promesso un destino diverso.»

Che non lo sarebbe stato così tanto, ora lo sapeva.

«Non passi molto tempo con il principe ultimamente» osservò cercando di cambiare argomento.

La ragazza sembrò incupirsi. «C'è Kara con lui...» borbottò contrariata.

Le lanciò un'occhiata, era quasi sicura che non le facesse affatto piacere.

«Non credo che le voglia bene come a te» cercò di rincuorarla.

Soraka rise scuotendo la testa. «Non sono gelosa» la corresse divertita. «Ma quella ragazza proprio non mi piace. È presuntuosa.»

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