Il gruppo composto dagli studenti e dal Preside della Scuola, viaggiò in groppa ai Thestral, cercando di restare il possibile sopra le nuvole, fuori dalle linee aree dei Babbani e, soprattutto, lontano da sguardi indiscreti. Evitare di cadere da quelle creature che non avevano selle, per chi non era preparato al volo (come chi giocava a Quidditch), fu estremamente complicato e faticoso.
Per fortuna, i Thestral erano animali molto veloci e, nel minor tempo possibile, si fermarono al numero 12 di Grimmauld Place; dove, nascosta gli occhi dei Babbani, c’era la casa dei Black, ormai ex-Quartier Generale dell’Ordine della Fenice.
Severus rese visibile la casa al resto del gruppo e, ringraziando gli animali che li avevano accompagnati fino lì, ordinò loro di tornare a Scuola perché sarebbe stato troppo rischioso continuare a spostarsi usandoli.
Harry era teso e sudato, gli sembrava di aver corso per il campo di Quidditch a piedi in lungo e largo. L’ultima volta che aveva messo piede in quella casa, il suo padrino era vivo; aveva trovato ad accoglierlo il sorriso e l’abbraccio di Sirius. Adesso, sentiva provenire solo freddo e rabbia da quelle mura.
- Harry. – lo chiamò Viktor che era rimasto indietro per aiutare Hermione con il bagaglio – Stai bene? – chiese.
- Non proprio. – scosse la testa il Portatore della Luce.
- Tzh. – sbuffò Draco dietro di loro – Mio cugino aveva un pessimo gusto in fatto di case. – disse cercando di alleggerire la tensione, Harry gli sorrise grato e mosse alcuni passi verso l’abitazione.
- Allora, cosa aspettate ad entrare? – parlò una voce nervosa da dietro la porta – Non è sicuro restare lì. Sbrigatevi o chiuderò l’ingresso e non potrete più entrare!
- Arriviamo. – sospirò Harry – Eccoci. – parlò a nome dei suoi due Cavalieri e, non appena la strega chiuse la porta alle loro spalle, si attivarono tutta una serie di incantesimi anti-intrusione questi, non appena riconobbero Harry, Severus e i Cavalieri, cessarono lasciandoli liberi di muoversi.
- Non vi stavamo aspettando. – parlò nuovamente la strega che li aveva incitati ad entrare in casa – Come mai siete venuti qui? È rischioso.
- Ha ragione signora Fenix, ma abbiamo una spiegazione. – parlò con voce calma Severus – Ragazzi, vi presento l’Auror Margaret Fenix. A lei e all’Auror Jason Braden, è stato affidato il compito di vigilare sulla sicurezza di Zabini che, come sapete, è tenuto qui.
I ragazzi strinsero le mani dei due Auror; poi Harry chiese di poter vedere Zabini e i due glielo indicarono con un cenno del capo. Lo strano scintillio che brillò negli occhi della donna non piacque al Portatore della Luce che sentì un brivido di paura correre lungo la propria schiena.
Il Portatore della Luce, i Cavalieri, l’Illusionista e la Scrutatrice si girarono a guardarlo: era irriconoscibile, aveva perso molto peso, l’espressione del viso era stanca, gli occhi spenti, le guance scavate e la sua bella pelle nera era opaca. I nuovi arrivati si girarono verso i due Auror alla ricerca di qualche spiegazione plausibile e sobbalzarono davanti alle loro espressioni; quei due sembravano impazziti. Come se stessero godendo della situazione, se ricavassero piacere facendo stare male un ragazzo che, quasi certamente, era una vittima della follia di un pazzo.
Harry, con uno scoppio di Magia della Luce, lanciò il mago e la strega contro il muro, facendoli svenire; poi, tolse l’incantesimo dalla porta del salone ed invitò tutti a raggiungere Zabini.
Il ragazzo, dedicò loro un tremulo sorriso, poi svenne tra le braccia di Severus.
- Dobbiamo curarlo, Rus. – lo pregò Harry – Non possiamo lasciare che lo trattino così.
- Non ne sapevo niente, ragazzi. – disse mortificato – Altrimenti sarei intervenuto prima. – ingollò a vuoto, dispiaciuto di vederlo in quello stato. Blaise aveva ucciso il Preside della Scuola, meritava di essere punito, ma non di essere torturato da chi doveva proteggerlo e tenerlo in vita fino al giorno del processo.
Severus portò il ragazzo svenuto fino al piano con le camere da letto, chiese alle ragazze di seguirlo e le pregò di preparare la stanza con biancheria pulita, in modo tale che avrebbe potuto curare Zabini in tranquillità. Le tre streghe annuirono e, precedendo il mago fino al piano superiore, aprirono una stanza e la sistemarono per il riposo del loro compagno di Scuola. I ragazzi rimasti al piano di sotto, legarono i due Auror nelle sedie, non parlarono molto, ognuno perso nei propri pensieri.
Fu Ron che, dopo aver finito di legare i polsi della donna, girandosi verso Harry gli disse che stava facendo troppo per Zabini, secondo lui (e secondo il resto dei Cavalieri) non meritava di essere trattato con troppa clemenza. Harry osservò i suoi amici e compagni di viaggio sgranando gli occhi, ma non rispose perché se da un lato comprendeva le loro paure dall’altro non giustificava il loro comportamento; così, per avere un giudizio imparziale, decise di inviare il proprio Patronus alla ricerca di Moody, raccontandogli ciò che stava succedendo al Quartier Generale dell’Ordine e di come i “custodi” di Zabini lo avessero trattato. L’uomo non aveva perso tempo a rispondere, si era semplicemente precipitato lì per vedere con i propri occhi ciò che Harry gli aveva raccontato.
- Gli ordini del Ministero erano semplici. Così banali che anche un moccioso del primo di Hogwarts sarebbe stato in grado di seguirli! – tuonò Moody che, dopo essere arrivato tramite Metropolvere, si girò ad osservare i due Auror con malcelato disgusto. Non aggiunse altro e, zoppicando rapidamente, andò alla ricerca di Severus che, proprio in quel momento, li stava raggiungendo in salotto.
I due uomini parlarono per alcuni minuti: Alastor confessò a Severus che temeva che ci fosse una spia al Ministero che voleva fare del male a Zabini per estorcergli informazioni che senz’altro il ragazzo non aveva e, dopo averlo pregato di farlo ristabilire e prendersi cura di lui per il tempo necessario, fece levitare le due sedie e lasciò casa Black utilizzando la Passaporta creata da Luna e gli altri Cavalieri.
La prima sera a casa Black trascorse così: esasperatamente lenta e noiosa. I presenti consumarono un pasto frugale in cucina poi iniziarono a studiare gli appunti e le carte che avevano recuperato dall’ex ufficio di Dumbledore a Scuola. Hermione, che aveva infilato nel proprio bagaglio un’intera scatola piena di documenti rimpiccioliti, occupò gran parte del tavolo dicendo loro di fare attenzione che i libri che aveva portato erano molto antichi e preziosi e, alcuni, contenenti appunti di Albus molto originali e arguti.
Severus le indirizzò un sorriso e, stringendo la spalla di Harry con dolcezza, gli disse che lui sarebbe passato a controllare Zabini che avrebbe potuto svegliarsi da un momento all’altro. Annuendo, Harry iniziò a leggere un libro piccolino: sembrava un taccuino per gli appunti e, in effetti, lo era. Conteneva molte informazioni e annotazioni, sembrava quasi la bozza per un’autobiografia. Harry era talmente concentrato sulla lettura che sobbalzò quando sentì Hermione parlare e chiedere a Severus delle condizioni di Blaise.
- È stabile. – rispose l’uomo – Ho rifatto alcune medicazioni e l’ho costretto a prendere altre pozioni. Grazie a quelle, dormirà tutta la notte. Deve assolutamente riposare. – si guardò attorno – Scoperto qualcosa di interessante?
- Guardi qua, signore. – rispose Viktor mostrandogli il libro antico che stava guardando: era di magia oscura e non tutti i maghi o le streghe avrebbero avuto il coraggio o la forza necessaria per aprirlo; Severus annuì e lo raggiunse al tavolo.
Lesse in silenzio ciò che il bulgaro gli aveva indicato e, mandando la testa di lato, alzò gli occhi come se stesse rincorrendo un ricordo sfuggente. Aveva già avuto modo di leggere un libro simile a quello che gli aveva mostrato Viktor ma, nei suoi ricordi di ragazzino, gli sembrava che ci fossero più informazioni.
- Qualcosa ti turba, Rus? – domandò Harry che, se pur affascinato dalla lettura della vita di Albus, aveva sentito un cambiamento in negativo della magia del marito.
- Mi sfugge qualcosa. Come se qualcuno avesse bloccato i miei ricordi. – spiegò sbuffando.
- No. – scosse la testa Neville – Non sono ricordi che qualcuno ha bloccato signore. È una protezione della Magia della Luce.
Severus guardò Neville come se lo vedesse per la prima volta, ciò che il ragazzo aveva detto non era poi così sbagliato: la magia della Luce operava in modi così misteriosi a volte.
Lo stesso Harry, incuriosito da quel libro che sembrava così interessante, raggiunse Viktor e Severus e, dopo aver sbirciato il tomo, gli parlò in Serpentese.
Il libro prese vita: le sue dimensioni raddoppiarono, il numero delle pagine cambiò in modo drastico gonfiando il volume di molti più incantesimi e informazioni, diventando lo stesso libro di magia oscura che Severus era riuscito a consultare anni fa nella biblioteca della Scuola.
- È lui. – mormorò il mago più grande – Questo è il libro che trovai aperto nella sezione proibita.
- Allora anche tu, marito, non rispettavi sempre le regole, eh?
- È irrilevante, marito! – ringhiò Snape assottigliano gli occhi.
Hermione, mentre i tre maghi discutevano tra loro, aveva preso il libro ed aveva iniziato a leggere avidamente tutte le nuove informazioni che Harry aveva fatto comparire dicendo una sola parola nella lingua dei serpenti.
- Signore. – chiamò dopo alcuni attimi di intensa lettura – Cosa sono gli Horcrux?
- Horcrux? – ripeté l’uomo – Dove hai letto…? – chiese ed Hermione gli mostrò sul libro dove aveva letto quella parola per la prima volta.
Severus poggiò la propria bacchetta sul temine indicatogli dalla strega Grifondoro e, mormorando uno dei suoi incantesimi della Luce, chiese al libro di svelare tutto ciò che sapeva circa gli Horcrux.
Il testo obbedì agli ordini del mago della Luce, estraendo dal proprio centro tutto che ciò che altri maghi avevano nascosto nel corso dei secoli.
C’erano appunti in tutte le lingue: dalle più antiche e cadute in disuso alle più recenti. Sembrava che, ogni mago che aveva cercato quell’incantesimo, avesse aggiunto o corretto delle parti della formula originale.
- Impiegheremo secoli a leggere tutto. – si lagnò Ron sbattendo la testa sul tavolo, odiava studiare.
- Sei il solito esagerato Ronald! – sbuffò Hermione, gli occhi le brillavano all’idea di poter leggere quei fogli così antichi.
- Signorina Granger, vorrei chiedere il suo aiuto. Ma, purtroppo, questi fogli sono scritti in lingue molto molto antiche. Solo il Portatore della Luce può riuscire a tradurle. – con uno sbuffo annoiato, il Pozionista passò le carte al marito che le accolse con un sorriso.
Non appena i documenti entrarono in contatto con la potete Magia della Luce di Harry, iniziarono a brillare come se fossero state attraversate da milioni di raggi solari contemporaneamente.
I ragazzi si spaventarono, non avevano mai assistito ad un fenomeno del genere. Severus si limitò a sorridere, dedicando un sorriso orgoglioso e fiero al suo giovane e potente marito.
- Adesso potete leggerle. – ansimò Harry, l’incantesimo era stato forte ma ne era valsa la pena.
Mormorando flebili grazie, ancora troppo stupiti per aggiungere altro, i presenti presero ognuno un documento lasciando ad Harry e Severus il compito di continuare a leggere e cercare informazioni sull’oscuro libro scovato da Viktor tra i documenti di Albus.
Hermione, efficiente come sempre, fece comparire al fianco di ognuno di loro alcune pergamene; una piuma e dell’inchiostro. Ron ne chiese il motivo e Draco, ridacchiando, spiegò che serviva per prendere appunti non avrebbero potuto scrivere sui quei preziosi fogli ma ricopiare le parti più importanti su una pergamena nuova avrebbe snellito il lavoro successivo di rilettura e ricerca.
Il rosso Weasley sbuffò e, bofonchiando, un accorato “oh no, ancora compiti”, abbassò la testa sul proprio documento cercando di capirci qualcosa che potesse tornare loro utile.
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Il filo rosso del destino.
RomanceDopo aver letto molte Snarry, che mi hanno appassionata in modo che non ritenevo possibile, ho deciso di provare a scriverne una io mescolando alcune leggende Giapponesi al mondo magico di Harry Potter e Severus Snape. Dal prologo: "Una leggenda pop...