~Marchio~

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Prima di entrare prendo la precauzione di scendere dalla scopa, la rimpicciolisco con un incantesimo e la infilo in tasca. Ora i cavalli vanno a passo e riesco a seguirli camminando, sono più bassa di prima e la figura del Comandante e del suo cavallo mi sovrastano.
La gente mi guarda storto, poi mi accorgo di come sono vestita, si insomma per la comunità dei maghi questo è standard ma tra i Babbani la cosa cambia.
Mentre ci avviamo al quartier generale della legione esplorativa, cioè quella che va fuori dalle mura e molto spesso muore; mi sorge un dubbio: come farò ora a mantenere lo statuto di segretezza? E se il ministero lo venisse a sapere?
V: parlerete di me?
E: dovrò scrivere nel verbale che siete comparsa all'improvviso e ci avete aiutato,  qualche problema?
V: si! Se il Ministero della Magia venisse a sapere che ho violato li statuto di segretezza mi sbattono ad Azkaban!
E: Azkache?
V: mi sbattono in galera, detta in parole povere
E: tranquilla, nn esiste nessun Ministero della Magia
V: ...beh nn credo possano venire a saperlo, la traccia l'ho persa da tempo.
E: traccia?
V: più tardi le spiegazioni, ora pensiamo a trovare la pozione per far ricredere gli arti! Calmo è tipo sciroppo.
Il Comandante fa una faccia strana.
Arrivati al quartier generale chiedo al Comandante dove si trovi la sua stanza e mi risponde a dovere.
Lo porto nella sua stanza, è grande con addirittura un camino, gli ordino di togliersi mantello, giacca e camicia e lui esegue un poco contrariato.
Poggio la valigia, la apro e inizio a cercare la famosa pozione, dopo averla trovata la poggio sul comodino.
V: un catino? Devo-
Dico mentre mi giro ma mi blocco: il Comandante è spaparanzato nel letto a torso nudo, è muscoloso, mi sento bollire, distolgono lo sguardo subito prima che mi noti.
E: chiedete in infermeria
V: nn muovetevi! Sto tornando!
E: tranquilla
Corro a cercare un catino, me lo danno e noto che hanno tante domande per la testa.
Torno in stanza e il Comandante è ancora lì: prendo un panno e la bacchetta:
V: aguamenti
Dico puntando la bacchetta nel catino che si riempie d'acqua cristallina. Mi siedo sul grande letto matrimoniale e inizio a lavare la ferita.
E: ora potete dirmi che significano tutti quei termini strani e soprattutto...cosa siete?
V: ...beh sono una strega, ho studiato ad Hogwarts, casa Serpeverde e ora sono una professoressa di pozioni. Oblivion è un incantesimo che cancella la memoria di chi viene colpito, Azkaban è la prigione dei maghi.
E: questa Hogwarts mi incuriosisce
V: è una scuola fantastica, situata in un antico castello, i 4 fondatori: Salazar Serpeverde, Corinna Corvonero, Tosca Tassorosso e Godric Grifondoro decisero di smistare gli studenti in 4 case che avrebbero preso i loro cognomi.
I Serpeverde sono: astuti, ambiziosi e alcune volte vanitosi, i Tassorosso sono: gentili, cari amici, i Corvonero: furbi, intelligenti e curiosi e infine i Grifondoro: i puri di cuore, coraggiosi e leali.
E: wow...secondo voi in che casa sarei smistato?
V: ...nn lo so, forse Grifondoro o Corvonero.
Cala il silenzio, solo che ora nn mi piace, è un po imbarazzante, sento il braccio destro bollire come nn mai, sollevo la manica del vestito e ciò mi spaventa subito, sapevo che era tornato ma...nn ci credevo affondo; ora che il Marchio Nero è di nuovo attivo, i mangiamorte torneranno a cercarmi per completare il Marchio.
Ero troppo impegnata a guardare il Marchio e la ferita del Comandante per notare i suoi occhi, azzurri come il cielo di mezzogiorno, velati da un ombra di dolore legata alla ferita, ma sono anche leggermente illuminati di curiosità e preoccupazione.
E: sicura di stare bene?
V: il mondo magico nn é tutto rosa e fiori...ci sono i maghi che scelgono la cattiva strada, nella storia dei maghi ne si ricordano due: Gellert Grindelwald e Lord Voldemort.
E: perché tutta questa preoccupazione? All'interno delle Mura sei al sicuro
V: dite?
E: certo...ma cos'è quel disegno?
V: speravo di nn mostrarlo mai a nessuno, per vergogna e paura...
Mi pizzica il naso, le labbra tremano e gli occhi diventano più umidi del solito, sto per piangere ma nn posso farmi vedere debole davanti ad un uomo così autoritario, sembrerei quasi una stupida. Ecco che una lacrima si fa spazio sulle mia guancia.
Continuo ad osservare il Marchio che ondeggia leggermente, cade una lacrima sul braccio, due, tre, quattro...
V: mi pento amaramente della mia scelta, nn voglio più portare questo schifo sul braccio!
Inizio a graffiare il braccio sperando che quel maledetto disegno sparisca, ma ovviamente sono tentativi inutili.
E: ferma! Così ti fai del male!
Dice prendendomi il polso, osservo la mia mano poi la sua è il doppio della mia, leggermente callosa, proprio per il lavoro che svolge: il soldato, la sua pelle un po abbronzata fa contrasto con la mia bianca come il lenzuolo su cui sono seduta.
Sollevo lo sguardo e incontro i suoi occhi, sono preoccupati, guarda il mio braccio rosso per i graffi, anche lui solleva lo sguardo e mi guarda dritto negli occhi. I suoi occhi azzurri e autoritari fanno contrasto con i miei; umili e pensierosi.
E: smettila di arrecarti dolore inutilmente, sai che quel disegno nn andrà mai via! Hai fatto una scelta sbagliata, tutti ne abbiamo fatta una, o più, si vede che sei pentita; é questo che conta: il presente, il passato nn c'è più.
Quelle parole di rimprovero fanno tornare indietro le lacrime, mi asciugo il viso con la mano libera e continuo a lavare la ferita del Comandante.
E: nn so ancora il tuo nome
V: Veronica...benissimo ora la ferita é pulita, basterà bendarla per nn far uscire fuori troppo sangue e ora dovrete bere la pozione.
Sembra ancora un po scettico dal farsi accudire da diciamo una strega. Dopo aver bendato la ferita mi alzo e tolgo il mantello che per la fretta avevo dimenticato di togliere, lo poggio sull'attacca panni che era vicino alla porta.
Mi rimbocco le maniche del vestito e prendo la pozione che ho poggiato sul comodino, ne verso un po nel bicchiere e la porgo al Comandante.
Ne sorseggia un po e subito dopo la sputa con un sonoro: "bleah"
V: cosa vi aspettavate Burrobirra?!
E: no, dato che nn so cosa sia
V: volete di nuovo il braccio?! Allora bevete!
E: agli ordini!
Dice scherzoso e beve a malavoglia la pozione.
Lo osservo bere: ad ogni sorso il pomo d'Adamo va su e giù, finito di bere poggia il bicchiere sul comodino e subito lo vedo molto più stanco di prima. Mi avvicino alla finestra, ormai si é fatto buio:
V: Comandante ora dovete riposare, così la pozione farà più effetto
Nn ottengo risposta, mi volto ed è già in coma, mi avvicino e provo a spostare le coperte per coprirlo ma si ci é spaparanzato sopra.
Prendo il mio mantello e lo copro ma i piedi rimangono scoperti, ci credo è grosso e alto come un orso.
Qualcuno bussa, vado ad aprire:
X: Erwin?
V: è dentro, dorme
È basso, ha i capelli corvini e due piccoli occhi blu, prende la sedia della scrivania e si siede accanto al Comandante
X: cos'è questo schifo?
Dice indicando la pozione che ho fatto bere al Comandante
V: è una pozione in grado di far ricrescere gli arti
X: pozione?!
Ah già, babbani.
X: perché ha un mantello sopra?
V: nn è colpa mia se è un armadio
X: il tuo nome è Veronica? Giusto?
V: si, voi chi siete?
X: Caporale Levi Ackerman
V: molto piacere.
Nn fa accenno nemmeno ad un sorriso, pare apatico e anaffettivo. Nella stanza arriva mezza legione esplorativa, prendo la pozione e la rimetto in valigia così che nn chiedano nulla.
L: credo che Erwin nn si svegli, sarà meglio tornare domani.
Dice andandosene, tutti lo seguono e nella stanza rimango solo io ed il Comandante. Mi metto a sedere sulla sedia della scrivania e giocherello con la bacchetta, poi prendo un libro e leggo.
X: ma da dove viene questa?
X2: da una certa Londra
X: sicuro di volerti fidare di lei?
X2: si...come vedi il braccio sta ricrescendo
X: um
Apro un occhio poi l'altro ...

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