Capitolo 3

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Lys aveva visto le ragazze di Kram ed era sicura che questa volta i trattamenti peggiori sarebbero toccati a lei. Si pentì di non aver soddisfatto le aspettative del principe per tutto il viaggio fino al bordello: essere presa all'interno di un palazzo da un principe spietato era comunque meglio che essere venduta per trastullare un'intera città.

Non sapeva quali istruzioni avesse Kram a quel punto, Soraka non era con loro e questo la inquietava. L'uomo la portò in una stanza dove erano stati preparati due giacigli, uno sperò che fosse per lei, discostato da uno più grande dove immaginava le donne presenti in quella costruzione facessero quello per cui erano pagate.

Kram la lasciò lì e le lanciò un fagotto, quando Lys lo aprì scoprì che si trattava di vestiti, il principe voleva davvero che rimanesse lì?

«L'abito che indossi fa parte della collezione del palazzo» le spiegò il suo aguzzino. «Dobbiamo restituirlo.»

Aspettò che la lasciasse per cambiarsi, ma capì abbastanza in fretta che non sarebbe successo. Sospirando iniziò a togliersi il sofisticato abito di veli e lo sostituì con una casacca di ruvida stoffa bianca, o almeno, immaginava che fosse stata bianca, in quel momento era soltanto sporca. Kram seguì ogni suo movimento.

«In questo momento non posso lasciarti con nessun dei miei rispettabili clienti vista la tua inesperienza» le spiegò. «Rimarrai qui insieme a Sasha. Guarda bene quello che fa e cerca di imparare tutto quello che puoi.»

Voleva davvero lasciarla lì? Davvero, il principe non sarebbe tornato a prenderla?

Deglutì, tormentata, e annuì cercando di non cedere al panico e pensare a come uscire di lì.

«C'è una guardia qui fuori» la informò Kram. «Se ti serve qualcosa, chiedi pure a lui.»

Fu tutto.

Lys si sedette sul cuscino del suo letto appoggiando le braccia alle ginocchia. Era in un bordello, volevano istruirla per farne una prostituta. No, era impossibile. Si alzò in piedi decisa ad andarsene di lì, almeno doveva provarci, ma quando fu in prossimità della porta una donna entrò nella stanza.

La guardò tutta con attenzione, probabilmente indovinando le sue intenzioni. «È una pessima idea» le disse semplicemente con aria indulgente.

«Due al prezzo di una?» domandò l'uomo che la seguiva. Le si avvicinò tirandola per i fianchi fino a farla aderire ai suoi. La donna si voltò con un sorriso carico di promesse stampato sul volto.

«Volete dire che io non vi basto, mio signore?» miagolò appoggiandosi al suo torace. Le sue mani lo percorsero fino a fermarsi ai suoi pantaloni con i quali cominciò a trafficare. Lys abbassò lo sguardo arrossendo e indietreggiò fino a tornare al suo letto.

«La mia amica è qui per imparare» spiegò la donna. «Kram ha pensato che un vero uomo come voi potesse aiutarmi a insegnarle.»

Lys non voleva imparare niente, non voleva vedere o sentire niente. La rincuorò che non ci fosse nessuno a obbligarla a guardare questa volta, certo, pensò che si sarebbe messa nei guai se il cliente fosse uscito di lì parlando di quella strana ragazza che si teneva le mani premute sulle orecchie.

Quindi sopportò il rumore, le grida della donna i gemiti grotteschi dell'uomo. Il rumore appiccicoso e umido della loro carne che si scontrava. Il mugolio di protesta della donna quando evidentemente le fece male. Non riuscì a impedirsi di pensare che quello sarebbe stato il suo destino e che un giorno, guardando indietro avrebbe pensato alla stanza pulita del principe con rimpianto.

L'uomo si scaricò sul corpo lucido della donna con un grugnito, le accarezzò i capelli come a ringraziarla di essersi fatta usare e se ne andò.

Per alcuni secondi la donna rimase immobile, poi si puntellò sui gomiti, raggiunse un catino posato in un angolo e usò una pezza pulita per ripulirsi. Lys evitò di guardarla immaginando di sembrare indiscreta, invadente... era nella sua stanza mentre... be', mentre faceva il suo lavoro, dubitava di poter essere più indiscreta di quello.

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