Capitolo 9

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-Due settimane dopo l'incidente-

Una luce bianca mi da fastidio mentre cerco di aprire gli occhi.

Mi sento paralizzata, cerco di muovermi, con calma riesco a mettere a fuoco qualcosa.

Sono in un ospedale? E perchè?

Intorno a me vedo Michela dormire sulla sedia.

Sembra sia qui da giorni.

Provo a parlare ma non riesco.

''M...Mi..'' tutto ciò che riesco a dire.

Michela si sveglia di colpo.

''Cazzo Giorgia ti sei svegliata, cazzo, cazzo, cazzo'' sta piangendo, mi da un colpo sulla mano.

Prende il telefono e chiama Francesco.

Poi esce dalla stanza e chiama i dottori.

''Sembrerebbe che la trasfusione di sangue abbia funzionato, i parametri sono a posto e il coma sta svanendo. Lei è una guerriera signorina'' mi dice un dottore alto.

''Ci vorrà ancora un po prima che lei riacquisisca bene la parola, ma sono sicura che non si lascerà abbattere da ciò, starà qua ancora qualche giorno e poi la dimetteremo'' dice un infermiera affianco al dottore.

Annuisco poi mi volto verso Michela che mi sta tenendo la mano.

Lei non è mai stata da contatto fisico, eppure così preoccupata e distrutta non l'avevo mai vista.

Arriva anche Francesco.

Con un bel mazzo di girasoli, li mette sul comodino vicino a me.

''Gio che spavento che ci hai fatto prendere...'' mi dice abbracciandomi.

''Mi...dis...dis..dispiace'' riesco a dire.

''Non ti sforzare, parleremo quando starai meglio...'' dice Michi.

Poi Li vedo allontanarsi e bisbigliare qualcosa.

''Dovremmo dirgli che è stata Evelyne a trovarla...'' dice Fra a Michi.

Michela fa no con la testa ''non ora, starò qua finchè non tornerà a casa e poi vedremo''.

I giorni in ospedale passano lenti, Michela mi racconta cosa è successo, mi racconta anche di cosa hanno fatto nel mentre io ero in coma.

''Ev...Evelyne sa qual....qualcosa?'' chiedo guardando fuori.

''Si l'ho avvertita personalmente, la notte che ti ho trovata mezza morta nella vasca da bagno.'' dice Michela arrabbiata.

La guardo con dispiacere, il suo volto si ammorbidisce, mi prepara la valigia. 

Domani sarei tornata a casa.

Vengo dimessa al mattino, Francesco mi viene a prendere e mi porta a casa.

Entrando vedo tutti i miei amici più cari, la casa è in ordine, c'è un buon profumo di cibo vero.

Passiamo una bella giornata insieme, mi fanno finalmente fumare.

Il primo tiro va malissimo, tossisco come se non avessi mai fumato.

Tutti ridono di me.

''Andata a fare in culo stronzi'' dico tossendo.

Verso le 20 bussano alla porta, eravamo rimasti noi tre, io, Fra e Michi come sempre.

Vado ad aprire e la vedo.

Era Evelyne. Aveva la faccia da cane bastonato. Grandi occhiaie di chi non dorme da un po.

Guardo verso Michi e Fra e dico ''Forse è meglio che andiate..''

Annuiscono, si preparano ed entrambi mi lasciano un bacio sulla guancia.

Noto che Michela accarezza il braccio di Evelyne mentre esce dalla porta.

Le faccio cenno di entrare, non ha ancora proferito parola.

Mi siedo, lei rimane in piedi.

''Sei inquietante se rimani in piedi, sembri Slenderman'' dico girandomi una sigaretta.

''Non dovresti fumare'' dice lei con tono autoritario.

''Non dovresti scoparti la gente se sei già occupata..'' dico senza pensare.

Ero arrabbiata nera, delusa e ferita.

Evelyne abbassa lo sguardo a quelle mie parole di ghiaccio, lascia il suo corpo cadere su una poltrona.

''Perchè sei qui..'' dico guardando avanti a me.

''Ascoltami...Quel giorno, che ti ho cercata, stavo cercando una distrazione, con il mio fidanzato non andava bene e ho pensato di divertirmi con te. Però poi tu ti sei dimostrata così fragile e forte allo stesso tempo, innocente, pronta ad innamorarti anche con il cuore frantumato e io non ho saputo ''divertirmi'' con te. Tutto ciò che c'è stato era vero. LA notte che abbiamo passato assieme è stata la più bella della mia vita...Però la notte ho ricevuto un messaggio da John che sarebbe venuto in città per sistemare le cose, dovevo cacciarti via...'' dice Evelyne piangendo.

Io la guardo, impassibile, le braccia ancora fasciate da quella famosa notte.

''Ti prego dimmi qualcosa...'' mi dice inginocchiandosi davanti a me.

''Dov'eri la settimana prima che mi tagliassi le vene? Dov'era tutto questo rimpianto che vedo adesso? Hai aspettato che morissi per ricordarti che avevi tutto questo amore nei miei confronti? Mi hai cacciata via, e sono quasi morta dal dolore che mi hai causato..'' le dico arrabbiata.

''E' vero, quella settimana non ci sono stata, avevo paura..Ma..'' dice ma sentendo quelle parole mi sale ancora di più la rabbia, mi alzo, ribalto la sedia, spacco un vaso e do un calcio alla porta.

''Tu hai avuto paura? Stavo marcendo dentro una stanza perchè sei stata l'ennesima stronza che mi ha solamente usato perchè le facevo pena, perchè il povero fidanzatino perfetto si è rivelato non così perfetto. Tu hai avuto paura? Io ero cosciente che mi stavo togliendo la vita per causa tua...'' dico furiosa.

Non riesco a stare ferma, la casa è di nuovo un disastro.

Ma Evelyne mi afferra dal gomito e mi costringe a guardarla.

''Quello che ho fatto è stato spregevole, Michela mi ha chiamata quando ti ha trovata fredda dentro quella vasca, così ti ho portata in ospedale, ero compatibile con il tuo sangue e mi sono fatta prelevare il mio, ho passato 12 notti di fianco a te, pregando che ti svegliassi, quello che ho fatto è imperdonabile, ma ora sono qui.. odiami, picchiami, ignorami, ma io sono qui e niente mi farà andare via. neanche il tuo astio nei miei confronti. Lotterò ogni giorno della mia vita per riconquistare la tua fiducia, perchè dal momento che sei uscita da quella porta ho capito che tipo di vita volevo. Volevo te, una vita folle con te. Volevo le tue cicatrici, le tue insicurezze, le tue emozioni amplificate. Voglio te. Perchè la settimana in cui non ci sono stata ho marcito sul divano anche io perchè sapevo di aver fatto l'errore più grande della mia vita lasciandoti andare.. Per cui odiami, sfidami ad andare via, oppure fammi restare e dammi una possibilità per farmi perdonare...'' Evelyne era in lacrime.

E io ero pietrificata, la stessa donna per cui mi ero tolta la vita è la stessa donna che me l'ha salvata.

Guardo in basso, poi la guardo negli occhi, passo un dito leggermente sulle sue occhiaie, poi sulle sue labbra screpolate.

Sospiro e la bacio.

E quel bacio è stato come prendere una boccata d'aria quando stai tanto tempo sott'acqua.

Come se non avessi mai respirato prima di quel bacio.

Evelyne continua a piangere, appoggio la mia fronte alla sua.

''Che ne dici se ti fermi qui stasera, ordiniamo una pizza e recuperiamo un po di sonno.. insieme..'' dico cercando di calmarla.

''Ti amo..'' dice Evelyne.

''Ti amo'' le rispondo.

FragileWhere stories live. Discover now