La serata si concluse in modo piacevole, i ragazzi delle tre scuole di magia cercarono di fare il più possibile amicizia; ma erano troppo diverse le loro culture e non fu facile trovare un punto di incontro.
Soprattutto perché sembrava che nessuno della scuola ospite volesse partecipare al Torneo.
- Ehi, non è giusto! – sbottò Fred.
- Già, noi festeggeremo la giusta età tra qualche mese. Perché non possiamo partecipare? – fece eco il suo gemello.
- Perché sembra che sia molto pericoloso. – spiegò Harry osservando il Calice di Fuoco.
- E tu come fai a saperlo, Potter? – domandò con un sorrisetto un Corvonero che stava piegando il biglietto per metterlo dentro al Calice – Scommetto che questa pozione, mi aiuterà a sorpassare il cerchio dell’età del Preside.
- Secondo me farai un bel buco nell’acqua. – ridacchiò Hermione che aveva la testa affondata in un grosso libro.
- Dò ragione alla Granger. – borbottò controvoglia un Tassorosso, era Cedric Diggory, cercatore della squadra di Quidditch dei Tassi che stava cercando il coraggio di mettere il proprio nome nel Calice; ma aspettava che comparisse la bella Cho Chang, dei Corvonero per fare bella figura. Lei gli piaceva, ma non aveva trovato il coraggio di confessarle i suoi sentimenti.
- Siete i soliti esagerati! – rise ancora il Corvonero oltrepassando il cerchio dell’età e gettando con aria di sfida il proprio nome dentro al Calice.
- Ehi! – urlò Fred – Se lo ha fatto lui, possiamo…
- Farlo anche noi! – terminò la frase il gemello; ma, lo stolto Corvonero, venne sbalzato via dal cerchio dell’età e sul suo viso crebbe una barba lunga e bianca molto comica.
- Ve l’avevo detto io! – rise apertamente Harry.
- Ma come fai a sapere tutte queste cose tu? – domandarono i gemelli in coro.
- Li ho letti in un libro. – rispose Harry arrossendo, era vero. Non appena Albus aveva parlato loro del Torneo Tremaghi, aveva tempestato il suo Rus di domande. Era curioso di sapere perché avevano imposto limiti di età tanto restrittivi; perché dicevano che le prove rasentassero l’assurdo e, soprattutto, in cosa consistessero realmente.
- Tu, Potter, che leggi un libro? – rise George rotolandosi in terra dalle risate.
- Non è che sei Hermione travestita, vero? – si unì alle risate del gemello Fred.
- Ovviamente no! – rispose piccata Hermione alzando la testa riccia dal libro che stava leggendo – Cosa c’è di male nell’appassionarsi in qualche lettura? – chiese osservando i gemelli.
- In effetti niente. – sobbalzarono loro vedendo gli occhi di lei scuri di rabbia.
- Non volevamo offenderti Hermione. – continuò Fred.
- Ti chiediamo scusa. – le sorrise George, più rilassata, la giovane strega aprì nuovamente il libro ma perse interesse per la lettura non appena vide entrare in sala Viktor Krum, il giocatore di Quidditch della Nazionale Bulgara nonché campione per il Torneo Tremaghi della scuola di Durmstrang.
- Herm… - la chiamò dolcemente Harry notando il turbamento dell’amica non appena lui era entrato – Ehi, Herm… - le dette un colpetto leggero sul braccio e lei arrossì, distogliendo lo sguardo.
Potter sorrise apertamente, vedeva il filo rosso che legava i due ragazzi di un bel rosso brillante e sembrava resistente. Viktor fece un breve inchino davanti ad Harry ed Hermione, lei sorrise con gentilezza poi abbassò lo sguardo imbarazzata.
- Posso fare una passeggiata con te? – chiese con il suo marcato accetto bulgaro il ragazzo.
- Ecco io… - iniziò lei.
- Ma certo che può. – la spinse via Harry – Le farà bene stare un po’ all’aria aperta. – strizzò l’occhio alla sua amica mormorandole un “muoviti”.
- Grazie Harry… - replicò arrossendo.
Viktor le porse galantemente il braccio, lei ci appoggiò sopra la mano e si lasciò guidare lontano dalla Sala Grande dove faceva bella mostra di sé il Calice di Fuoco.Harry, sorridendo felice, tornò a leggere il libro che parlava dettagliatamente del Torneo Tremaghi. Amava quel volume. Era scritto veramente bene e, soprattutto, profumava di biscotti allo zenzero.
Lui amava quell’odore perché gli ricordava Severus, erano i biscotti preferiti dell’uomo ed aveva scoperto che amava sgranocchiarne qualcuno mentre leggeva i suoi libri preferiti.
Quel volume sul Torneo, gli era stato regalato dal padre quand’era poco più di un bambino e, a giudicare dal profumo intenso di biscotti allo zenzero di cui era impregnato, era stato per un lunghissimo periodo la sua lettura preferita. Harry poteva capirlo: era appassionate e scritto in modo semplice ma affascinante.
Resosi conto di essere rimasto l’unico in Sala Grande, il giovane mago si alzò e, stringendosi il prezioso libro al petto, si incamminò sicuro verso i sotterranei: non aveva voglia di tornare in sala comune.
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Il filo rosso del destino.
RomanceDopo aver letto molte Snarry, che mi hanno appassionata in modo che non ritenevo possibile, ho deciso di provare a scriverne una io mescolando alcune leggende Giapponesi al mondo magico di Harry Potter e Severus Snape. Dal prologo: "Una leggenda pop...