43.Ritorno a Sidney.

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Sentii il calore del sole solleticarmi la pelle e avevo quasi paura ad aprire gli occhi, temevo che tutto quello che era successo la notte prima fosse solo un sogno, che in realtà Alec non era mai venuto da me e non mi aveva mai detto che mi amava. Respirai profondamente e il profumo di Alec mi invase le narici, lui sapeva di mare, di sole, d'estate. Quel tipo di profumo non lo si poteva ne sognare e ne immaginare anche se lo avrei riconosciuto tra mille.Strinsi le lenzuola di cotone e quando aprii gli occhi ebbi la conferma che erano quelle nere di Alec. Sorrisi e mi voltai. Alec stava ancora dormendo, il lenzuolo che lo copriva a metà mostrando il suo meraviglioso corpo. Finalmente era mio,ma il cuore mi faceva comunque male, perchè me ne sarei dovuta andare, per tornare nella mia prigione. Avere una relazione con  Alec non avrebbe cambiato le cose. Allungai la mano e sfiorai i suoi capelli morbidi e arruffati. Era una visione, visione che impregnai nella mia mente, anche se non avrei mai potuto dimenticare. "Come farò a lasciarti?" sussurrai e mi misi a sedere sul letto. Osservai la stanza di Alec da quella prospettiva, era così grande e ordinata,tutto il contrario della mia. Mai comunque mi sarei immaginata che un giorno mi sarei svegliata in quel letto dopo aver passato la notte a far l'amore con Alec. Mi alzai recuperai la maglietta di Alec e la indossai, mi faceva da vestito ed era impregnata del  suo profumo. Se fosse stato d'accordo l'avrei voluta portare a Sidney con me. Mi arrampicai sull'enorme davanzale della finestra della stanza e mi sedetti per godere della luce sole e del panorama della città.

 Mi arrampicai sull'enorme davanzale della finestra della stanza e mi sedetti per godere della luce sole e del panorama della città

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(Trovato online)

New York era come sempre splendida e mi chiesi, come aveva fatto una città ad entrarmi talmente dentro da non essere più in grado di chiamare casa nessun'altro posto nel mondo. Ma forse non era tanto la città che mi aveva stregata, ma la meravigliosa creatura che stava dormendo nel letto a fianco. Mi voltai a guardarlo e davanti mi passarono tutti i momenti che avevamo vissuto insieme, quelli belli e quelli brutti, dal nostro primo incontro a quell'ultima meravigliosa notte. Ogni momento a modo suo era stato speciale. Lui era speciale, anche se non lo aveva ancora capito. Lui aveva sempre pensato che Jace fosse il migliore quello degno di nota, ma non era così. Jace era oro puro, caldo ed abbagliante, lui era argento freddo,meno luminoso, ma più raro e prezioso di tutti. Nessuno al mondo sarebbe mai stato come lui.Morivo all'idea di doverlo lasciare. Tornai a guardare la città per evitare di piangere; Alec si sarebbe potuto svegliare in qualsiasi momento e non volevo che mi vedesse infelice.

"Lily!" mugugnò Alec e io istintivamente sorrisi, prima di voltarmi verso di lui. I suoi occhioni erano socchiusi e ancora assonnati, era davvero uno spettacolo per gli occhi. "Buongiorno!" dissi. "Che fai li?" chiese stiracchiandosi un pò; era buffissimo. "Guardo il città" risposi. Lui diede una pacca sul materasso. "Torna qui da me" disse. Mia avrei pensato di sentirgli pronunciare quelle parole mentre era steso a letto, nudo. Non me lo feci ripetere due volte, scesi dal davanzale, tornai a letto e mi stesi accanto a lui. "Eccomi!" dissi sorridendo. Lui mugugnò e cingendomi con un braccio mi attirò di più a se. "Così va meglio" sfiorò il mio naso con il suo e sospirai.Era così dolce che il cuore mi stava letteralmente esplodendo. "Direi di si" portai una mano sulla sua nuca, prima di passarla tra i suoi capelli per poi attirarlo a me per baciarlo. Volevo sentire di nuovo le sue labbra sulle mie, averne un'altra piccola dose, come se fossero una droga. Il suo corpo rispose a quel bacio avvinghiandosi al mio, l'unica cosa che separava le nostre pelli era la sua maglietta, ma potevo comunque sentirne il calore. Portò le mani ai bordi della maglia e la tirò su per potermi toccare; le sue mani erano bollenti e ogni tocco mi provocava una scarica elettrica in tutto il corpo. Lo spinsi per farlo stendere sulla schiena e gli andai sopra prima di riprendere a baciarlo. Le sue mani alzarono ancora di più la maglietta, ma prima che potesse togliermela, la porta della stanza di Alec si aprì. "Alec...Hai visto...Oddio". "Jace!" mi gettai quasi dall'altra parte del letto e ci coprimmo entrambi dato che per salirgli sopra lo avevo scoperto totalmente. "Oddio...io...non...Me ne vado!" Jace chiuse la porta e mi coprii il viso con le mani, mentre Alec scoppiò a ridere. "Non c' nulla da ridere sai"mi lamentai. "E perchè?" chiese continuando a ridere. "Perchè Jace, che fino all'altro giorno era mio cugino, mi ha appena vista sopra di te, mezza nuda, mentre tu sei completamente nudo" precisai, ma lui non smetteva di ridere e da li a poco iniziai anche io a ridere di gusto. Vederlo ridere così era raro ed era davvero contagioso. Si voltò e mi prese tra le sue braccia. "Se non altro, non dobbiamo trovare le parole per dirglielo" disse, dandosi una calmata. "Si in effetti" scossi la testa ancora imbarazzata, potevo immaginarmi la faccia di Jace una volta chiusa la porta e al solo pensiero mi veniva ancora da ridere. "Forse è meglio scendere" dissi e lui si rabbuiò un poco. "Che c'è?" chiesi alzandogli il viso. "Niente" disse, ma lo conoscevo meglio di quanto conoscevo me stessa e ormai sapevo capire quando mi stava mentendo. "Alec!"lo ammonii. "Scendere significa uscire da questa stanza e se usciamo tu...Tu dovrai tornare a Sidney" sospirò e io abbassai il viso. Prima di addormentarci non avevamo affrontato il discorso in maniera chiara, ma era arrivato il momento di farlo, anche se non vi era molto da dire. Ci amavamo, avevamo faticato per arrivare a quel punto, ma non potevamo stare insieme, io non potevo restare. "Sai meglio di me che devo farlo" dissi cercando di scoppiare in lacrime. "Me lo hai comunicato tu no" aggiunsi. "Ricordo ogni singola parola che ti ho detto si e mi ha fatto male dirtele" disse tra i denti. "Lo so" gli presi il viso tra le mani e posai la mia fronte contro la sua. "Ma tu hai obblighi qui e io ora ho obblighi la" dissi con il cuore che si frantumava di nuovo. Lui annuì e mi diede un piccolo bacio. "Andiamo, prima che metta i cartelli sul fatto che ci ha trovati a letto insieme" gli diedi un altro bacio e mi alzai da quel letto che era già pieno di ricordi. Recuperai almeno l'intimo e lo indossai. Andava bene, andare fino alla mia stanza con la maglia di Alec, ma almeno le mutante era meglio metterle. "Mi vesto e ti raggiungo nella tua stanza!" disse alzandosi dal letto. Rimasi per un attimo imbambolata di fronte a tutta quella bellezza, fotografai nella mente quell'immagine e se ne fossi stata capace l'avrei riprodotta sul marmo per farne una statua. "Tutto bene?" mi chiese e io m svegliai da quel trans. "Si, è che..." mi fermai, ma poi ricordai che potevo farlo, potevo finalmente dare voce ai miei pensieri. "E' che sei la cosa più bella che io abbia mai visto" dirlo ad alta voce, a lui poi era così strano. Lui sorrise e si avvicinò a me. "Esageri, ma grazie di avermi sempre visto" mi accarezzò il viso  e io sorrisi. Sapevo a cosa si riferiva, sapeva che lo avevo sempre visto realmente e non solo perché era un bel ragazzo, ma perchè lo avevo sempre anteposto a Jace e gli avevo sempre dato più credito di quello che gli avevano sempre dato gli altri. Vedevo quanto brillava lui e non quanto brillava Jace. "Dai vestiti" dissi e uscii dalla sua stanza con i miei vestiti in mano e indosso solo la sua maglietta e l'intimo. Sperai che nessuno mi vedesse in quelle condizioni. Corsi nella mia stanza e quando chiusi la porta mi lasciai un attimo andare. Le lacrime scesere spontanee dai miei occhi, anche ae dovevo andarmene erano lacrime di gioia, Alec mi amava nello stesso modo in cui lo amavo io. Tutto aveva aveva di nuovo senso e il puzzle era completo. Andai verso il letto, aprii il mio borsone e tirai fuori dei vestiti, avrei dovuto fare una doccia, ma non volevo levarmi il profumo di Alec di dosso. Optai per farla lo stesso, avrei tenuto la t-shirt. Andai in bagno e feci una doccia ultra veloce, Alec sarebbe venuto a bussare da li a poco. "Lily" la voce di Alec arrivò al di la della porta del bagno. "Arrivo!" urlai mentre mi legavo i capelli. Aprii la porta e il suo sorrisone mi accolse. "Scusa, mi sono fatta una doccia" dissi afferrando i jeans dal letto, lui si avvicinò a me e mi abbracciò da dietro. "Potevamo fare la doccia insieme" sussurrò e io sbarrai gli occhi. "Alec!" dissi ridendo. Lui mi diede un sonoro bacio sulla guancia e mi lasciò andare. Infilai i jeans, la maglietta e misi gli anfibi. "Sono pronta!" Sorrisi e aprii la porta; Alec mi seguì fuori e appena fummo nel corridoio mi prese la mano e intrecciò le sue dita alle mie. Per anni avevo immaginato quel momento.

Andammo in cucina e quando entrammo erano tutti seduti al tavolo. Sembrava quasi che ci stessero aspettando. "Buongiorno!" dissi lasciando la mano di Alec, non volevo fare troppo spettacolo. "Buongiorno dov'eri fini...oh Alec ci sei anche tu" disse Izzy voltandosi. "Ho cercato anche te, eri da Magnus a fare pace con una notte di fuoco?" chiese e Jace per poco non si strozzò con il succo di frutta. "Izzy!" rantolò. "Perché che ho detto, tutti sapete che Alec passa le notti da Magnus e ha quello sguardo quindi..." Jace scosse la testa e anche se la cose avrebbe dovuto infastidirmi invece mi fece ridere. "Nessuna notte di fuoco con Magnus, Izzy" disse Alec e lei si rabbuiò. "Vi ho visti uscire insieme sul retro, credevo...". "Abbiamo parlato si e abbiamo chiarito, ma non siamo tornati insieme" disse e sentii che nella sua voce non vi era nemmeno un velo di tristezza, nemmeno un velo di pentimento. "Mi dispiace.Ma allora dov'eri?" chiese curiosa. "Ero in camera mia, con lei" disse tranquillo e il mio cuore accelerò. Un'altro sogno che si avverava.Alec che diceva a tutti di noi. Lo aveva già fatto, ma la cicostanza era decisamente diversa e io non ero per nulla d'acccordo. Quella volta invece assolutamente si. "Ah ok...Aspetta...Con lei?" chiese realizzando cosa avesse davvero detto il fratello. "Si con lei" Alec sorrise e in quel momento il mio cellulare suonò. Era mia madre. "Scusate!" uscii dalla cucina e risposi. "Mamma!" salutai. "Tesoro, ho saputo di Valentine e sono molto felice di questo, ma devi tornare" disse in tono serio. "E' successo qualcosa?" chiesi preoccupata. "No, ma tuo cugino è fuori controllo. Non accetta più i miei ordini e fa quello che gli pare. Non è in grado di gestire le cose e abbiamo perso due Shadowhunters" mi spiegò e io avrei solo voluto urlare. "Attraverso subito il portale" dissi riagganciando. Doveva essere la mattina più bella della mia vita e si era già trasformata in un incubo.Sarei tornata, ma con calma e non con la prospettiva di prendere a calci mio cugino. Tornai in cucina, Alec si era seduto accanto a Jace e stavano ridendo. "Ehi!" disse quando mi vide entrare. "Che succede?" chiese, notanto probabilmente la mia espressione. "Devo tornare a Sidney,subito" li informai e i loro sorrisi, soprattutto quello di Alec si spense. "Alastair sta facendo dei casini e devo subito andare a sistemarli" spiegai. "Tua madre non riesce a risolvere la cosa?" chiese Clary. "Ci ha provato, ma é una testa calda.Devo risolverla io prendendolo a calci" dissi cercando di sdrammatizzare, anche se avrei solo voluto urlare. "Vado a prendere le mie cose" dissi prima di uscire dalla cucina. Dovevo andarmene subito, prima che diventasse ancora più difficile  lasciarli. 

Andai di sopra e presi il mio borsone già pronto. Quella sarebbe stata davvero l'ultima volta che vedevo quella stanza. "Lily" Jace mi chiamò, ma non avevo la forza di voltarmi.Vederlo da solo significava un addio strappalacrime e io non avevo la forza di farlo di nuovo. Sentii le sue braccia cingermi e le sue labbra toccarmi i capelli. "Mi dispiace" sussurrò e strinsi le sue braccia con le mie. "Proprio adesso" sussurrai. "Proprio ora che Alec...". "Vedrai che riuscirete a superarla. Avete sempre superato tutto" cercò di consolarmi e forse aveva anche ragione, ma come potevamp stare insieme se eravamo lontani e pieni di obblighi? "Devo andare ora!" Asciugai le poche lacrime che avevo lasciato libere e sciolsi la presa di Jace, prendendo il borsone. Mi voltai e guardai finalmente mio cugino negli occhi. "Mi mancherai" disse. "Anche tu!" gli diedi un bacio con shiocco sulla guancia e lo abbracciai. "Vieni a trovarmi!" gli dissi e insieme uscimmo dalla mia stanza. Nel corridoio trovai Alec appoggiato al muro. "Vi lascio soli" disse Jace e se ne andò.Notai poi che sul pavimento vi era una borsa. "E quella?" chiesi. "Vengo con te!" esclamò. "Cosa?" chiesi confusa. "Per un paio di giorni può occuparsi di tutto Jace, io vengo con te" disse deciso. "Ma...". "Non obbiettare. Sono stato cieco per troppo tempo e ora voglio fare il possibile per recuperare.Voglio che funzioni" disse prendendo le mie mani tra le sue. Potevi dirgli di no? NO. "Va bene, verrai con me" sorrisi, recuperò la borsa e mi prese per mano.
Scendemmo e quella volta ci stavano davvero aspettando. "Tieni a bada questo posto" disse Alec a Jace,mentre Izzy mi saltava letteralmente al collo. "Ehi, vacci piano" le dissi. "Mi mancherai" disse. "E sono felice che mio fratello si sia svegliato" mi sussurrò. Le sorrisi e dopo aver salutato anche Clary io e Alec attraversammo il portale, con direzione Sidney.

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