"E tu che diavolo ci fai qui?"
"Ciao anche a te, Madison. E' un piacere rivederti" risponde Liv al mio posto.
"Tu chiudi la bocca, non stavo parlando con te" la sua voce squillante mi fa innervosire, e vedere Lucas al suo fianco che la tiene tranquillamente per mano, senza dire nulla, ancora di più.
"Hey signore diamoci una calmata, a quanto vedo non scorre buon sangue tra di voi" interviene Ashton da pacifista.
"Buon sangue? Questa qui mi ha rovesciato il caffè addosso!" strilla rivolgendosi a me e indicando la sua camicetta ancora macchiata.
"Questa qui ha un nome. E comunque non l'ho fatto apposta, ero distratta e non ti ho vista" affermo difendendomi.
"Beh se non l'ha fatto apposta non capisco perché te la prendi così tanto" interviene in mia difesa anche Michael.
"Questa camicia era di marca e proveniva direttamente dall'Italia, e non ditemi che credete davvero che non lo abbia fatto apposta! Me la pagherai, Clarissa Martin!" ma questa scuola è piena di stalker? Oltre a sapere il mio nome completo conoscono anche il mio cognome che non ho mai voluto svelare perché a Londra era molto famoso, quindi temevo che mi avrebbero subito giudicata anche qui. Ma a quanto pare a loro non importa poi così tanto di chi sono e da dove vengo, solo se verso loro del caffè addosso o li vedo limonare nei bagni.
Dopo essere stata minacciata da Madison e dopo che quest'ultima se ne sia andata trascinando via con sé anche Lucas come fosse un cagnolino sento il suono della campanella che annuncia la fine dell'intervallo, così finisco la sigaretta che mi aveva offerto Michael e la spengo.
Durante le lezioni successive non riesco a smettere di pensare di nuovo a quegli occhi azzurro ghiaccio che mi fissavano per tutto il tempo in cui ho litigato con Madison. Sentivo una connessione tra noi come quando ci siamo scontrati il primo giorno di scuola e ci siamo guardati dritti negli occhi, come se mi stesse parlando ma senza aprire bocca. Liv interrompe i miei viaggi mentali passandomi una mano davanti agli occhi "Hey oggi sei proprio su un altro pianeta, si vede che non hai dormito molto"
"Hai ragione Liv, credo proprio che appena tornerò a casa mi metterò a letto per recuperare il sonno perso" invento, anche se non sarebbe una brutta idea.
"Ottima idea, ma prima devi mangiare qualcosa. Su andiamo in mensa" come al solito mi prende sotto braccio e mi guida verso la mensa. Quest'ultima è una grande stanza in fondo al corridoio, subito dopo la nostra classe: appena entro noto due rampe di scale, una a destra e una a sinistra, che formano un semicerchio e portano ai vari tavoli per la maggior parte ormai occupati dagli studenti. In uno di essi vedo già seduti i ragazzi, escluso Lucas, che appena ci vedono ci invitano a sederci con loro, in fondo mi piace la loro compagnia. Parliamo del più e del meno, o almeno loro parlano e io ascolto e a volte scherzo insieme a loro, fino a quando Ashton mi fa una domanda estremamente seria.
"Allora Clary, come mai hai lasciato Londra per venire qui?" continuo a notare che i suoi comportamenti e i modi di parlare sono molto simili a quelli di Lucas.
"Beh ecco, a Londra né io né mio padre ci trovavamo più bene e appena ha ricevuto una proposta di lavoro qui in Australia ha colto l'occasione per portare anche me" cerco di non accennare in alcun modo a mia madre ma qualcuno se ne accorge.
"E tua madre?" ecco la fatidica domanda che tanto temevo. In questo momento vorrei strozzare la mia amica con le mie stesse mani.
"Preferisco non parlarne" taglio corto e mi concentro sul mio piatto di pasta che non ho ancora finito.
Dopo aver finito di pranzare ci rechiamo tutti all'uscita e ci salutiamo, così Liv si offre di accompagnarmi a casa e io accetto anche se non ne sono poi così entusiasta. Durante tutto il tragitto parliamo delle differenze tra l'Europa e l'Australia, dato che lei sogna da sempre di andare a Londra mentre io mi sto interessando molto a questo continente che prima per me era sconosciuto. Appena arriviamo davanti a casa mia lei mi saluta e io faccio lo stesso, infine mi accenna che sabato sera ci sarà una festa da lei e Lucas ma non sono molto convinta di andarci.
Entro in casa e vedo mio padre che sta ancora pranzando, così decido di prendere qualcosa da mangiare dal frigorifero e fargli compagnia. Mi chiede come sta andando a scuola nonostante sia solo il secondo giorno ma gli rispondo che va tutto bene e ho già trovato degli amici che sembrano molto simpatici; ovviamente non gli parlo della scena di Madison e del caffè perché, conoscendolo, si preoccuperebbe subito pensando che sia una forma di bullismo, dato che mi è già accaduto in passato, ma ho imparato la lezione e non mi farò mettere i piedi in testa da un'oca in minigonna e tacchi alti.
Passo quasi tutto il pomeriggio a dormire e la sera, dopo aver fatto la solita videochiamata con Lydia, mi arriva un messaggio da un numero che non ho salvato.
Mia sorella mi ha dato il tuo numero. Volevo chiederti se ci sarai alla festa di sabato, ci sarà da divertirsi. -L
Perché Lucas dovrebbe tenerci così tanto alla mia presenza alla festa? Non si diverte già abbastanza con la sua non-fidanzata Madison? Non sopporto questo ragazzo e non riesco a capirlo.
Non devi scrivermi come se fossi -A di Pretty Little Liars, so chi sei. Comunque ho già detto a Liv che l'idea non mi entusiasmava ma posso pensarci su. digito velocemente. La sua risposta arriva subito ed è molto inquietante come cosa.
Sei più intelligente di quanto pensassi ;) Ad ogni modo ti consiglio di fare un salto, le feste degli Hemmings sono sempre le migliori. -L
E' incredibile come questo ragazzo possa farmi innervosire e incuriosire allo stesso tempo.
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Strangers •l.h.•
FanfictionE se un incontro avvenuto casualmente cambiasse totalmente la vita di una diciassettenne con un disturbo alimentare e istinti suicidi?