Ricominciamo da noi

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10. RICOMINCIAMO DA NOI.

Tre mesi dopo, Marzo.
La Mini Cooper rosso fiammante di Ianira si destreggiava nel traffico di Santa Monica diretta al Free Light, una pizzeria situata in centro.
“Andy, stai tremando. Calmati.”
“Non ce la faccio, okay? Sono troppo ansioso!”
Quella sera Andy avrebbe conosciuto la mamma di Ianira, si sarebbe presentato come il suo fidanzato, e la cosa gli recava indicibili preoccupazioni. L’agitazione era tale da fargli fremere le mani.
“Piacerai di sicuro a mia madre. Avete già parlato al telefono e questa serata serve solo a confermare l’opinione ottima che lei già ha di te.”
Andy poggiò la testa contro il finestrino e chiuse gli occhi, non facevano per lui determinate circostanze. All’improvviso un dubbio lo assalì.
“Secondo te sono vestito in modo consono?”
Ianira si prese un istante per osservarlo, indossava i soliti skinny jeans neri, una t-shirt a maniche lunghe grigia con lo scollo a ‘v’ che metteva in mostra le due collane, e l’immancabile giacca di pelle, sebbene fosse marzo e facesse ancora freddo.
“Sei bellissimo e vai bene così. Rilassati, tesoro!”
“Altrimenti ti verranno le rughe.” Esordì Damian dai sedili posteriori, allacciato al seggiolone, e tra le mani un modellino di auto.
“Perfetto, anche un bambino è più ragionevole di me!” si lamentò Andy, sbuffando sonoramente. Ianira scosse la testa e ghignò, era raro che il ragazzo andasse tanto nel panico.
“Se io ho superato tua madre, tu puoi di certo affrontare la mia. Ecco, siamo arrivati.”
Ianira eseguì un perfetto parcheggio a ‘S’, dopodiché slacciò Damian e lo aiutò a scendere. L’insegna del locale illuminava tutta l’area antistante e il parcheggio, le grandi vetrate munite di tende nascondevano alla vista l’interno, e l’odore di cibo si diffondeva nell’aria. Andy si abbottonò la giacca a causa del forte vento e controllò l’orologio: erano le 20,30.
“Sto per vomitare. Posso fingermi malato? Morto? Rapito dagli alieni?”
“No, no e no. Però quella degli alieni era una bella idea!” disse Ianira, sorridendo divertita, mentre teneva la mano a Damian. Il bambino prese anche quella di Andy e lo strattonò verso l’entrata.
“Ci sono io con te. Batman protegge sempre Robin!”
Andy si sentì rincuorato da quelle parole e sembrò che l’ansia diminuisse. Una volta entrati, zio Fred sventolò la mano per segnalare il loro tavolo. Una donna sulla cinquantina, capelli castani tagliati sino alle spalle, un abito blu, e le braccia tese, sorrideva. Era Stephanie, la madre di Ianira.
“Ianira, Damian, fatevi abbracciare!”
Stephanie intrappolò la figlia e la nipote in lungo abbraccio, il giusto per colmare la mancanza, e poi abbracciò anche Andy, che rimase interdetto poiché non se lo aspettava.
“Buonasera, signora.”
“Oh, suvvia, chiamami Stephanie. Adesso fai parte della famiglia.”
Quando tutti si furono accomodati, Andy si riempì il bicchiere di acqua e lo buttò giù in solo colpo per inumidirsi la gola secca. Ordinarono qualche minuto dopo e furono serviti in breve tempo. Stephanie non staccava gli occhi da Andy, lo stava studiando, e soprattutto voleva conoscerlo meglio.
“Allora, Andy, mia figlia mi ha detto che scrivi canzoni e che canti. Hai qualche progetto al riguardo?”
“Ehm, beh, scrivo canzoni e canto, sì. Per ora sto lavorando a qualcosa, ma nulla di troppo importante.”
“Bugiardo! – esclamò Ianira, colpendogli la mano – sta lavorando ad un album. Ha scritto già svariati brani. E’ molto modesto e non si rende conto del suo talento.”
“Sei tu che mi dai troppo credito, splendore.” Disse Andy, grattandosi il collo per l’imbarazzo.
“Il ragazzo è davvero bravo, te lo posso assicurare.” Intervenne Fred, puntando il dito contro di lui con un sorriso.
“Quanti brani hai in serbo attualmente?” indagò ancora Stephanie, tenendo gli scuri come la figlia su di lui.
“Ho preparato sette brani, musica e testo inclusi.”
Andy era stranito dal modo in cui Ianira e sua madre continuavano a lanciarsi occhiate furtive come se nascondessero qualcosa. Lo assillò subito il pensiero che alla donna la sua presenza non facesse piacere.
“Ianira, ti fidi di Andy?” la domanda di Stephanie fu diretta quasi quanto un proiettile al cuore.
“Mi fido ciecamente di lui.” Rispose Ianira, toccando il ginocchio del ragazzo sotto il tavolo. Stephanie tastò le tasche interne della borsa e, recuperata una lettera, la fece scivolare sino a Andy, che la guardò confuso.
“Che cos’è?”
“Si dà il caso che io lavori come governante per Sandra Norton, la proprietaria delle case discografiche Lava Records e Republic Records, e suo marito John Feldmann, un noto produttore musicale. Inoltre, si dà il caso che Ianira mi abbia inviato una registrazione nella quale tu canti Homecoming King, una delle tue canzoni, e che io l’abbia fatta ascoltare a Sandra e a John. Sono rimasti impressionati e hanno deciso di offrirti un contratto, chiuso in quella lettera. Devi solo firmare e potrai iniziare a lavorare con loro al tuo album.”
A Andy fu tutto più chiaro: tempo prima Ianira aveva insistito per fargli registrare una sua canzone con la scusa che l’avrebbe ascoltata mentre si dirigeva al lavoro, però adesso capiva che l’aveva inviata a Londra perché alcuni produttori la valutassero.
“Aprila, forza!” lo incoraggiò Ianira, sventolandogli la busta davanti agli occhi. Con le mani fredde e tremanti, aprì la busta e ne lesse il contenuto: Gentilissimo Sig. Biersack, dopo aver effettuato un’accurata analisi del suo promo, siamo lieti di proporle un contratto ad una anno presso di noi per realizzare il suo album. Ci contatti al più presto per fissare un incontro. Cordiali Saluti, Sandra Norton e John Feldmann.
“Non so che dire … io … ehm …”
“Dì di si, ragazzo. Accetta l’offerta senza pensarci troppo.” Fu il consiglio materno di Stephanie.
“Okay. Sì! Sì, accetto!” disse Andy con un sorriso raggiante e gli occhi ancora colmi di stupore. L’abbraccio di Ianira non tardò ad arrivare, caldo e rassicurante come sempre, mentre lui la stringeva forte e continuava a sorridere.
“Sono fiera di te, Andrew.”
“Grazie mille. Se tutto questo è possibile, è solo merito tuo. Sei la mia salvezza.”
Andy le passò la mano dietro al collo e l’avvicinò a sé per baciarla con intensità, prendendosi tutto il tempo per ringraziarla anche a gesti. Stephanie si rese conto che sua figlia e suo nipote avevano trovato un ottimo compagno di vita e ne fu compiaciuta perché, se c’erano due persone che meritavano la felicità, erano proprio loro due.
“Dato che siamo in vena di sorprese, anche io ho qualcosa da dirvi.” Disse Ianira, separandosi da Andy e tornando a sedersi composta. Fred sollevò le sopracciglia e temette per un attimo che sua nipote aspettasse un figlio.
“Cioè?”
“Sapete tutti che un mese fa mi sono iscritta alla gara di giovani artisti indetta dall’Accademia di arte e che ho inviato loro il mio set di dodici paesaggi realizzati con gli acquerelli. Stamattina mi ha chiamato l’Accademia e mi hanno detto che sono la vincitrice. Il mese prossimo esporranno i miei disegni in una galleria d’arte!”
“Bravissima, amore! Sono fiera di te!” si complimentò sua madre, baciandole entrambe le guance. Fred e Serge le regalarono un caloroso abbraccio.
“Non avevamo dubbi sulla vittoria, ma chère!” “Hai visto, Damian? La mamma è proprio eccezionale.” Disse Andy al bambino seduto sulle sue gambe.“Mmh, sì, la mia mammina è proprio brava.”
Ianira rise quando Andy e Damian le baciarono una guancia ciascuno in contemporanea e sentì il cuore riempirsi di gioia.
“Grazie, ragazzi.”
Zio Fred tossì per richiamare l’attenzione e intrecciò la mano a quella di Serge.
“A questo punto anche io e Serge possiamo dare il nostro lieto contributo a questa serata. Ci sposiamo questa estate, il dieci luglio!”
“Era ora!” esclamarono Ianira e Stephanie all’unisono, che avevano visto quei due amarsi per anni.
“Per l’occasione abbiamo deciso che Ianira e Andy saranno i nostri testimoni e che Stephanie celebri le nozze. Che ne pensate?”
Andy e Ianira si scambiarono un’occhiata timida poiché veniva chiesto loro di mostrarsi a tutti come una coppia, alla luce del sole e senza riserva alcuna.
“Penso che sia un’idea fantastica. Adesso brindiamo a questa bellissima serata e a tutti noi!” disse Stephanie con il bicchiere a mezz’aria. Tutti si unirono al brindisi tra sorrisi e gocce di vino che cadevano sulla tovaglia.
“Tu che ne pensi?” sussurrò Andy all’orecchio di Ianira, riferendosi al fatto che presto tutti li avrebbero visti insieme. Lei sorrise e gli diede un bacio a stampo, che lui approfondì baciandola a sua volta.
“Penso che meglio di così non potrebbe andare.”

Lonely hearts || Andy Biersack Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora