Capitolo 4

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Spiazzato. La notizia che Calogero Salina lesse quella mattina sul giornale lo fece rimanere letteralmente spiazzato, tanto da fargli quasi sputare sul tavolo tutto il caffe che Azzurra gli aveva preparato.
《Quelle non sono tua moglie e le tue figlie?》domandò la donna.
《Tutte pittate e rifinite ma sì, sono loro. Solo Rosaria poteva posare in prima pagina con quella faccia cupa》commentò l'uomo.
《Hai paura che ci cercheranno?》chiese lei.
《Quelle già ci stanno cercando, ne sono sicura. Anche se mia cognata si sta facendo in quattro per tenerle impegnate 》rispose lui.
《Non ci pensare...》cercò di tranquillizzarlo la Filangieri.
《E a cosa dovrei pensare allora?》fece sconsolato Salina.
《Al fatto che presto avremo fiori d'arancio》sorrise l'una.
《Ambra e Gennaro?》si sincerò l'altro.
La figlia di Azzurra Filangieri gli era entrata nel cuore come se fosse anche sua, senza nulla togliere a Marta, Teresa e Angela: c'era una moderazione nel suo carattere che non somigliava proprio alla pura energia selvaggia e indomita delle tre giovani Salina.
《Sono così belli e uniti. Magari avranno più fortuna di noi...》sospirò la prima.
《Amore, ti prometto che farò ragionare mia moglie. Sarà difficile, magari sembrerà pure impossibile, ma ti giuro che farò tutto il necessario per ottenere l'annullamento del mio matrimonio alla sacra rota》promise il secondo.
Azzurra gli rivolse un sorriso amaro: ormai Rosaria e le sue figlie avevano i soldi e potevano distruggerli in qualsiasi momento, ma preferì tenersi per sé quel pensiero, senza preoccupare troppo il suo compagno.

                                 ***

Nel frattempo a Villa Gargiulo c'era un gran fermento: quel mattino Teresa e Angela sarebbero state accompagnate dalla zia Marisa e da Renato Capuano a comprare i libri per le rispettive scuole.
La Ferrante aveva avuto la premura di organizzare per la nipote di mezzo un esame di licenza media da privatista: per lei non sarebbe stato un peso, visto che le piaceva studiare.
L'esame si sarebbe svolto qualche giorno prima dell'inizio dell'anno scolastico al liceo classico dell'Istituto del Sacro Cuore, mentre Angela nella stessa struttura avrebbe frequentato le elementari e le medie.
Quando fu il momento di salire sulla limousine, guidata dall'autista Ciro Avitabile, le due ragazze rimasero sbigottite.
《Ma ci possiamo salire davvero?》domandò Teresa.
《Ma certo, tesoro. Tu sei la padrona!》esclamò sua zia.
Quando furono tutti a bordo, Ciro mise in moto e l'auto partì per le vie di Napoli, brulicanti di vita e di gente di tutti i tipi: le due giovani Salina dissero che era una "fiumana".
I libri del liceo emozionarono Teresa, che aveva quasi paura di aprirli per non sciuparli; Angela invece li stava sfogliando sorridente.
Tutta quella cultura in cartaceo fu squadrata da un'occhiata obliqua di Rosaria, non appena furono a casa.
《Non vi farà pesare la testa tutto questo sapere?》chiese in tono di sfottò.
《Guarda che al contrario, farebbe bene pure a te!》ribattè Marisa.
《A me le elementari bastano e avanzano. E anche a Marta》rispose la Salina.
《A proposito, Marta dove sta?》domandò Teresa.
《Uscì con Alfonso, dissero che andavano a fare una passeggiata 》rispose sua madre.
《E da quand 'è che fai uscire tua figlia da sola con un ragazzo?》si stupì Marisa.
《Non lo dicesti tu che nella grande finta non le potevo trattenere?》rispose sua sorella con un'altra domanda.
La stilista divenne pensierosa: era sicura che Rosaria stesse architettando qualcosa che riguardava Calogero.

                                 ***

《Non sapevo che vi piacesse l'arte》commentò Alfonso, non appena parcheggiò la Vespa davanti al Palazzo Reale in piazza del Plebiscito.
《La zia disse che i nobili si interessano all' arte》rispose Marta scendendo dal mezzo.
《A me sembra quasi che vi interessi di più l'artista...》la stuzzicò il giovane Capuano.
《Non dire fesserie 》lo redarguì la ragazza con un tono che non ammetteva repliche.
Quando aveva detto a sua madre che sarebbe andata a vedere una mostra di Gennaro Esposito, la donna era stata soddisfatta: quello era il primo passo per riportare Calogero a casa.
《Allora sono convinto che vi piacerà l'arte contemporanea. Esposito è uno dei massimi esponenti 》rispose Alfonso.
《Arte come?》domandò Marta.
《Si tratta di un tipo di arte che rappresenta la vita di tutti i giorni, e spesso non nella maniera in cui ti aspetti un'opera d'arte, come statue o dipinti》spiegò lui.
E infatti non appena entrarono Marta rimase a bocca aperta: anticonvenzionali, audaci e avanguardisti, gli artisti esponevano opere dai colori accesi, dalle forme spigolose e dai soggetti inaspettati, come tele strappate e sacchi bruciati.
《Miii che cose strane sono!》esclamò la ragazza.
《Questa, donna Marta, si chiama arte contemporanea. E quella lì è l'esposizione di Gennaro Esposito, con tanto dell'artista presente!》decretò Alfonso, guidandola fino al punto indicato.

                                ***

《Salve, signor Esposito!》esclamò Alfonso. Marta lo guardò stupita: nemmeno lo conosceva, cos'era tutta quella confidenza?
《Oh, salve 》rispose educatamente lui. Aveva all'incirca trent'anni, con i capelli castani chiaro e grandi occhi color nocciola.
《Sono Alfonso Capuano, e lei è donna Marta Gargiulo》si presentò il ragazzo, indicando la giovane Salina col cognome della prozia Elisa.
《Una delle famose ereditiere?》domandò curioso Esposito.
《Ehh... Famose, che parolone!》fece Marta.
《Tutti i giornali parlano di voi. Siete della Sicilia, vero?》
《Di Aci Trezza 》rispose la ragazza.
《La terra dei Malavoglia, deve essere davvero suggestiva!》osservò il ragazzo.
《Perché, ci andaste mai ?》chiese giustamente la Salina.
《Ahaha, no, ma sono stato in varie città della Sicilia, come Palermo, Catania e Trapani... Ho visitato la città di Noto e la sua arte barocca unica in tutta l'isola!》rispose sorridendo il giovane artista.
《Miii, e quante arti ci sono?》domandò Marta.
《Tantissime, signorina, non potete immaginare quante...》spiegò Gennaro. 《Se volete vi posso far fare un giro per il Palazzo...》aggiunse poi.
La Salina stava per acconsentire, quando Alfonso si affrettò a dire: 《La signorina e io abbiamo un po' di fretta, arrivederci, signor Esposito!》.
E quasi spingendola via la trascinò fuori dal Palazzo Reale.
《Ma la teniamo davvero tutta questa fretta o teatro fu?》chiese la ragazza.
《Vostra madre starà facendo un casino, la conoscerete meglio di me, no?》rispose sbrigativo Capuano.
Marta lo guardò con sospetto, mentre saliva sulla Vespa e lui metteva in moto. Ma non ci diede troppo peso: aveva già il viso di Gennaro Esposito impresso nella mente.

Il canto del mandolino [Saga del Boom Economico]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora