Capitolo Due:
La rottura del sigilloGli anni trascorsero velocemente, e la vita di Severus Tobias Snape, si dipanò tra le mura dello Snape Manor dove crebbe sotto la sorveglianza del padre e della matrigna Alba, dei suoi due fratelli Eileen e Tobias Snape nati dal matrimonio del padre e della giovane donna che gli aveva salvato la vita allattandolo da neonato.
Il giorno del suo 11 compleanno, Alba bussò alla porta della sua camera con dolcezza.
- Avanti. – parlò lui che aveva appena finito di vestirsi.
- Buongiorno caro. Buon compleanno! – gli sorrise entrando.
- Madre! – il bambino le dedicò un sorriso sincero – Buongiorno a voi, madre. Grazie! – e prese con mani tremanti il pacco che lei gli porgeva.
- Spero che ti piaccia, piccolo mio. – gli disse dandogli un bacio tra i capelli neri, il figlio adottivo aveva una passione per le pozioni e, spesso, la pregava di insegnarli piccole cose.
- Madre! – arrossì – “Piccolo mio”… - alzò gli occhi al cielo – Non sono più piccolo.
- Per una madre lo sarai sempre, figliolo. – tuonò il padre burbero, ma senza cattiveria. Era felice che tra la donna e il figlio ci fosse quel feeling. Severus sapeva che non era la sua vera madre, ma questo non gli impediva di volerle bene.
- Buongiorno marito! – lo accolse Alba con un inchino.
- Moglie! – l’uomo le andò incontro e la baciò sulle labbra – Buon compleanno figliolo.
- Grazie padre. – mormorò Severus, sapeva che il padre non amava il giorno del suo compleanno. Purtroppo, in quello stesso giorno l’amore della sua vita era venuto a mancare.
- Tua madre Alba ti ha già dato un regalo, vedo. – gli occhi dell’uomo scintillarono – E io che speravo di essere il primo quest’anno.
Alba e il bambino guardarono l’uomo con gli occhi sgranati, Tobias scoppiò a ridere dicendo:
- Ho fatto un regalo al mio primogenito. E l’ho scelto da solo. – era fiero di sé stesso ed Alba sorrise.
- Bravo. – gli mormorò nell’orecchio l’infermiera, felice.
Severus finì di aprire il dono della matrigna: all’interno del pacco trovò tutto quello che poteva servigli per imparare a distillare pozioni.
Gli occhi gli brillarono e volò ad abbracciare la donna, nascondendo felice il viso nel suo florido petto.
- E brava moglie. – ridacchiò Tobias – Queste cose gli saranno molto utili a scuola. – dichiarò.
- Scuola? – chiesero in coro la moglie e l’undicenne.
- Basta precettori privati, padre? – lo guardò speranzoso.
- Direi di sì. – replicò – Visto che mi hanno appena consegnato questa.
Tobias dette al figlio una lettera scintillante: la lettera per la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwards.
- Madre! – strillò felice – Madre è arrivata! La lettera di Hogwards. Ne ho parlato ieri con il precettore.
- Che bello… - annuì la donna che, girandosi verso il marito, disse – Tobias, ma quello non è un regalo.
- Lo so. Ho solo consegnato una missiva. – ridacchiò l’uomo – Il mio regalo è questo. – disse andando nel corridoio a prendere una grossa gabbia.
Severus alzò gli occhi dalla lettera e guardò estasiato la gabbia che il padre gli porgeva: al suo interno c’era un gufo reale dal piumaggio nero e bianco, con grandi e fieri occhi ambra.
- Il suo nome è Smoke, - annunciò – figliolo. Ed è il gufo che ti accompagnerà a scuola.
- Padre! – balbettò eccitato il ragazzino – È bellissimo padre!
Tobias passò la gabbia al figlio, poi si portò una mano sul petto, sentendo il sigillo tremare fortemente.
- Tob! – lo chiamò Alba mentre si accasciava – Tobias, hai preso il distillato stamattina?
- Mh? – la voce della donna lo riportò alla realtà – La pozione?
- Sì!
- No… - balbettò – Io… - e svenne.
- Severus, amore. – lo chiamò – Ti prego, corri in camera nostra. Sul comodino di papà…
- Sì, ho capito. – Severus corse a perdifiato da camera sua verso l’ala del Manor dove dormivano i suoi genitori, prese la fiala che il padre aveva lasciato intatta sul comodino e tornò indietro.
Impiegò in tutto una decina di minuti, ma furono dieci minuti di troppo: quando tornò in camera sua il sigillo si era rotto e la magia nera che il padre aveva costudito per tutti quegli anni si era liberata nutrendosi dell’anima dell’uomo stesso; di quella di Alba e dei fratelli minori di Severus.
- Nooooooooooooooooooooooooo! – gridò il bambino entrando, cercò a tentoni una bacchetta, ma lui conosceva pochissimi incantesimi e non era abbastanza potente per fermare quell’oscurità.
- Sev… - lo chiamò Alba con un filo di voce – Scappa…
Severus non scappò, restò a fronteggiare coraggiosamente la magia nera che lo attraversò senza poter risucchiare la sua anima o soggiornare nel suo corpo: quel bambino era troppo potente.
Il bambino svenne, lasciando cadere a terra la fiala che disperdendosi nell’aria, creò un fumo tossico per la magia nera che fu costretta ad andare via, alla ricerca di un altro ospite.
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Il filo rosso del destino.
RomansaDopo aver letto molte Snarry, che mi hanno appassionata in modo che non ritenevo possibile, ho deciso di provare a scriverne una io mescolando alcune leggende Giapponesi al mondo magico di Harry Potter e Severus Snape. Dal prologo: "Una leggenda pop...