Open your jaded eyes

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Lilith POV
Io sono Lilith Darkfire, in realtà il mio cognome sarebbe Ferrari perché sono stata adottata anni fa, ma l'anno scorso, a 18 anni ho deciso di mantenere il mio originale.
Sono alta e magra, capelli neri e lunghi, occhi marroni-verdi, labbra carnose, viso non troppo asciutto ma con i contorni definiti. Ho un labret laterale e un tongue.
Comunque, parlando ancora di me ho la patente dall'anno scorso e da pochi mesi ho la macchina che ho sempre desiderato, cioè una Audi A1 Black Edition e la adoro troppo.
Parlando dei miei genitori adottivi, si chiamano Francesco e Barbara Ferrari. Non sono ricchi ma nemmeno poveracci, diciamo che conducono una vita modesta. A vederli sembrano delle brave persone, gentili e aperti mentalmente, ma in realtà sono tutto il contrario. Non hanno mai accettato che io ascolto metal, che sono emo-goth, i piercing, trucco... Tutto in poche parole. Mi considerano una ribelle, libertina e poco di buono, ma non sanno come sono fatta in realtà. Certo posso risultare aggressiva per il mio stile, ma ho un carattere sensibile e dolce.
Ci siamo trasferiti da pochi mesi a Berlino, sia per lavoro, sia perché in Italia avevo problemi di bullismo, ma qui non è cambiato granché, anzi è ancora peggio.
Nel liceo in cui vado qui a Berlino vengo bullizzata, insultata è picchiata tutti i giorni, poi quando vado a casa le cose sono più o meno le stesse. Il mio patrigno mi picchia più dei bulli della scuola e una o due volte a settimana abusa fisicamente di me, per non andare a prostitute e farlo gratis quando vuole. Se dico tutto quello che succede in casa alla polizia o a chissà chi i miei genitori adottivi letteralmente mi uccidono.

Ogni notte la passo a piangere sperando che la mia vita possa migliorare almeno un po, ma non cambia mai nulla, anzi va sempre peggio.
Tutto quello che voglio è vivere serenamente, non essere insultata, amare ed essere amata per quello che sono. Non chiedo tanto ma tutto questo resta sempre e solo un sogno.

Bill POV
Sono Bill Kaulitz, 19 anni e sono un tedesco DOC. Sono di Leipzig, ma mi sono trasferito a Berlino con i miei e mio fratello gemello Tom perché quel posto fondamentalmente faceva schifo e non offriva tanto per il mio futuro.
I miei sono ricchi sfondati per merito mio e di mio fratello dato che suoniamo per i Tokio Hotel.
Siamo im carriera si, ma dobbiamo comunque finire di studiare ed è una seccatura, già il lavoro è duro di per sé, però va bene così.
Tanti pensano che essendo ricchi e famosi me la tiro e mi vanto di avere una carriera, ma io non sono quel tipo di star, no, mi considero un ragazzo come tutti. Non mi va di fare il tipico ragazzo in carriera snob e strafottente anche perché non sono così e non mi piace essere quel tipo di star.

Da un po sto osservando una ragazza stupenda dai capelli neri corvino così come i vestiti che indossa.
Quasi tutti i giorni la vedo uscire da scuola con qualche graffio o livido in più, ma non ho mai visto il trucco sbavato per le lacrime, solo la sua figura che mi passa davanti di corsa, saltare in macchina e sfrecciare via.
Non so, ma provo compassione per quella ragazza e vorrei tanto capire perché ogni volta ha sempre qualcosa in più. Anch'io avevo problemi di bullismo prima di avere una carriera, ma non a questi livelli.
Mio fratello Tom, dato che ha un amico, Andreas, che è un vero e proprio bullo, ho chiesto se conoscesse il nome di quella ragazza ma mi ha detto che i bulli non si sono nemmeno preoccupati di conoscerla prima di picchiarla.
Finché non riuscirò a parlare con lei almeno mezzo secondo, la sua identità per me resterà un mistero.
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Lilith POV
"LILITH SE NON TI ALZI SUBITO DA QUEL LETTO TI TIRO GIÙ A CALCI HAI CAPITO?!"
Ecco il classico risveglio, Barbara che mi urla minaccia per farmi "svegliare" quando in realtà non ho dormito un cazzo. È normale per me, fa così da quando avevo 12 anni, cioè da quando ho cominciato a costruire il mio stile. Vado a letto solo per piangere o per essere abusata da Francesco, il mio patrigno.
Quando la stronza comincia ad urlare capisco che è ora di prepararmi per andare a scuola per farmi prendere a calci.
Mi metto la mia maglietta nera leggermente scollata preferita, i miei skinny neri strappati, le mie cinture e catene, il mio collare borchiato, i miei numerosi bracciali altrettanto borchiati e miei adorati stivali gotici in pelle neri, mi trucco gli occhi di nero e mi piastro con cura i capelli corvini. Come tocco finale, per risaltare le mie dita sottili e affusolate, mi metto i miei guanti a mezze dita neri con delle piccole borchie sulle nocche.
Mi guardo allo specchio, sono soddisfatta del mio look, sorrido leggermente, poi mi metto il mio chiodo nero borchiato, il mio zaino nero con qualche borchia qua e là, le mie sacre cuffiette nere e il cellulare.
Guardo l'ora sul display: 7.30. Sono in leggero anticipo e decido di prendermela con calma prima di essere pestata per l'ennesima volta.
Prendo una brioche al volo, le chiavi della macchina ed esco di casa. Salgo in macchina mangiando velocemente la brioche, accendendo la macchina e appena finito di mamgiare estraggo una sigaretta, la accendo e me la fumo con calma guidando verso la scuola.
Alle 7.45 arrivo a scuola. Trovo parcheggio nel cortile grande e noto che vicino al muretto, come al solito, trovo il gruppo di bulli pronti a pestarmi, e, dalla parte opposta, verso l'entrata principale, vedo due ragazzi dall'aspetto familiare. Uno ha i Dreadloks, fascia, cappellino e vestiti esageratamente larghi e l'altro ha i capelli corvini con qualche ciuffo platino sparati come un riccio, truccato di nero più o meno come me e vestito con stivaletti in pelle, skinny, cinture, maglietta aderente nera e chiodo in pelle con le maniche tirate su mettendo in evidenza un tatuaggio sull'avambraccio sinistro.
Noto che quest'ultimo mi fissa incuriosito, ero tentata di avvicinarmi a loro, ma i bastardi mi hanno preceduta e mi hanno trascinata a forza con loro. Il capo della banda mi ha afferrata con forza dai capelli, ma da tutte le volte che lo hanno fatto non mi fanno più male,  ma per evitare che si strappino, afferro a mia volta la sua mano con le mie.
Mi guardo indietro,  verso i due ragazzi:  quello con i Dread sta tenendo per la vita il ragazzo moro che punta verso la mia direzione con un'espressione più che incazzata.
Quest'ultimo urla al capo "Andreas, giuro che stavolta non la passerai liscia per aver picchiato quella povera ragazza,  mi hai sentito?!".
Andreas... Così si chiama il capo.
Questo si ferma e girandosi verso il moro mi getta sulla ghiaia, lasciandomi di botto i capelli, facendomi male, ride malsanamente e risponde "molto divertente succhiacazzi emo, cos'è vuoi difendere la tua fidanzatina? Haha ma guardati sei patetico"
Fidanzatina? Ma se non lo conosco nemmeno quel ragazzo!
Prima che il moro  potesse rispindergli mi rimette in piedi dalla vita in modo rude stringendomi il collo da dietro.
Una volta in piedi mi trascina con se,  ancora con il braccio intorno al collo e  urla a quei due "che c'è frocio?  Sei geloso perché adesso ce la scopiamo dentro un cubicolo del cesso?  Haha"
Aspetta aspetta aspetta COSA?!
Sgranai gli occhi per la paura ma i miei tentativi di ribellione erano inutili.

Non serve dire che ho passato due ore in un cubicolo con un cazzo in bocca, due in mano e un altro dentro di me.
Mi fa male dappertutto, sono tutta impasticciata di fluidi schifosi di quegli stronzi che mi hanno abbandonata qui,  ridendo e insultandomi.
Mi sono pulita meglio che potevo e sono andata in classe dando una giustificazione idiota per il mio ritardo e mi sono seduta in fondo alla classe da sola e ho fatto finta di seguire le lezioni successive fino alla fine della mattinata.
La campanella finale per me significava che stavolta sarei stata pestata nel cortile sul retro.
Difatti,  appena esco dalla classe, mi trascinano sul retro e cominciano a pestarmi e ad insultarmi. Dopo un quarto d'ora di calci e cazzotti se ne vanno. A stento mi rimetto in piedi e dopo un po perdo i sensi e crollo al suolo con un tonfo sordo.

Non so dopo quanto mi riprendo dallo svenimento, ma dopo un po mi rimetto in piedi e mi avvio lentamente verso la macchina.
Anche se non sono nello stato adatto per guidare, metto in moto il mezzo e sfreccio verso casa,  pronta per ricevere il resto.
Mentre guido seleziono una canzone a caso e mi parte "I'm with you" di Avril Lavigne. Senza accorgermene mi perdo tra le parole e canto la canzone e inconsapevolmente mi torna in mente quel ragazzo dai capelli  corvini e argentati, che solo urlando di farla pagare ad Andreas mi ha fatto sentire un po importante.
"I don't know who you are but I'm with you"... Queste parole mi rimbombano nella testa e immaginando che sia lui a pronunciarle le mie labbra si increspano in un leggero e genuino sorriso.
Per la prima volta da quando sono qui a Berlino sono riuscita a sorridere dopo essere pestata.
Sono così di buon umore che selezionò "in the end" dei Linkin Park.
Batto le mani a tempo sul volante e sul manubrio del cambio e canto con energia il bridge e il ritornello finale assieme a Chester con energia marcando la frase "I've put my trust in you"  riferito a quel ragazzo sconosciuto. Con questa energia positiva arrivo a casa. Non ho la minima voglia di andarci ma alla fine cosa cambia? Prima o poi ci devo andare e subire tutto, però stavolta darò filo da torcere a quei due bastardi dei miei genitori adottivi.
Parcheggio nel vialetto di casa, scendo dalla macchina e la chiudo. Faccio tentennare le chiavi tra le dita... Entro o non entro?  Scappo o subisco?
Ah, fanculo tutto! Subisco ma darò filo da torcere stavolta. Prendo un profondo respiro e apro la porta di casa e annuncio il mio arrivo.
In meno di due secondi il mio patrigno mi si presenta davanti nel suo accappatoio nero con un sorriso sadico stampato sul viso. So già cosa vuol dire questo.. Che devo sottomettermi e farmi stuprare per la seconda volta di oggi, stavolta sostengo lo sguardo di Francesco senza timore e salgo in camera mia seguita a ruota da lui non ascoltando i suoi commenti su quanto io potessi fare la puttana dopo il liceo.
Apro la porta della mia stanza... E comincia l'inferno.

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Hi guys sono tornata con una nuova fanfiction 🖤
Scusate se non proseguo l'altra storia "the angel and the shadow" ma proprio non so come continuare quella storia😓
Spero che questa nuova fanfic su Bill Kaulitz vi piaccia🖤
Se vi è piaciuto questo primo capitolo lasciate una🌟 così capisco che vi piace 🖤
Detto questo torno a scrivere🖤
Bye Aliens🖤

Invaded by you  (Bill Kaulitz fanfiction) #wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora