1.

85 5 0
                                    




Il fastidioso rumore della sveglia interrompe le mie misere ore di sonno prima di andarmene dall'altra parte del mondo.

"Clary! Muoviti o perderemo l'aereo!" sbuffo. E' la prima volta che vedo mio padre così nervoso ed emozionato per un viaggio. Dopo la morte di mia madre ha passato un anno d'inferno, senza lavorare o fare qualcosa oltre a starsene sul divano a guardare la TV. Ora però le cose cambieranno.

Mi alzo a malavoglia dal letto e mi fiondo in bagno a farmi una doccia per svegliarmi del tutto e successivamente mi infilo dei vestiti comodi per il viaggio. Scendo le scale e, stranamente, trovo in cucina la colazione già preparata da mio padre. Mangio in fretta i pancake e torno in camera a mettere le ultime cose nelle valigie, per poi chiuderle. Prendo in mano la lametta che ho usato poco tempo fa e me la rigiro tra le mani, infine la nascondo nella borsa, "per sicurezza" penso.

Da fuori sento il rumore di un clacson, devono essere Lydia e sua madre che sono venute a prenderci per poi portarci in aeroporto.

"Ehi" mi saluta appena entro in macchina

"Ciao" ricambio il saluto dandole un bacio sulla guancia. Io e Lydia siamo amiche da prima che nascessimo: le nostre madri hanno condiviso la stanza d'ospedale ma io sono nata qualche ora prima di lei, quindi siamo quasi gemelle.

Passiamo il tragitto in silenzio, mentre i nostri genitori parlano del più e del meno, come sempre. Appena arrivati in aeroporto, io e Lydia ci abbracciamo per l'ultima volta, o almeno penso sia l'ultima. La stringo come non ho mai fatto in 17 anni della nostra amicizia.

"Non lo hai detto a nessuno a scuola, vero?" le chiedo ancora tra le sue braccia

"No, nessuno sa nulla, ma lo scopriranno" mi rassicura leggermente

Non volevo che a scuola si venisse a sapere che io e mio padre avremmo ricominciato la nostra vita da capo, ho sempre avuto paura del giudizio degli altri e, sicuramente, i miei compagni sarebbero venuti a salutarmi fingendosi dispiaciuti della mia partenza, quando in realtà a loro non importava nulla.

"Ci terremo in contatto?" continua la mia migliore amica

"Ti chiamerò ogni sera, te lo prometto" le rispondo. Non sono sicura che manterrò la promessa, ho sempre odiato le amicizie a distanza pur essendo le più vere, ma provarci non costa nulla.

Abbraccio anche Anne e la ringrazio per tutto, è stata come una seconda madre per me in questo ultimo anno. Dopo esserci salutati, afferro le mie valigie e mi dirigo verso l'ingresso dell'aeroporto.

"Che l'avventura abbia inizio" dico tra me e me

Non ho ancora parlato con mio padre oggi, ma è troppo emozionato per avere una conversazione con qualsiasi essere umano.

Dopo ben due ore passate a fare il check-in e ad aspettare il volo, sono finalmente sull'aereo diretto a Sydney e una nota di euforia si fa spazio dentro di me. Ho sempre amato viaggiare, soprattutto se si tratta di andare in posti lontani e totalmente diversi dalla mia città.

Sento il sedile inclinarsi lievemente. Prendo le cuffiette e me le infilo nelle orecchie, dopodiché faccio partire la mia playlist preferita e mi appoggio al finestrino; per fortuna non sono dalla parte del corridoio, altrimenti non avrei potuto guardare la terra che lentamente si sposta sotto di me, trovo che sia una sensazione fantastica. Siamo partiti, per l'ultima volta osservo la mia città natale e la saluto con il pensiero.

"Arrivederci, Londra" dice mio padre al mio posto. Non lo avevo mai sentito parlare con un tono così serio ed entusiasta allo stesso tempo.

Strangers  •l.h.•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora