V - Sarah smiles

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Quando il ragazzo aprì la porta di casa sua, non fu poi così sorpreso di trovare Percy ad aspettarlo seduto sul suo divano, le braccia incrociate e lo sguardo fisso sulla televisione che, in quel momento, stava trasmettando un documentario sulla barriera corallina australiana che spiegava i vari tipi di flora e fauna che l'oceano ospitava. Il ragazzo indossava una leggera felpa estiva ed un paio di jeans al ginocchio; i capelli corvini erano, come al solito, il più spettinati possibile e gli occhi verdi si muovevano ininterrottamente per seguire le immagini colorate che apparivano sullo sfondo.

«Ehi» lo salutò, senza neanche voltarsi a guardarlo negli occhi (quanto potevano essere interessanti, quegli stupidi coralli?), «Com'è andata la giornata, Jace?» Gli sorrise sornione, lanciandogli un'occhiata che, Jason ne era più che certo, sottintendeva una domanda davvero poco casta. Percy si era sempre interessato al biondo ed alle sue relazioni amorose, sin da quando lui gli aveva raccontato della sua storia con Leila finita male e da quando il moro si era autoconferito il titolo di Esperto in amore solo perché lui e la sua ragazza, Annabeth Chase, stavano insieme dai tempi delle medie. Da quel momento, il ragazzo continuava a chiedere a Jason informazioni più o meno dettagliate su ogni sua uscita o cotta passeggera, torturandolo con i suoi interrogatori.

«Penso tu lo sappia già, Perce» rispose lui, andandosi a sedere sul divano accanto a quello che, ormai, considerava come un fratello.

Lo squadrò per un attimo, incuriosito dall'attenzione del moro che faceva da pendolo tra il documentario che fino a qualche minuto prima stava seguendo e la faccia del ragazzo, a pochi palmi di distanza dalla sua. Gli occhi verdi di Percy fecero avanti e indietro per qualche secondo, prima di decidere da che parte stare ed obbligare anche il busto del ragazzo a rivolgersi verso l'amico.

«Tanto,» spiegò Jason, guardando il ragazzo negli occhi e stringendosi nelle spalle, come se, ormai, fosse una cosa abituale – e lo era sul serio, «ormai devi aver appreso l'arte di sapere quello che mi sta accadendo durante un appuntamento anche senza alzarti dal divano di casa mia.» Sospirò, spostando lo sguardo sul disordine che il ragazzo aveva creato: coperte arrotolate su loro stesse, briciole di biscotti sul divano e per terra e una macchia di quella che sembrava marmellata alla ciliegia sul suo cuscino preferito. «Pensavo di averti detto di usare le chiavi che ti avevo dato solo in caso di estrema necessità» aggiunse, lanciandogli un'occhiata ammonitrice. Se avesse fatto di nuovo tutto quel disastro, si sarebbe potuto scordare la copia delle chiavi di casa sua, si promise Jason, consapevole che, come le altre volte, quel giuramento a se stesso non sarebbe mai stato rispettato. «Che cosa c'era che non andava in casa tua, questa volta?»

Percy scrollò le spalle e scosse il capo, arricciando le labbra e producendo uno strano rumore di frustrazione, come una pernacchia. «Be', anche le chiavi di casa mia erano da utilizzare solo in casi di estremo bisogno, no? Eppure, non mi sembra che ripassare per quell'esame fosse di vitale importanza» disse noncurante, evitando l'accusa che il suo amico gli aveva appena fatto. «E stai tranquillo, rimetterò a posto. Tu ed Annabeth siete davvero noiosi!» esclamò poi, buttandosi di peso sui morbidi cuscini del divano, nei quali la sua schiena sprofondò di qualche millimetro. «Anche lei mi ripete sempre di mettere a posto, di non fare scompiglio e di non mischiare i fogli delle sue ricerche, come se fossi un bambino piccolo che non capisce cosa vada e cosa non vada fatto.» Non mi pare che tu sappia distinguere tra quelle due cose, Percy, pensò Jason, ridacchiando tra sé e sé. «Comunque sia,» continuò l'altro, sollevando un poco la testa per poterlo di nuovo guardare negli occhi, scoprendo ogni suo segreto, «so già abbastanza di quello che è successo tra te e quella ragazza, sì» ammise, sollevando il palmo di una mano verso il soffitto, come se verso l'alto fossero contenute tutte le risposte alle sue domande sulla vita e sull'esistenza umana, che Jason dubitava lui si fosse mai fatto. «Il mio apparecchio segreto che mi concede l'onniscenza si chiama Piper McLean ed è la più grande esperta in amore dopo di me che io conosca» disse, scoppiando in una risata fragorosa mentre il biondo lo fissava con uno sguardo che diceva Davvero?

Vices & Virtues - JeynaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora